Traffic al cinema 2011. Quattro giorni di cinema e musica

Cinema Massimo – dal 6 al 9 luglio 2011

Anche quest’anno il Museo Nazionale del Cinema collabora con Traffic proponendo dal 6 al 9 luglio 2011 al Cinema Massimo una serie di proiezioni inerenti al filone tematico del festival, dedicato quest’anno a un certo cinema italiano, che focalizza la sua attenzione sul periodo tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70.

La rassegna Storie di un’altra Italia propone una carrellata su film e documentari che raccontano momenti della storia e della cultura italiana che va dai movimenti giovanili del Sessantotto e del Settantasette alle vicende di artisti - Andrea Pazienza, Demetrio Stratos - che a vario titolo ne hanno incarnato aspirazioni e contraddizioni.

Non mancherà anche quest’anno la tradizionale sonorizzazione di un film muto, che in passato aveva coinvolto band italiane quali Zu e Massimo Volume. È ora il turno degli emiliani Offlaga Disco Pax, chiamati a cimentarsi con uno dei pochi film muti di ambiente risorgimentale: I Mille di Alberto Degli Abbati, primo lungometraggio dedicato all’epopea garibaldina, nella versione restaurata da Fondazione Cineteca Italiana, Museo Nazionale del Cinema, Brescia Musei e Cineteca D. W. Griffith. L’appuntamento è per mercoledì 6 luglio alle ore 21.00 nella Sala Uno del Cinema Massimo.

La rassegna Traffic al cinema - Storie di un’altra Italia è un progetto realizzato dal Museo Nazionale del Cinema e da Traffic Free Festival in occasione del festival rock gratuito che si terrà a Torino in piazza San Carlo dal 5 al 10 luglio (www.trafficfestival.com).

Ingresso libero a tutte le proiezioni.

 

PROGRAMMA DELLE PROIEZIONI

 

Alberto Degli Abbati

I Mille

Italia 1912, 46’, b/n

Nel paesino siciliano di Misilmeri, il latifondista Don Ruggero scopre che suo figlio Corrado ha una relazione segreta con la pastorella Rosalia da cui ha avuto un figlio. Cacciati dall’uomo, trovano rifugio presso frate Lorenzo, impegnato nella battaglia contro i Borboni. Intanto arriva la notizia che Garibaldi sta marciando su Palermo, così un gruppo di congiurati parte di nascosto per raggiungerlo alla Piana dei Greci.

Sc.:  Vittorio Emanuele Bravetta; Fot.: Giovanni Vitrotti; Int.: Mary Cléo Tarlarini, Vitale De Stefano, Oreste Grandi, Cesare Zocchi.

Copia restaurata da Fondazione Cineteca Italiana, Museo Nazionale del Cinema, Brescia Musei e Cineteca D. W. Griffith.

MER 6, h. 21.00 – ingresso libero

 

Guido Chiesa

Lavorare con lentezza

Italia 2004, 111’, col.

Bologna, 1976. Radio Alice è la radio del movimento studentesco molto ascoltato da Sgualo e Pelo, ventenni che possono solo sognare una via d'uscita dal quotidiano. Bazzicano il bar del quartiere e per ovviare alla cronica mancanza di denaro fanno qualche "lavoretto" per un ricettatore locale. “Lavorare con lentezza è un film per tutte e tutti. Quelli che non vogliono il Potere, ma solo potere. Quelli che hanno perso il filo e il segno eppure vanno avanti….” (G. Chiesa).

Sc.: G. Chiesa e Wu Ming; Fot.: Gherardo Gossi; Int.: Claudia Pandolfi, Valerio Mastandrea, Tommaso Ramenghi.

GIO 7, h. 16.30, SAB 9, h. 20.30

 

Monica Affatato e Luciano D’Onofrio

La voce Stratos

Italia 2009, 110’, col.

Demetrio Stratos ha attraversato come una cometa luminosa la scena della musica italiana degli anni Sessanta e Settanta. È stato figura politica, interprete di un movimento rivoltoso e fantasioso, che ha trovato il suo culmine nei concitati mesi del 1977. Questo completo documentario, che riproduce per la prima volta filmati di repertorio familiare, restituisce la pienezza di un artista che è stato uno dei più grandi "musicisti della voce" del Ventesimo secolo.

GIO 7, h. 18.30, SAB 9, h. 22.30

 

Renato De Maria

Paz!

Italia 2001, 102’, col.

Basato sulle opere di Andrea Pazienza Pentothal, Zanardi, Pompeo, Il libro rosso del male, il film racconta tre storie che si consumano nel giro di ventiquattrore balorde. Tre giovani che convivono nello stesso appartamento senza incontrarsi mai: l'abulico Pentothal, il crudele Zanardi detto Zanna, il nomade Enrico Fiabeschi. Importante la colonna sonora di Riccardo Sinigaglia con gruppi bolognesi di quegli anni (dai Gas Nevada agli Skiantos) e autori di oggi.

Sc.: Ivan Cotroneo, Francesco Piccolo, R. De Maria, Ivan Moffat; Fot.: Gian Filippo Corticelli; Int.: Claudio Santamaria, Flavio Pistilli, Iaia Forte.

GIO 7, h. 20.30, VEN 8, h. 16.30

 

Alberto Grifi

Il festival del proletariato giovanile al Parco Lambro

Italia 1976, 76’, col.

Nella primavera del 1976 a Milano quattro troupe di videoteppisti e tre troupe di cinematografari che ruotavano intorno a Alberto Grifi, hanno documentato i quattro giorni di festival, dove erano concentrati centocionquantamila giovani. È considerato l'unica testimonianza registrata dall'interno delle problematiche di quella generazione, dove nascevano nuovi desideri e bisogni, cambiamenti di comportamento lontani dalla lotta armata e fuori dai ruoli stabiliti dalla logica del potere.

GIO 7, h. 22.30, VEN 8, h. 18.30

 

Marco Tullio Giordana

Maledetti, vi amerò

Italia 1980, 84’, col.

Riccardo detto "Svitol", protagonista attivo dei moti del '68, torna in patria dopo cinque anni in Venezuela. Giunto in Italia, si ritrova spaesato di fronte agli enormi cambiamenti a cui il paese è stato soggetto. Paradossalmente trova come unico appiglio ad un passato riconoscibile un commissario di polizia. Lungometraggio d’esordio per Marco Tullio Giordana, premiato con il Pardo d’Oro al festival di Locarno.

Sc.: Vincenzo Caretti, M.T. Giordana; Fot.: Giuseppe Pinori; Int.: Flavio Bucci, Micaela Pignatelli, Anna Miserocchi.

VEN 8, h. 20.30, SAB 9, h. 16.30

 

Alina Marazzi

Vogliamo anche le rose

Italia 2007, 85’, col.

Anita, Teresa e Valentina non si sono mai incontrate. Hanno vissuto nell'Italia degli anni Sessanta e Settanta, in età diverse e in città lontane. Ma le loro storie vere, riportate in diari privati, sono in ideale continuità, testimonianza di lotte famigliari e politiche, per affermare autonomia, identità e diritti in un Paese patriarcale. “Il film immagina gli eventi narrati nei diari ricorrendo a materiali di repertorio dell’epoca, accostandoli, forzandoli ed esaltandoli in una libera interpretazione che vuole andare al di là della ricostruzione storica”.

VEN 8, h. 22.30, SAB 9, h. 18.30