HISTOIRE(S) DU CINEMA: Barry Lyndon di Stanley Kubrick

Cinema Massimo – 5 dicembre, ore 16.30, Sala Uno

Il Museo Nazionale del Cinema e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino presentano, nella Sala Tre del Cinema Massimo, mercoledì 5 dicembre 2012, alle ore 16.30, la proiezione del film Barry Lyndon di Stanley Kubrick, introdotto da Giaime Alonge. Ingresso euro 4 (euro 3 per studenti universitari e over 60). 

 

HISTOIRE(S) DU CINÉMA è una rassegna dei classici più significativi della storia del cinema dagli anni Trenta agli anni Settanta, introdotti e commentati dai docenti in materia dell’Università di Torino.

 

Tratto dal romanzo settecentesco Le memorie di Barry Lindon di William Makepeace Thackeray, si può definire un film anomalo nella produzione del grande Stanley Kubrick. Realizzato nel 1975, ha creato non poco scetticismo nella critica a causa della mancanza di una chiave di lettura che conducesse alle origini del progetto. Il misterioso Kubrik non ha mai chiarito le sue intenzioni. Usando una tecnica d'illuminazione naturalistica, tutta a base di candele - che il grande direttore della fotografia John Alcott realizza genialmente - il film è immerso in un’atmosfera che restituisce il clima del tempo. L'intento di Kubrick era quello di girare il film senza alcun ausilio di luci artificiali, così da donare alla pellicola un aspetto realistico, “quello di un dipinto o un affresco”. La bella voce narrante di Romolo Valli accompagna il racconto con tono suadente e beffardo. Altro contributo memorabile al film sono le musiche assemblate da Leonard Rosenmann. Fra tutte spicca il trio per piano in mi bemolle di Schubert. Gli interpreti sono usati dal regista come pedine di un'invisibile scacchiera, che egli percorre seguendo un imperscrutabile disegno metafisico. Il film ha ricevuto, nel 1976, quattro Oscar: per i costumi, la fotografia, la scenografia e la musica.

 

Stanley Kubrick

Barry Lyndon

(Gran Bretagna 1975, 184’, col., v.o. sott. it.)

Barry, giovane irlandese di origini modeste, è costretto a fuggire dal villaggio natale perché crede di aver ucciso a duello il suo rivale in amore. Arruolatosi nell’esercito inglese combatte contro quello prussiano nella guerra dei Sette anni. Stanco della vita militare, diserta. Scoperto, è obbligato a combattere per i prussiani. Infine fugge in Inghilterra dove riuscirà a diventare un uomo importante e ricco.

Straordinario il lavoro sull’illuminazione ottenuto grazie all’uso delle sole luci naturali e delle candele che valsero al film l’oscar per la fotografia. Il film è immerso in un’atmosfera che restituisce il clima del tempo, freddo, crudele, ironico e malinconico.

Sc.: S. Kubrick, tratto dal romanzo di William Makepeace Thackeray; Fot: John Alcott; Int: Ryan O’Neal, Marisa Berenson, Patrick Magee.