Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo American Outsider. Retrospettiva Jim Jarmusch

Cinema Massimo, dal 31 agosto al 17 settembre 2011

Il Museo Nazionale del Cinema dedica a Jim Jarmusch – considerato uno dei più grandi cineasti del cinema indipendente – una retrospettiva integrale dal titolo American Outsider. Retrospettiva Jim Jarmusch. L’omaggio al regista statunitense è un progetto del Museo Nazionale del Cinema.

Inizialmente influenzato dallo sguardo apparentemente neutro nell’osservare umanità e i luoghi marginali e periferici di Wim Wenders, il grande regista Jim Jarmusch, nato ad Akron in Ohio nel 1953, ma newyorkese d’adozione, ha poi aggiunto nel tempo un particolare humour e un gusto del raccontare sospeso tra l'ironia, il minimalismo e la citazione pulp. Nel cinema di Jarmusch, gli ambienti e gli spazi che ospitano le azioni dei personaggi sono concepiti come espressione dello stato d'animo degli individui che li attraversano. Le città degli Stati Uniti rappresentate soprattutto nelle prime pellicole del regista (New York, Cleveland, Memphis, New Orleans, Los Angeles) difficilmente si differenziano l'una dall'altra. Sono spazi che sembrano ripetersi, situazioni che ritornano continuamente, in cui i personaggi affermano di essere già stati nel posto in cui giungono per la prima volta. Lo stesso autore afferma: “Oggi gli Stati Uniti sono simili in ogni parte. Puoi spostarti di migliaia di chilometri e ritrovare la stessa geografia. Il paesaggio non definisce più dove sei”.

La sua prima opera cinematografica è Permanent Vacation del 1980, mediometraggio realizzato come tesi di laurea, mentre nel 1984 il regista partorisce Stranger than Paradise, grazie al quale riscuote un notevole successo al Festival di Cannes dello stesso anno, vincendo la Caméra d'or, premio per il miglior film d'esordio. Del 2003 l'uscita del film a episodi iniziato negli anni ‘80 Coffee and Cigarettes, manifesto della sua poetica minimalista fatta di quotidianità e semplicità, mentre è del 2005 Broken Flowers, presentato al Festival di Cannes, grazie al quale riceve il Grand Prix Speciale della Giuria.

La rassegna sarà inaugurata mercoledì 31 agosto 2011, alle ore 16.30, presso la Sala Tre del Cinema Massimo, con la proiezione di Permanent Vacation, saggio di regia di Jim Jarmusch alla scuola di New York che venne subito distribuito nel circuito d'essai internazionale. Ingresso 5,50/4,00/3,00 euro.

 

Permanent Vacation

(Usa 1980, 80’, b/n, v.o. sott.it.)

Saggio di regia di Jim Jarmusch alla scuola di New York che venne subito distribuito nel circuito d'essai internazionale. In una New York semideserta, dopo una guerra non precisata, si descrive la deriva vagabonda del giovane Aloysius, i suoi incontri e i rapporti deteriorati con la sua ragazza. Oltre a scrivere la sceneggiatura, Jarmusch ne curò anche il montaggio e le musiche con John Lurie.

Sc.: J. Jarmush; Fot.: Jim Lebovitz, Tom Di Cillo; Int.: Chris Parker, Leila Gastil, John Lurie.

 

 

American Outsider. Retrospettiva Jim Jarmusch

di Umberto Mosca

 

Jim Jarmusch è il cineasta che meglio di ogni altro, negli ultimi trent’anni, ha riletto in chiave critica, reinterpretandola e spesso cambiandola di segno, la mitologia on the road che è il cardine della cultura nordamericana. La sua “poetica del viaggio”, formulata all’epoca degli esordi, nel clima della new wave newyorkese e dopo le collaborazioni con Wim Wenders, prevede un radicale ripensamento del rapporto tra i personaggi e il paesaggio, basato sul minimalismo delle azioni e sulla rarefazione narrativa. La filmografia di Jarmusch realizza una mappa completa della geografia degli Stati Uniti, da New York a Los Angeles, dai Grandi Laghi al profondo Sud sino al Wild West, toccando le zone più sconosciute della Provincia anonima e sterminata. Senza dimenticare che i suoi film spesso ricavano dall’incontro con l’Europa e le sue culture un termine di confronto decisivo per l’esperienza dei personaggi, facendo dell’autore il marchio di riferimento rispetto ai temi dell’identità, dello sradicamento e del multiculturalismo.

Nel suo ultimo lungometraggio, The Limits of Control, del 2009, Jarmusch realizza un ulteriore passo nella direzione di quel minimalismo del racconto che ha sempre caratterizzato le sue opere. Dopo l’esperienza di una certa svagata leggerezza da commedia, che con Broken Flowers gli aveva assicurato l’attenzione di un’audience decisamente più vasta e collocata ben oltre la sfera della cinefilia, nel nuovo film si coglie l’intenzione chiara di continuare a fare un percorso personale, senza alcuna concessione alle attese del grande pubblico. E se da un lato il racconto diluisce ai limiti dell’essenzialità i segni di generi quali il noir e il road movie, sul piano figurativo assistiamo a un’entusiasmante tendenza  verso l’astrazione. È anche la prima volta che Jarmusch fa dei riferimenti così espliciti alla pittura, in particolare all’arte spagnola contemporanea.  Avvalendosi del formidabile occhio fotografico di Christopher Doyle (il direttore della fotografia di Wong Kar Wai e uno dei massimi artisti visivi di oggi), The Limits of Control è un album di inquadrature di fronte al quale lo spettatore attento ha la sensazione di uno sguardo inedito, nonostante ritornino con puntualità i tratti inconfondibili di una poetica che rimanda a una concezione distaccata dell’esistenza, alla cultura orientale, all’incomunicabilità e all’affinità tra le anime simili. Con il suo elogio della lentezza, ma anche con lo straordinario spazio lasciato alla fruizione dello spettatore, Jarmusch conferma di essere una figura unica che riesce ad apparire clamorosamente fuori moda, ma allo stesso tempo modernissima per la sua idea aperta ed ambigua dell’Arte.

La vita artistica di Jarmusch è intrinsecamente legata alla storia della musica americana, di cui i suoi film rappresentano un ricco e inesauribile compendio di scoperte e citazioni. Con Broken Flowers e con The Limits of Control la musica diventa world, con le interessanti collaborazioni di Mulatu Astatke e dei Boris, band giapponese di rock sperimentale. Un’arte dell’incontro e del confronto, quella del cineasta, che diventano un vero e proprio “metodo di lavoro”, con le sceneggiature elaborate a partire dall’esperienza personale con attori che prima di tutto sono delle persone e degli amici (da John Lurie a Tom Waits, da Neil Young a Joe Strummer, da Johnny Depp a Forest Whitaker, da Bill Murray a Roberto Benigni, da Tilda Swinton a Youki Kudoh). Una vera e propria comunità di anime affini, appunto, che è alla base della partecipazione di Jarmusch ai film degli amici Alex Cox, Aki Kaurismaki, Mika Kaurismaki, Wayne Wang, dove è anche apparso in memorabili cammei. Prodotto di un’intensa affinità umana tra artisti è il documentario musicale Year of the Horse (1997), dedicato a Neil Young & Crazy Horse, di cui The Limits of Control ripropone attraverso le chitarre dei Boris sorprendenti assonanze.

 

 

American Outsider. Retrospettiva Jim Jarmusch

 

CALENDARIO DELLE PROIEZIONI

 

 

MER 31 AGO, h. 16.30, SAB 17 SETT, h. 20.30

Permanent Vacation

(Usa 1980, 80’, b/n, v.o. sott.it.)

Saggio di regia di Jim Jarmusch alla scuola di New York che venne subito distribuito nel circuito d'essai internazionale. In una New York semideserta, dopo una guerra non precisata, si descrive la deriva vagabonda del giovane Aloysius, i suoi incontri e i rapporti deteriorati con la sua ragazza. Oltre a scrivere la sceneggiatura, Jarmusch ne curò anche il montaggio e le musiche con John Lurie.

Sc.: J. Jarmush; Fot.: Jim Lebovitz, Tom Di Cillo; Int.: Chris Parker, Leila Gastil, John Lurie.

 

MER 31 AGO, h. 18.00, SAB 10 SETT, h. 18.10, SAB 17 SETT, h. 22.00

Ghost Dog – Il codice del samurai (Ghost Dog: The Way of the Samurai)

(Usa/Francia/Germania 1999, 111’, col., v.o. sott.it.)

Ghost Dog è un sicario che vive solitario in una sporca terrazza del New Jersey seguendo i precetti del Bushidō, il codice di comportamento dei samurai. Vive semplicemente, allevando i suoi amati piccioni, e servendo il suo signore, un mafioso italoamericano che gli salvò la vita otto anni prima. Fino a quando si trova faccia a faccia con la figlia del padrino. E le cose cambiano. Omaggio a Frank Costello, faccia d’angelo di Jean-Pierre Melville.

Proiezione digitale HD.

Sc.: J. Jarmusch; Fot.: Robby Müller; Int.: Forrest Whitaker, John Tormey, Cliff Gorman.

 

MER 31 AGO, h. 20.30, VEN 2 SETT, h. 18.30, SAB 17 SETT, h. 16.15

Stranger Than Paradise

(Usa/Germania 1984, 89’, b/n, v.o. sott.it.)

Film in tre atti: The New World è ambientato a New York e racconta la storia di Willie, che riceve la visita inaspettata di una sua cugina, Eva, dall'Ungheria. In One Year Later Willie decide con l'amico Eddie di partire a sua volta per Cleveland dove trascorre una breve vacanza e fa visita alla cugina. Infine Paradise racconta il viaggio dei tre ragazzi verso la Florida. Colonna sonora incontrastata è la canzone I Put a Spell on You di Screamin' Jay Hawkins.

Sc.: J. Jarmusch; Fot.: Tom Di Cillo; Int.: John Lurie, Richard Edson, Eszter Balint.

 

MER 31 AGO, h. 22.15, LUN 12 SETT, h. 16.30, VEN 16 SETT, h. 18.30

Mystery Train - Martedì notte a Memphis

Usa/Giappone 1989, 110’, col., v.o. sott.it.

Tre storie si intrecciano a Memphis: una coppia di giapponesi in pellegrinaggio nei luoghi mitici del rock; una ragazza italiana che vede il fantasma di Elvis durante la notte; un trio di balordi ubriaconi che si mette nei guai con una rapina a mano armata. Nel film compaiono anche Joe Strummer in un ruolo scritto appositamente per lui, Steve Buscemi, la voce di Tom Waits come dj radiofonico e Screamin' Jay Hawkins nel ruolo di un portiere d’albergo.

Sc.: J. Jarmusch; Fot.: Robby Müller; Int.: Masatoshi Nagase, Youki Kudoh, Nicoletta Braschi.

 

GIO 1 SETT, h. 16.30, SAB 10 SETT, h. 22.30

Broken Flowers

(Usa/Francia 2005, 101’, col., v.o. sott.it.)

Don Johnston è un dongiovanni cinquantenne in crisi di identità. Un giorno riceve una lettera rosa da un'anonima ex amante, che lo informa di avere avuto un figlio da lui. Don decide così di intraprendere un viaggio alla ricerca della donna che gli ha spedito la lettera. Eclettica la colonna sonora del film, composta principalmente da brani strumentali del jazzista etiope Mulatu Astatke, mescolata con garage rock, soul, reggae, musica classica. Dedicato a Jean Eustache.

Proiezione digitale HD.

Sc.: J. Jarmusch; Fot.: Frederick Elmes; Int.: Bill Murray, Sharon Stone, Jessica Lange.

 

GIO 1 SETT, h. 18.30, VEN 16 SETT, h. 16.30

Coffee and Cigarettes

Usa/Giappone/Italia 2003, 95’, b/n, v.o. sott.it.

Dodici episodi con ambientazione fissa compongono un progetto iniziato nell’86 e conclusosi diciassette anni dopo. Attorno a tavolini da bar con caffè e sigarette, Iggy Pop e Tom Waits parlano di batteristi e di dischi che mancano nel juke-box; il duo rock The White Stripes si interessa di condotti di energia; Alfred Molina e Steve Coogan si scambiano civili sospetti e colpi bassi; GZA e RZA (dei Wu-Tang Clan) incontrano l’acchiappafantasmi cameriere Bill Murray in incognito.

Sc.: J. Jarmusch; Fot.: Tom DiCillo, Robby Müller, Ellen Kuras, Frederick Elmes; Int.: Roberto Benigni, Steve Buscemi, Iggy Pop, Tom Waits.

 

GIO 1 e SAB 10 SETT, h. 20.30, MAR 13 SETT, h. 16.30

Daunbailò (Down by Law)

(Usa/Germania 1986, 107’, b/n, v.o. sott.it.)

Roberto, uno sprovveduto turista italiano in America, a causa di un omicidio involontario si ritrova in un carcere di New Orleans a condividere la cella con due delinquenti: Zack, un disc jockey-truffatore e Jack, uno sfruttatore di prostitute. Dopo l'iniziale diffidenza, riesce a conquistare la loro fiducia e insieme riescono a scappare. Terzo film di Jarmusch caratterizzato da un irresistibile combinazione tra il minimalismo dei dialoghi e quello delle musiche di Waits e Lourie.

Sc.: J. Jarmusch; Fot.: Robby  Müller; Int.: Tom Waits, Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, John Lurie.

 

GIO 1 SETT, h. 22.30, SAB 17 SETT, h. 18.00

Taxisti di notte (Night on Earth)

(Usa/Germania/Francia/Giappone 1991, 129’, col.)

La stessa notte in cinque città su cinque taxi. A Los Angeles una squinternata tassista carica un'agente cinematografica, a New York un tedesco immigrato dell'Est cede il volante a un nero di chiassosa esuberanza mediterranea, a Parigi un tassista nero deve portare una ragazza cieca aggressiva, a Roma un tassista confessa i suoi peccati sessuali a un prete moribondo, infine a Helsinki un tassista in gara di disperazione con i suoi clienti.

Sc.: J. Jarmusch; Fot.: Frederick Elmes; Int.: Gena Rowlands, Winona Ryder, Béatrice Dalle.

 

VEN 2 SETT, h. 16.30, MAR 13 SETT, h. 18.30

Dead Man

(Usa/Germania/Giappone 1995, 121’, col.)

Alla fine dell'Ottocento William Blake, giovane contabile, viaggia in treno da Cleveland in Ohio a Machine in Arizona alla ricerca di un impiego. Ucciso un uomo per legittima difesa, fugge braccato dai cacciatori di taglie. Lo aiuta il pellerossa Nessuno, convinto che sia l'omonimo poeta inglese. Ma il suo è un viaggio iniziatico verso la morte. Primo film di Jarmusch ambientato nel passato e anche il suo più costoso (9 milioni di dollari).

Sc.: J. Jarmusch; Fot.: Robby Müller; Int.: Johnny Depp, Alfred Molina, Gary Farmer.

 

VEN 2 SETT, h. 20.20, SAB 10 SETT, h. 16.00

The Limits of Control

(Usa/Giappone 2009, 116’, col., v.o. sott.it.)

Un uomo misterioso che non parla spagnolo viene mandato a Madrid con istruzioni criptiche e intermittenti. Nessuno è al corrente di quale sia il suo scopo ultimo o l’obiettivo che deve raggiungere. L’uomo non rivela nulla, non si capisce se sta lavorando ad un colpo, una rapina, un omicidio, oppure a una vendetta. Ultimo film di Jarmusch ancora inedito in Italia. Nel cast compaiono anche Tilda Swinton e l’attore messicano Gael Garcia Bernal. 

Proiezione digitale HD.

Sc.: J. Jarmusch; Fot.: Cristopher Doyle; Int.: Isaach De Bankolé, Bill Murray, John Hurt.

 

VEN 2 SETT, h. 22.30, LUN 12 SETT, h. 18.30

Year of the Horse

(Usa 1997, 106’, col., v.o. sott.it.)

Tributo di Jarmusch alla sua amicizia e collaborazione trentennale con Neil Young e i Crazy Horse. Il film è stato realizzato mettendo insieme materiali di repertorio girati tra il ‘78 e l’86, con riprese in super8 dei concerti della band. Il risultato è un film che si trasforma nella più paradossale e straordinaria performance dei musicisti coinvolti. Jarmusch conosce i Crazy Horse e la loro ricerca musicale troppo bene per farne un convenzionale rockumentary.

Proiezione video.