CROSSROADS: Blank City di Céline Danhier.
Per l’appuntamento CROSSROADS di giugno, il Museo Nazionale del Cinema presenta, mercoledì 20 giugno, alle ore 20.30 e 22.30, nella Sala Tre del Cinema Massimo, la proiezione del documentario Blank City di Céline Danhier, meraviglioso tributo all'avanguardia cinematografica newyorkese, nata alla fine degli anni '70 nel Lower East Side di Manhattan. In replica venerdì 22 giugno 2012, alle ore 16.00. Ingresso: 3 euro
Presentato in prima mondiale alla Berlinale 2010 e programmato successivamente da decine di festival internazionali (Tribeca, Edinburgo, Melbourne, Vienna, Denver, Helsinki, per citarne solo alcuni), Blank City è il documentario-opera prima della regista francese Céline Danhier: una sorprendente e inedita riflessione sulla “Blank Generation” e sulla “No Wave” che – in epoca pre-reaganiana – travolsero New York con un’onda d’urto di cui, a trent’anni di distanza, si avverte ancora l’impatto. Nel 1976 The Blank Generation di Amos Poe - dove appaiono Patti Smith, Blondie e i Talking Heads - diventa una pietra miliare di un nuovo modo di fare cinema. Sulla scia della Factory di Andy Warhol, l'East Side di New York diventa una fucina creativa basata sullo scambio e sulla contaminazione tra linguaggi. Blank City è una ricostruzione dettagliata di quel momento, ricca di preziosi materiali d'archivio e di testimonianze dei protagonisti dell'epoca: il giovane volto di Vincent Gallo, il genio di Steve Buscemi, la creatività di Maripol (producer del film Downtown 81 con Jean Michel Basquiat) e l’energia di Patti Smith e ancora registi del calibro di Jim Jarmusch, Eric Mitchell, Beth B, Charlie Ahearn, Lizzie Borden e Amos Poe che mostrano l'anima tormentata di un East Village agli albori invaso di arte e rock in combinazione con la nascita dell'hip-hop.
“Mi interessava mostrare che cosa stava succedendo a New York City in quel periodo. Il pubblico conosce Jim Jarmusch e Cercasi Susan disperatamente ma non le origini del movimento. In particolare, il mio obiettivo era di promuovere i film della Blank Generation, quelli che la gente non conosce. Io amo molto i lavori di Scott e Beth B – sono molto interessanti dal punto di vista visivo – e quando li ho visti per la prima volta mi hanno ricordato David Lynch. E poi c’è King Blank di Michael Oblowitz, che racconta una storia davvero pazzesca” (Céline Danhier).
Céline Danhier
Blank City
(Usa 2010, 94’, col., v.o. sott.it.)
Un viaggio a New York, tra la fine degli anni Settanta e la metà degli Ottanta, per ricostruire una scena artistica, cinematografica e musicale di straordinaria e forse irripetibile fecondità. In un momento di profonda crisi economica della città, emerge una nuova generazione di creativi – spesso etichettata come ‘Blank Generation’ – che percorre strade nuove esprimendo lo smarrimento e l’angoscia dei giovani americani. Più che di ‘new wave’, infatti, all’epoca si parlò di ‘no wave’ e le immagini di Céline Danhier spiegano perfettamente come siano andate le cose. Tra gli intervistati figurano Amos Poe, Jim Jarmusch, John Lurie, Thurston Moore, Richard Kern, Scott & Beth B., Susan Seidelman e John Waters.
Proiezione video