PIANETA AFRICA PER IL RWANDA

27 marzo 2015 – Cinema Massimo e 9 aprile 2015 – Museo Diffuso della Resistenza

Aprile è il mese in cui ebbe inizio il genocidio del Rwanda. Nel 1994, nel corso di circa tre mesi, un milione di persone furono trucidate in un conflitto che affonda le sue radici nella contraddizioni della storia e del colonialismo.

Pianeta Africa – iniziativa congiunta di Museo Nazionale del Cinema, Centro Piemontese di Studi Africani e Consorzio ONG piemontesi – vuole ricordare questa tragedia con due iniziative.

 

Venerdì 27 marzo alle ore 20.30 al Cinema Massimo verrà proiettato il film Imbabazi – The Pardon (Rwanda 2013, 73’, col.) di Joel Karekezi. Introduce Cecilia Pennacini.

A ventun’anni di distanza dal genocidio dei Tutsi che ha devastato il Rwanda, un film racconta la storia di una guerra difficile da accettare. “La storia è raccontata attraverso gli occhi di ruandesi e africani – spiega il regista – e si concentra sulla ricerca di una soluzione e del perdono. Sono io stesso un sopravvissuto al genocidio, ed è per questa ragione che ho voluto esplorare non solo il passato, ma anche il futuro del Rwanda”. Ingresso 3.00 euro.

Il film verrà proposto alle scuole lo stesso giorno alle ore 14.30, sempre al Cinema Massimo.

 

Il 9 aprile alle ore 17.00 il Museo Diffuso della Resistenza di Torino ospita l’evento di commemorazione del Genocidio in Ruanda con la proiezione del film La lista del Console del regista torinese Alessandro ROCCA, che ripercorre l’impegno umanitario del rappresentante diplomatico italiano nel Paese durante i mesi del conflitto armato che costò la vita a 800.000 ruandesi. A seguito della proiezione il giornalista Luciano SCALETTARI, coautore del libro da cui è tratto il film, dialogherà con il Console Costa, il regista e lo scrittore Daniele SCAGLIONE, autore del libro “Rwanda. Istruzioni per un genocidio”.

 

PIANETA AFRICA celebra così la figura di un concittadino che ha salvato centinaia di persone (molti dei quali bambini) dal massacro del genocidio che vent’anni fa ha coinvolto Ruanda e Burundi. Il suo operato è valso la Medaglia d’Oro al Valore Civile e la candidatura al Premio Nobel per la pace nel 2010.

 

All’evento, che si svolge nell’ambito delle attività dell’Iniziativa Italia-Africa promossa dal Ministero Affari esteri e Cooperazione internazionale, parteciperanno l’Ambasciatore del Ruanda responsabile per l’Italia con sede a Parigi, S.E. Jacques Kabale Nyangezi, e l’Ambasciatore a riposo Roberto Nigido, Presidente del Circolo Studi Diplomatici della Farnesina già consigliere diplomatico dei Presidenti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano.

 

Per ulteriori informazioni:

Ufficio Stampa Centro Studi Africani: 011 4365006 - segreteria@csapiemonte.it

Ufficio stampa Museo Nazionale del Cinema: 011 8138509 - geraci@museocinema.it

 

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IMBABAZI – THE PARDON

(Rwanda 2013, 73’,col.) di Joel Karekezi

 

Rwanda, 1994. Manzi e Karemera sono migliori amici, inseparabili fino a quando le inarrestabili forze della storia e della violenza li dividono.

A seguito della morte del presidente del Rwanda di etnia hutu, che getta il paese in una sanguinosa guerra civile a base etnica, Manzi deve decidere tra l’amicizia e la famiglia. È Karemera a pagarne l’orribile prezzo.

Quindici anni dopo, la vita di Karemera viene sconvolta dalla notizia del rilascio dalla prigione di Manzi. Karemera tenta di far tornare il suo amico d’infanzia in prigione, mentre Manzi lotta con il suo senso di colpa. Cercando rispettivamente giustizia e perdono, i due ex amici si ritrovano entrambi in contrasto con una società desiderosa di dimenticare il trauma del passato.

Manzi e Karemera riusciranno a rimanere fedeli a loro stessi e allo stesso tempo a venire a patti con il passato?

 

Il film

“In quanto regista ruandese, volevo raccontare gli eventi del periodo successivo al genocidio tutsi del 1994. In questo senso, Imbabazi - The Pardon è un film molto diverso rispetto agli altri che trattano del genocidio. Il film, che sperò porterà il pubblico ad avere una più profonda comprensione della nostra storia, è raccontato attraverso gli occhi dei ruandesi e degli africani e si focalizza sulla ricerca della pace e del perdono.

Ho scelto di raccontare la storia focalizzandomi più sui personaggi piuttosto che sugli eventi storici. Attraverso la relazione centrale del film, ovvero l’amicizia tra Karemera e Manzi e la loro tragica separazione, racconto la più ampia storia del genocidio tutsi.

Io stesso sono un sopravvissuto, ed è il motivo per il quale volevo analizzare non solo il passato del Rwanda, ma anche il suo futuro. Il tono del film è speranzoso, guarda alla riconciliazione e a un futuro migliore per le prossime generazioni di ruandesi. Mi sono basato sulla mia personale esperienza come ruandese e sopravvissuto per aiutare gli attori a identificarsi con i loro personaggi. Volevo portare questa storia sul grande schermo in un modo naturale, al fine di concentrare l’attenzione sui personaggi e il loro viaggio. Ho lavorato con i tecnici del suono per ricreare l’ambiente sonoro del Rwanda. Ho anche voluto utilizzare elementi musicali originari del Rwanda nella colonna sonora.

Come regista ruandese e africano, sono orgoglioso di aver dato il mio contributo nel far conoscere questo evento storico a un pubblico più ampio. Sono stato molto onorato di aver lavorato con la mia squadra durante tutto il processo di produzione per dar vita a questo progetto.

Spero che il pubblico coglierà il messaggio di speranza e perdono che è alla base di Imbabazi - The Pardon.”

 

 

LA LISTA DEL CONSOLE

(Rwanda: Costa's list) di Alessandro Rocca, Italia-Canada, 2010, 52'
Produzione SGI / Rai Cinema con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte (Piemonte Doc Film Fund)

 

“Decisi che avrei operato così. Mi sarei vestito sempre allo stesso modo per essere riconoscibile: pantaloni scuri, camicia azzurra, giacca grigia. Distribuite nelle tasche – e sempre nello stesso posto – avrei messo banconote da 5000 franchi rwandesi (circa 20 euro), da 1000, da 500 e, infine, da 100 franchi, per essere sempre pronto a estrarre la cifra giusta, senza dover contare i soldi: la mancia dev’essere data nella misura giusta, se dai troppo ti ammazzano per derubarti, se dai troppo poco non passi. Nella borsa avrei avuto costantemente con me alcuni fogli con la carta intestata del consolato d’Italia, e sul fuoristrada ci sarebbero state le immancabili bandiere italiane. Quanto alla durata delle incursioni oltre confine, avrei evitato il più possibile di dormire in Rwanda e di viaggiare col buio. Aiutato dal figlio Olivier, Costa agisce di concerto con rappresentanti della Croce Rossa e di svariate Ong, e alla fine del genocidio avrà perso beni per oltre 3 milioni di dollari e salvato quasi 2000 persone, tra cui 375 bambini di un orfanotrofio della Croce Rossa. Verrà insignito della medaglia d’oro al valore civile per gli italiani portati in salvo e analoga onorificenza riceverà dal Belgio. Nei cento giorni del genocidio rwandese, Costa, che non è un missionario votato al sacrificio, ma un noto imprenditore con famiglia che si fa guidare dalla sua coscienza, decide di rischiare la sua vita, compiendo azioni straordinarie mettendo semplicemente a disposizione del prossimo la sua umanità e i suoi beni. “In mezzo a tanta violenza e sofferenza, qualcosa avevo fatto. Solo questo. Questo e niente di più”, ma col costante rammarico che si poteva fare di più. Il giornalista che ne ha raccolto la testimonianza, Luciano Scalettari, commenta così: “Secondo me, è un giusto, nel senso che danno a questo termine gli ebrei”. Risponde Costa: “Ho solo risposto alla mia coscienza. Quello che va fatto lo si deve fare”.

 

Alessandro Rocca – Regista del Film La lista del Console