Evento conclusivo del progetto di Sonorizzazione del cinema muto torinese al Museo Nazionale del Cinema

Mole Antonelliana – 17 novembre 2012, ore 20.30

Il Museo Nazionale del Cinema presenta, sabato 17 novembre 2012, alle ore 20.30 nella splendida cornice dell’Aula del Tempio, l’evento conclusiva del progetto di Sonorizzazione del cinema muto torinese curato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con la Fondazione della Comunità di Mirafiori Onlus, il Museo Nazionale del Cinema, le Brigate Irma Vep e l’Associazione Videocommunity, SonicLab - Service Audio.

 

Per l’occasione si potrà assistere alla proiezione di quattro film muti torinesi restaurati e sonorizzati dal vivo da altrettanti gruppi musicali che, per l’occasione, si sono confrontati con un patrimonio filmico ricco e affascinante, proponendo uno spettacolo suggestivo e magico. La serata sarà aperta dall’esibizione del compositore e polistrumentista camerunese Tatè Nson – percussionista e seconda voce del gruppo torinese Mau Mau – che, insieme al quartetto d’archi Les Nsongirls, sonorizzerà il film Polidor vuole suicidarsi (Pasquali & C., 1912). L’ingresso al Museo sarà gratuito a partire dalle ore 20.00.

 

La serata è una preziosa occasione per assistere alle performance dei quattro gruppi scelti da una giuria di esperti tra i dodici che – selezionati tramite bando pubblico – hanno musicato, lo scorso giugno, presso la Casa del Parco di Mirafiori e il Cecchi Point, alcuni brevi film muti recentemente restaurati dal Museo Nazionale del Cinema. La 1911 Lokomotif Ensemble (Robinet innamorato di una chanteuse, S.A. Ambrosio, 1911) ha affrontato con piglio deciso la comica di Robinet, con un linguaggio sì esuberante, ma al contempo capace di arrestarsi in momenti maggiormente riflessivi. I Fasti (La madre e la morte, S.A. Ambrosio, 1911), fautori di un suono che unisce derive elettroniche e spinte maggiormente elettriche, sono stati capaci di colpire il cuore della dimensione drammatica del film adottando strutture ossessive e ripetitive creando un rarefatto seppur implacabile muro sonoro. I Death Disco (Esposizione di Torino 1911) si sono confrontati con un film ostico, costruito com’è su tagli e cesure, caratterizzato da una linearità cronologica che non presenta però una chiara dimensione di “narrazione”. Infine, Fabrizio Gaggini (La vita delle farfalle, S.A. Ambrosio, 1911) ha realizzato una proposta rarefatta e suggestiva, lavorando sul rapporto tra chitarra acustica e il sottofondo di una base neutra quanto basta per non essere invasiva e tuttavia capace di delineare passaggi sonori caratterizzati dalla ricerca di una possibilità di equilibrio tra tensione e stabilità.