Prosegue al Museo Nazionale del Cinema l’omaggio al cinema di Jean-Luc Godard

Cinema Massimo – 12 - 14 aprile e 26 aprile - 2 maggio 2010

Prosegue al Cinema Massimo l’omaggio al regista Jean-Luc Godard che il Museo Nazionale del Cinema gli dedica in occasione del suo ottantesimo compleanno. Il tributo, incominciato lo scorso febbraio, prevede un appuntamento mensile fino a giugno; questa terza parte presenta i lavori di Godard dal 1969 al 1982.

Sebbene oscuro e quasi sempre lontano dai favori del grande pubblico, il cinema di Godard è considerato arte assoluta. Geniale e dissacrante, il regista francese scardina le regole del cinema classico e rivoluziona completamente i tradizionali meccanismi di narrazione. Insieme a François Truffaut, è uno dei padri della Nouvelle Vague, l'onda nuova formata dai giovani cineasti francesi che negli anni Sessanta si oppongono al cinema tradizionale e di cui proprio il suo film d'esordio, Fino all'ultimo respiro (Orso d'Oro per la regia al Festival di Berlino), è considerato il manifesto.

La grande retrospettiva è un progetto della Cineteca del Comune di Bologna realizzato con Regione Emilia-Romagna, Angelica Festival, Museo Nazionale del Cinema, Cinémathèque Suisse e Lo Sguardo dei Maestri (Udine) in collaborazione con Ambasciata di Francia, Alliance Française di Bologna e con il supporto di Gaumont Archives, Studio Canal, Tamasa Distribution, Cinémathèque de Toulouse, Ministère des Affaires Étrangères, Cine Classics, Cinemateca Portuguesa e Suomen Elokuva Arkisto. Un ringraziamento particolare a Sylvie Pras (Centre Pompidou). Curatore del progetto è Jean Douchet.

La proiezione di martedì 27 aprile 2010 sarà introdotta da Daniele Dottorini che presenterà il libro Del capello e del fango. Riflessioni sul cinema di Alain Badiou. Per questa serata ingresso 4,00 euro. Per tutti gli altri appuntamenti ingresso 5,50/4,00/3,00 euro.

 

PROGRAMMA DELLE PROIEZIONI

 

- LUN 12, h. 16.30, MER 14, h. 22.30

Gruppo Dziga Vertov

Vento dell’Est

Vent d’est

Italia/Francia/Germania 1969, 94’, col., v.o. sott.it.

Mentre sullo schermo appaiono, occupati in azioni senza senso, un pellerossa, simbolo del Terzo Mondo, un ufficiale nordista, incarnazione dell'imperialismo americano e, di quando in quando, gli interpreti del film, intenti a costruire il film stesso discutendo l'impostazione delle varie scene, alcune voci fuori campo attaccano, con citazioni di Mao, Lenin e Stalin il revisionismo dell'Unione Sovietica e dei comunisti occidentali, la borghesia, l'autogestione jugoslava, i sindacati, il cinema sovietico, la coesistenza pacifica. Il tutto si conclude con un appello alla rivoluzione.

Sc.: J-L. Godard, Sergio Bazzini, Daniel Cohn Bendit; Fot.: Mario Vulpiani; Int.: Gian Maria Volonté, Anne Wiazemsky, Cristiana Tullio-Altan.

 

- LUN 12, h. 18.15, MER 14, h. 21.20

Gruppo Dziga Vertov

Lotte in Italia

Italia/Francia 1970, 59’, col., v.o. sott. it.

Il processo di trasformazione di una ragazza borghese, militante in un gruppo extraparlamentare, ma ancora legata all’ideologia della sua classe d’origine. All’inizio la vediamo mentre prepara un volantino politico e discute con i compagni. Quindi contesta le lezioni di un professore idealista. A casa è costretta a sopportare la vita famigliare e le discussioni sempre uguali con i genitori. Fra una sequenza e l’altra si impongono lunghi istanti di schermo nero. Alla fine, un nuovo cartello, introduce la seconda parte: Paola è inquadrata di fronte ad uno specchio e si presenta come una ragazza diversa da quella che abbiamo visto fino ad ora. “Sono io ma nello stesso tempo non è me che avete visto finora…”. Il film era stato commissionato dalla Rai a Godard, ma poi rifiutato e portato a termine con l’aiuto di un produttore privato.

Int. Jerome Hinstin, A. Wiazemsky, C. Tullio-Altan.

 

- MAR 13 e MER 14, h. 16.30

Gruppo Dziga Vertov

Vladimir et Rosa

Francia/Germania/Usa 1970, 103’, col., v.o. sott. it.

Il film si ispira al processo degli otto di Chicago, i leader della contestazione americana accusati di aver provocato una sommossa in occasione della Convenzione democratica di Chicago nell’agosto 1968. Non si tratta di una ricostruzione documentaristica dell’episodio, né di un montaggio di immagini di repertorio o di vere interviste. Si potrebbe parlare di “cinegiornale ricostruito” dove appaiono, come attori, gli stessi Godard e Gorin, nella parte di due accusati. Mediometraggio realizzato per la tv tedesca ma mai mandato in onda.

 

- MAR 13, h. 18.30, MER 14, h. 20.30

Gruppo Dziga Vertov

Letter to Jane – An Investigation About a Still

Francia 1972, 52’, col., v.o. sott. it.

In occasione della presentazione di Crepa padrone, tutto va bene ai festival di New York e di San Francisco, Godard e Gorin realizzano questo “commento” filmato con continui riferimenti sia visivi che sonori al film. Il titolo si riferisce ad una foto di Jane Fonda che “ognuno di noi ha usato per andare in Vietnam”, dichiara Godard. I due registi analizzano l’espressione del volto di Jane Fonda e la confrontano con altre sue immagini, per concludere che si tratta dell’immagine di un’attrice tragica. Realizzato in inglese per il pubblico americano, non è mai stato mostrato in Europa.

 

- MER 14, h. 18.30, MAR 27, h. 20.30

Jean-Luc Godard, Jean-Pierre Gorin

Crepa padrone, tutto va bene

Tout va bien

Francia 1972, 95’, col., v.o. sott. it.

Susan, una giornalista americana il cui interesse è rivolto alla sinistra extraparlamentare, e suo marito Jacques, un regista della 'nouvelle vague' ripiegato per motivi 'alimentari' sui film pubblicitari, si trovano coinvolti nello 'sciopero selvaggio' che tiene bloccata una fabbrica di salumi. Sequestrati per cinque interi giorni assieme col direttore in una stanza dell'opificio, essi ascoltano, dalla bocca degli operai, la descrizione delle loro condizioni di lavoro, ricevendone una salutare lezione. Da allora cambierà non solo il loro modo di vivere il matrimonio, ma anche quello di essere.

Sc.: J-L. Godard, J-P. Gorin; Fot.: Armand Marco; Int.: Yves Montand, Jane Fonda, Vittorio Caprioli.

 

- LUN 26, h. 16.00, MAR 28, h. 22.30

Jean-Luc Godard, Anne Marie Miéville

Ici et ailleurs

Francia 1976, 88’, col., v.o. sott. it.

Le esistenze di due famiglie, una francese, l'altra palestinese, vengono messe in parallelo. Mentre in Israele, i Palestinesi vivono nei campi profughi continuando a sperare di trovare una nuova patria, battendosi e morendo per i loro ideali, la famiglia francese si riunisce davanti alla televisione. Il padre ha appena perso l'impiego incrinando così il delicato equilibrio familiare. Basta poco a questo punto a scatenare una lite e le loro grida si levano alte, pronte a coprire il pianto degli altri.

Sc.: J-L. Godard, A. M. Miéville; Fot.: William Lubtchansky.

 

- LUN 26, h. 17.15, SAB 1, h. 16.30

Jean-Luc Godard, Anne Marie Miéville

Numéro deux

Francia 1975, 88’, col., v.o. sott. it.

Film provocatorio con cui Godard e Miéville intendevano a girare di nuovo All’ultimo respiro  con lo stesso ridottissimo budget di sessanta milioni che gli erano bastati quindici anni prima. Del vecchio film con Belmondo non è rimasto nulla, ad eccezione di un frammento di dialogo recitato da due bambini. A rendere questo film il “numero due” rispetto al suo primo lungometraggio,  sono, infatti, le condizioni produttive e tecniche di allora.

Sc.: J-L. Godard, A. M. Miéville; Fot.: W. Lubtchansky; Int.: Sandrine Battistella, Pierre Oudry, Alexandre Rignault.

 

- LUN 26, h. 19.00, MAR 27, h. 16.30

Gruppo Dziga Vertov

Pravda

Francia 1969, 58’, col., v.o. sott. it.

Il film si presenta come un reportage sulla Cecoslovacchia dopo l’invasione sovietica, commentato dai dialoghi di una coppia dai nomi emblematici di Vladimir e Rosa. La prima parte del film scorrono sullo schermo immagini della Cecoslovacchia del tempo, mentre il commento pone l’accento sulla occidentalizzazione del paese e sui modi in cui si presenta il socialismo.

 

- MAR 27, h. 17.45, SAB 1, h. 18.15

Jean-Luc Godard, Anne Marie Miéville

Comment ça va?

Francia 1976, 78’, col., v.o. sott. it.

Il problema del vedere, del rapporto tra visione e scrittura, è al centro del film. Il tema centrale sono le discussioni che sorgono in una redazione un po’ particolare, l’ufficio stampa del partito comunista francese sulle immagini da selezionare per un video di propaganda politica o per illustrare una pubblicazione sul Portogallo. Da questo spunto si muove il film per assumere la struttura del pamphlet sull’informazione e sulle comunicazioni di massa. “Non ci sono mai due soluzioni ad un problema, ci sono sempre due problemi e una sola soluzione”, Si dice nel film.

Sc.: J-L. Godard, A. M. Miéville; Fot.: W. Lubtchansky; Int.: Michel Marot, A.M. Miéville.

 

- VEN 30, h. 16.30, DOM 2, h. 20.30

Jean-Luc Godard

Si salvi chi può (la vita)

Sauve qui peut (la vie)

Francia 1980, 89’, col., v.o. sott. it.

La Vita di Paul - un regista televisivo - è divisa tra l'amante Denise e la moglie, che si è separata da lui ed ha con sé la figlia Cécile. Ma Denise, decisa a coltivare la propria vocazione di scrittrice, vuole ritirarsi nella calma della campagna e Paul, anche se persuaso che si tratta della scelta migliore, fa il possibile per contrastarla, senza riuscirci. Alla stazione incontra moglie e figlia e propone loro che gli incontri mensili, fin qui sbrigativi e poco affettuosi, si svolgano invece settimanalmente. Subito dopo, però, un'automobile lo investe uccidendolo sul colpo. Madre e figlia si allontanano rapidamente, del tutto indifferenti all'accaduto. Nella vicenda si inserisce occasionalmente quella di Isabelle, una giovane prostituta di lusso, disposta a qualsiasi esperienza pur di procurarsi il denaro necessario all'acquisto di un alloggio in cui rifugiarsi.

Sc.: J-L. Godard, A. M. Miéville, Jean-Claude Carriére; Fot.: Renato Berta, W. Lubtchansky;Int.: Isabelle Huppert, Jacques Dutronc, Nathalie Baye.

 

- VEN 30, h. 18.00, DOM 2, h. 22.00

Jean-Luc Godard

Quelques remarques sur la réalisation et la production du film «Sauve qui peut (la vie)» / Scénario de «sauve qui peut (la vie)»

Francia/Svizzera 1979, 20’, col., v.o. sott. it.

Godard parla di sovrimpressioni, ralenti e dissolvenze in un diario per immagini sull’ideazione di Si

salvi chi può (la vita).

 

- VEN 30, h. 18.20, DOM 2, h. 22.20

Jean-Luc Godard

Changer d’image (Changement o lettre à ma bien aimée)

Francia 1982, 9', col., v.o. sott. it.

Episodio della serie Le changement a plus d'un titre. Elezioni presidenziali del 1981: Godard, “come un resistente in territorio occupato” denuncia l'onnipresenza della televisione e si mostra legato e torturato ad una sedia. “Un tecnico della televisione è un collaborazionista”.

Sc.: J-L. Godard; Fot.: Jean-Bernard Menoud; Int.: Jecques Probst, J-L. Godard.

 

- VEN 30, h. 18.30, DOM 2, h. 22.30

Jean-Luc Godard

Lettre à Freddy Buache

Svizzera 1982, 11’, col., v.o. sott. it.

"Il procedimento cromatico allo stato puro: vi è l'alto e il basso, la Losanna blu, celeste, e la Losanna verde, terrestre, acquatica. (…) I colori sono diventati categorie quasi matematiche nelle quali la città riflette le proprie immagini e ne fa un problema" (Gilles Deleuze).

Sc.: J-L. Godard; Fot.: JeanBernard Menoud, Pierre Binggeli.

 

- SAB 1, h. 20.30, DOM 2, h. 16.30

Jean-Luc Godard

Passion

Francia/Svizzera 1982, 89’, col., v.o. sott. it.

Finanziato da un esigente produttore, il regista polacco Jerzy e la sua troupe stanno girando - in una località svizzera - Passion, un film centrato soprattutto su Tableaux vivants che riproducono quadri di autori celebri. Ma Jerzy ha mille problemi tecnici, a partire da quello della più perfetta resa delle luci: da ciò la sua irritazione permanente e la sua eterna ricerca. In più, nella relativa quiete dell'ambiente locale, l'uomo è attratto da due donne: la pia, matura ed esperta Anna, padrona dell'albergo, e la giovanissima Isabelle, balbuziente ma pugnace operaia della fabbrica di Michel, marito dell'altra, uomo dispotico e sordo alle istanze sociali. Così, mentre il regista tenta di fare riprese soddisfacenti dei suoi gruppi in posa, Isabelle agita le compagne e finisce con il farsi licenziare.

Sc.: J-L. Godard; Fot.: R. Coutard; Int.: Isabelle Huppert, Michel Piccoli, Hanna Schygulla.

 

- SAB 1, h. 22.15, DOM 2, h. 18.15

Passion, le travail et l’amour. Introduction à un scénario (Troisième état du scénario du film Passion)

Francia/Svizzera 1981, 20’, col., v.o. sott. it.

Le prime prove di Passion, che inizialmente si doveva girare negli studi di Coppola e la fuga di Godard da Hollywood.

 

- SAB 1, h. 22.40, DOM 2, h. 18.40

Scénario du film Passion

Svizzera 1982, 54’, col., v.o. sott. it.

Godard in moviola parla del film che sta missando: “Io volevo vedere la storia di Passion, c'erano degli elementi, ma bisognava vederli, per vedere se questo mondo poteva esistere”.

Sc.: J-L. Godard; Fot.: J-B. Menoud, P. Binggeli.