Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo Il mito e la favola: Sergio Leone restaurato

Cinema Massimo – Dal 5 al 20 luglio 2010

Il Museo Nazionale del Cinema rende omaggio all’opera di Sergio Leone – considerato uno dei più grandi registi della storia del cinema, padre indiscusso del genere spaghetti western nonché sceneggiatore e produttore cinematografico – con una retrospettiva completa dal titolo Il mito e la favola: Sergio Leone restaurato.

La retrospettiva, che avrà luogo al Cinema Massimo dal 5 al 20 luglio 2010, è un progetto della Cineteca del Comune di Bologna che, con il Laboratorio L’Immagine Ritrovata, ha curato i restauri di gran parte della sua opera. Si ringrazia Ripley’s Film per la disponibilità del suo restauro di Per un pugno di dollari.

La rassegna dedicata al maestro sarà inaugurata lunedì 5 luglio 2010 alle ore 20.45 nella sala Tre del Cinema Massimo, con la proiezione del film, capostipite del genere spaghetti western, Per qualche dollaro in più (Italia/Spagna/Germania 1965) nella copia restaurata dalla Cineteca del Comune di Bologna. Ingresso 5,50/4,00/3,00 euro.

 

Sergio Leone

Per qualche dollaro in più

Italia/Spagna/Germania 1965, 132’, col.

Copia restaurata dalla Cineteca del Comune di Bologna

Due cacciatori di taglie si mettono a caccia dell'Indio, capo di un'agguerrita banda, sul quale pende la taglia di ventimila dollari. Sono il Monco, giovane e audace pistolero, e il Colonnello, un uomo maturo che studia ed esegue le sue imprese con freddezza. Giunti a El Paso, i due si accordano per l'impresa. Il Monco si fa accogliere tra i membri della banda e il Colonnello agisce dall'esterno. Non tutto va secondo i loro piani e, scoperti, devono agire frontalmente contro l'Indio e i suoi. Alla fine i due pistoleri si scontrano con l'Indio, che viene ucciso dal Colonnello per vendicare la morte del fratello. Al Monco rimarrà la taglia dato che il socio si ritiene pago della vendetta.

Sc.: Luciano Vincenzoni, S. Leone, Fot.: Massimo Dallamano; Int.: Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Gian Maria Volontè.

 

Il mito e la favola. Sergio Leone restaurato

di Gianni Volpi

 

Sette film in quasi trent’anni, eppure bastano poche immagini per definire il paesaggio d’autore di Sergio Leone. Per esempio, il duello finale (“Al cuore, Ramon!”) di Per un pugno di dollari (1964), film capostipite di un genere, lo spaghetti western, che per anni si è identificato con quasi tutto il cinema italiano. Da subito Leone crea un universo che somiglia al western, ma non è il western. Il paesaggio è quello di una terra di nessuno, anzi: di nessuna parte; la visione è, inesorabilmente, nostrana, e icastica. Leone sosteneva di avere una “fantasia onirica” e in effetti è stato, sin dagli inizi, un creatore ipervisuale: il primo cineasta post-moderno, come sosteneva Baudrillard.

Scene, tipi (l’eroe, poncho sigaro pistola da sicario cinico, come Shane viene dal nulla, anzi è proprio il Senza Nome), corpi di attori (su tutti, Clint Eastwood, attore di serial televisivi ma che aveva in sé l’americanità assoluta di un Henry Fonda), lo spazio come campi lunghissimi, dettagli di volti e occhi che impongono l’oggettività di un sentimento, silenzi senza fine e esplosioni parossistiche di crudeltà, riti stilizzati, a tratti di solennità “giapponese” (Per un pugno di dollari è un geniale plagio di La fortezza nascosta di Kurosawa): tutto ciò resta nella memoria, al pari della musica di Ennio Morricone che integra in se stessa suoni stravaganti (fischi, campane, fruste). Prende così corpo un epos straccione e ribaldo da subito riconosciuto dallo spettatore nella sua realtà tutta e solo cinematografica. Per qualche dollaro in più (1965) lo porterà a compimento, Il buono, il brutto, il cattivo (1966) gli darà una dimensione di tragicomica epopea sullo sfondo della guerra di Secessione. Quello di Leone è, nella “trilogia del dollaro”, un cinema di esibito, iperbolico, caricaturale manierismo. Siamo altrove rispetto a un John Ford, che aveva radici così profonde in una Storia, in una Leggenda, in una comunità; con lui Leone ha in comune solo la capacità di creare capolavori senza mai tradire la sua professione di regista popolare.

Assieme a quello di Wenders, quello di Leone è il più straordinario viaggio nell’immaginario americano da parte di un cineasta europeo (e che tale resta di sguardo). Con C’era una volta il West (1968) tenta una sintesi immaginosa e perversa dell’universo della Frontiera, protagonista un Henry Fonda in uno dei suoi rari ruoli negativi, killer glaciale che compie espropri forzosi. Il set ora non è più in Spagna, ma in America, l’attraversamento del West che Leone compie, si fa più interno, disseminato di figure grandiose, picaresche, misteriose o ciniche, che sembrano esaltare il suo controverso materialismo. Con Giù la testa (1971), in tempi di impegno politico, affronta il tema del traditore e dell’eroe sullo sfondo di un discorso anti-imperialista, pur senza rinunciare al piacere della favola. Fra gli sceneggiatori, appaiono i nomi di Bertolucci e Argento accanto a quelli degli specialisti De Leo, Tessari, Donati, Vincenzoni - o Ennio De Concini, instancabile fornitore di idee di generi, che per Leone aveva scritto il peplum Il colosso di Rodi (1961). Questa possente e chiusa seconda trilogia sul West e l’America e la Rivoluzione, suscita l’ammirazione, anche se capiamo chi continua a preferire la prima, quella del dollaro, dove “l’inautentico è esplosivo, spavaldo, divertito, rivendicato, autoironico e non sacramentale”.

In ogni caso, C’era una volta in America (1984) resta il film definitivo di Leone. Eccentrica saga gangsteristica, sontuoso riepilogo di miti e archetipi del cinema nero americano, è il film del passaggio dal territorio western a quello urbano. L'architettura narrativa si fa labirintica, commistiona tempi e fatti, ricorda e prefigura. Il racconto si muove tra gli anni Venti e Trenta e il 1968, tra le memorie di Noodles/De Niro su gangster ebrei e un’amicizia tradita, e il delirio di un vecchio fumatore di oppio. Un epos che è tale solo grazie alla forza di uno stile che è un viaggio nella memoria del cinema così smisurato, così immerso nella propria materia, da farsi esso stesso mitico. “L’America più la conosco, più la amo, e più me ne sento lontano anni luce”, diceva allora Leone, ma l’America resta il solo paesaggio possibile per storie come le sue, rese uniche da quel segno così peculiare di scatenamento che ha influenzato tanto cinema americano: perché una “storia è poca cosa quando non proviene da un mito imploso”.

 

PROGRAMMA DELLE PROIEZIONI

 

- MAR 6, h. 16.30/21.00

Sergio Leone

Per un pugno di dollari

Italia/Spagna/Germania 1964, 99’, col.

Copia restaurata da Ripley’s Film e Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale

Joe, un solitario pistolero, arriva a San Miguel, cittadina al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, dove due famiglie, i Rojo e i Morales, si fanno la guerra da anni per il monopolio del contrabbando di alcool e di armi. In un complicato gioco di delazioni, di colpi di mano e di indagini, Joe aizza gli uni contro gli altri, sperando che si eliminino a vicenda. Scoperto da uno dei Rojo, Joe viene torturato senza pietà. Riuscito a fuggire, tornerà a San Miguel per vendicarsi dei nemici.

Sc.: S. Leone, Duccio Tessari, Fernando Di Leo, Victor A. Catena; Fot.: Massimo Dallamano, Federico G. Larraya, Stelvio Massi; Int.: Clint Eastwood, Marianne Koch, Gian Maria Volontè.

 

- LUN 5, h. 20.45, MAR 6, h. 18.30, MER 7, h. 16.00/18.30/21.00

Sergio Leone

Per qualche dollaro in più

Italia/Spagna/Germania 1965, 132’, col.

Copia restaurata dalla Cineteca del Comune di Bologna

Due cacciatori di taglie si mettono a caccia dell'Indio, capo di un'agguerrita banda, sul quale pende la taglia di ventimila dollari. Sono il Monco, giovane e audace pistolero, e il Colonnello, un uomo maturo che studia ed esegue le sue imprese con freddezza. Giunti a El Paso, i due si accordano per l'impresa. Il Monco si fa accogliere tra i membri della banda e il Colonnello agisce dall'esterno. Non tutto va secondo i loro piani e, scoperti, devono agire frontalmente contro l'Indio e i suoi. Alla fine i due pistoleri si scontrano con l'Indio, che viene ucciso dal Colonnello per vendicare la morte del fratello. Al Monco rimarrà la taglia dato che il socio si ritiene pago della vendetta.

Sc.: Luciano Vincenzoni, S. Leone, Fot.: Massimo Dallamano; Int.: Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Gian Maria Volontè.

 

- GIO 8, h. 16.30, VEN 9, h. 21.00 (versione inglese sottotitolata), VEN 9, h. 15.00/18.00 (versione italiana)

Sergio Leone

Il buono, il brutto, il cattivo

Italia/Spagna/Germania 1966, 161’, col., v.it./v.ingl. sott.it.

Copia restaurata dalla Cineteca del Comune di Bologna

Mentre divampa la Guerra di Secessione, tre uomini privi di scrupoli e di ideali vivono ai margini della legalità: Tuco "il brutto", Joe "il buono" e Sentenza "il cattivo". Sentenza è da tempo sulle tracce di una grande quantità d'oro nascosta al sicuro dentro una tomba dal temibile Bill Carson. Per uno scherzo del destino, però, è il buono a scoprire quale sia il nome scritto sulla tomba e il brutto a individuarne l'ubicazione. Così i tre uomini, che si odiano e non si fidano l'uno dell'altro, sono costretti a iniziare insieme le ricerche, legati dal destino e dalla stringente necessità di sorvegliarsi l'un l'altro giorno e notte.

Sc.: Age, Scarpelli, Luciano Vincenzoni, S. Leone; Fot.: Tonino Delli Colli; Int.: Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Eli Wallach.

 

- SAB 10 e DOM 11, h. 15.00/18.00/21.00

Sergio Leone

C’era una volta il West

Italia/Usa 1968, 175’, col.

Copia restaurata dalla Cineteca del Comune di Bologna

Cinque personaggi si scontrano per una sorgente d'acqua: Morton, magnate delle ferrovie, ha bisogno dell'acqua per le sue locomotive e ha fatto eliminare i proprietari legittimi, i McBain, dal suo feroce sicario Frank; Jill, ex-prostituta, si ritrova vedova di un McBain; il bandito Cheyenne, accusato della strage dei McBain; il misterioso uomo dall'armonica che vuole vendicare il fratello. Il soggetto è stato scritto dal regista con Dario Argento e Bernardo Bertolucci.

Sc.: S. Leone, Sergio Donati; Fot.: Tonino Delli Colli; Int.: Henry Fonda, Claudia Cardinale, Jason Robards.

 

- LUN 12, h. 16.00/18.30/21.00

Sergio Leone

Il colosso di Rodi

Italia/Spagna/Francia 1961, 127’, col.

Copia restaurata dalla Cineteca del Comune di Bologna

III secolo avanti Cristo. Dopo la sua vittoria sui Persiani, l'eroe ateniese Dario si reca sull’isola di Rodi per tornare in forze. Nell'isola è grande il malcontento contro il re Serse, costruttore del famoso colosso che chiude l'imboccatura del porto. Un gruppo di congiurati convincono Dario ad abbracciare la loro causa e a chiedere la solidarietà degli Arconti ateniesi. Ma nessuna nave può lasciar l'isola senza il permesso di Serse. Dario chiede aiuto a Diana, figlia del costruttore del colosso, ignorando che la ragazza è legata segretamente al tirannico consigliere reale.

Sc.: Duccio Tessari, Luciano Martino, S. Leone; Fot.: Antonio Ballesteros, Emilio Foriscot; Int.: Rory Calhoun, Roberto Camardiel, Lea Massari.

 

- SAB 17, h. 15.00/18.00/21.00 (versione italiana), DOM 18, h. 15.00/18.00/21.00 (versione inglese sottotitolata)

Sergio Leone

Giù la testa

Italia 1971, 157’, col., v.it./v.ingl. sott.it.

Copia restaurata dalla Cineteca del Comune di Bologna

Il fuorilegge messicano Juan Miranda, padre di cinque figli che lo aiutano nelle sue imprese banditesche, si ritrova a combattere coi rivoltosi di Villa e Zapata. Dopo aver preso parte alla conquista della cittadina di Mesa Verde e alla distruzione delle truppe di uno spietato massacratore di peones, Juan scopre che questi, riuscito a salvarsi, ha fatto uccidere, con altri ribelli rifugiatisi sui monti, i suoi cinque figli. Tentando una disperata sortita contro i "regulares", che lo hanno stretto d'assedio in una grotta, Miranda diventa loro prigioniero, ma il suo compagno John Mallory lo salva in extremis dalla fucilazione. Solo alla fine, dopo innumerevoli battaglie, Juan aderisce alla causa rivoluzionaria.

Sc.: Luciano Vincenzoni, S. Leone, Sergio Donati; Fot.: Giuseppe Ruzzolini; Int.: James Coburn, Rod Steiger, Romolo Valli.

 

- LUN 19, h. 16.30/18.45/21.00, MAR 20, h. 16.00/18.15

Tonino Valerii

Il mio nome è Nessuno

Italia/Francia/Germania 1973, 117’, col., v.ingl. sott.it.

Copia restaurata dalla Cineteca del Comune di Bologna

Il giovane e scanzonato Nessuno, più pronto alla beffa che all'uso della pistola, ha come suo modello il leggendario pistolero Jack Beauregard. Anziano e stanco, questi s'accontenta di prendergli dell'oro, non desiderando ormai altro che lasciare il West e imbarcarsi per l'Europa. Quando Nessuno, che non ha mai cessato di tallonare l'uomo che ammira, scopre la deludente verità, decide di non lasciar partire Beauregard prima di avergli fatto compiere un'ultima impresa che, a suo dire, dovrà farlo entrare nella storia. Da un soggetto di Sergio Leone, Ernesto Gastaldi e Fulvio Morsella.

Sc.: Ernesto Gastaldi; Fot.: Giuseppe Ruzzolini, Armando Nannuzzi; Int.: Terence Hill, Henry Fonda, Leo Gordon.

 

- MAR 20, h. 20.30

Sergio Leone

C’era una volta in America / Once Upon a Time in America

Usa/Italia 1984, 229’, col.

Copia cortesemente prestata dalla famiglia Leone

Terzo episodio della cosiddetta trilogia del tempo, di cui fanno parte i precedenti C'era una volta il West e Giù la testa. Il film racconta le drammatiche avventure di David Aaronson detto Noodles, gangster dedito all'oppio, e del suo amico Maximilian "Max" Bercovicz, che si consuma nell'arco di quarant'anni, dagli anni Trenta agli anni Sessanta, passando dal ghetto ebraico all'ambiente della malavita organizzata nella New York del proibizionismo e del post-proibizionismo. La colonna sonora è di Ennio Morricone.

Sc.: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, S. Leone, dal romanzo di Harry Grey; Fot.: Tonino Delli Colli; Int.: Robert De Niro, James Woods, Joe Pesci.