Agenda settimanale degli eventi al Cinema Massimo

Cinema Massimo – dal 9 al 15 novembre 2012

- VENERDI’ 9 NOVEMBRE, ORE 20.45 – SALA TRE


Nuovo appuntamento di AMATI DA... con la proiezione del film I migliori anni della nostra vita di William Wyler, capolavoro scelto da Francis Ford Coppola.

 

Per il nuovo appuntamento con AMATI DA…Viaggio nel cinema americano attraverso lo sguardo dei maestri, il Museo Nazionale del Cinema presenta, nella Sala Tre del Cinema Massimo, venerdì 9 novembre 2012, alle ore 20.45, la proiezione del film I migliori anni della nostra vita di William Wyler, capolavoro scelto da Francis Ford Coppola e introdotto da Andrea Mattaccheo. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.

 

È innegabile considerare Francis Ford Coppola un regista contemporaneo: è stato tra i protagonisti del rinnovamento del cinema hollywoodiano degli anni Settanta e il creatore dell'American Zoetrope, casa di produzione ma all'occorrenza anche di distribuzione soprattutto per quanto riguarda il cinema europeo di Godard e di Gance. Gli anni Settanta sono stati gli anni di maggiore attenzione al cinema europeo (basti pensare alla citazione di Aguirre furore di Dio in Apocalypse Now) e riscoperta di alcuni modelli classici grazie soprattutto all'influenza di Roger Corman, che aveva sperimentato tutti generi degli anni Cinquanta. Ancora una volta siamo di fronte a una personalità che utilizza il classico per inserirlo in una prospettiva del tutto nuova, dal punto di vista produttivo, iconico e stilistico. In questo senso possiamo percepire la sua vicinanza con Wyler: l'etica de I migliori anni della nostra vita presuppone, infatti, la creazione di una vera e propria “finestra sul mondo”, di un cinema che dialoga con il presente e che lo lascia fluire al suo interno nonostante il meticoloso lavoro di messa in scena. La complessità stilistica wyleriana, la ricerca continua di nuove prospettive e di tagli d'inquadratura stratificati e non convenzionali anticipa l'ambiziosa ricerca di Coppola, traccia una strada che pochi hanno avuto, negli anni, il coraggio e il rigore di percorrere.

 

AMATI DA…Viaggio nel cinema americano è un percorso all’interno della produzione classica americana attraverso lo sguardo dei maestri che, a quella scuola, si sono formati. Gli incontri – organizzati da Giulia Carluccio, titolare della cattedra di Storia del Cinema Nordamericano dell’Università di Torino – proporranno, di volta in volta, la visione di alcuni capolavori della storia del cinema riletti da critici e registi. Un cammino a tappe dove il nome del cineasta a cui ogni serata è dedicata non serve solo come occasione per proporre una determinata opera ma diventa una vera e propria indicazione di visione d’autore.

 

William Wyler

I migliori anni della nostra vita (The Best Years of Our Lives) 

(Usa 1946, 172’, b/n, v.o. sott.it.) 

Dopo la seconda guerra mondiale, tre soldati tornano a casa, in una cittadina del Midwest, ma il rientro alla vita civile è difficile: il marinaio Homer, il più giovane, è invalido; il sergente dell’esercito Al riprende il suo lavoro in banca con mille difficoltà, infine Fred, ufficiale dell’aviazione, si trova solo dopo l’abbandono della moglie. Il cinema di Wyler abbandona i teatri di posa e si mescola al reale: il risultato è un film privo di retorica, impregnato di un dolente antimilitarismo. Vinse sette premi Oscar tra cui quelle per film, regia, sceneggiatura, musica e montaggio.  

Copia conservata da Samuel Goldwyn e distribuita da Park Circus.

Sc.: Robert Sherwood, dal romanzo in versi sciolti di MacKinley Kantor; Fot.: Gregg Toland; Int.: Fredric March, Myrna Loy, Dana Andrews.

 


- MARTEDI’ 13 NOVEMBRE, ORE 20.30/22.30 – SALA TRE


Per MAGNIFICHE VISIONI, il Museo Nazionale del Cinema presenta il film Il caso Mattei di Francesco Rosi.

 

Per MAGNIFICHE VISIONI. Festival Permanente del Film Restaurato, il Museo Nazionale del Cinema presenta, martedì 13 novembre 2012, alle ore 20.30 e 22.30, nella Sala Tre del Cinema Massimo, il film Il caso Mattei di Francesco Rosi, nel restauro realizzato da Fondazione Cineteca di Bologna in collaborazione con The Film Foundation, Paramount Pictures e Museo Nazionale del Cinema. In replica mercoledì 14 novembre, alle ore 15.00. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.

 

Recentemente restaurato in occasione della consegna del Leone d’Oro alla carriera a Francesco Rosi e a cinquant’anni dalla morte di Enrico Mattei, Il caso Mattei – realizzato dal regista campano nel 1972 – è dedicato alla figura del presidente dell’ENI scomparso in un incidente aereo nel 1962 e magistralmente interpretato nel film da Gian Maria Volonté. Palma d’oro a Cannes nel 1972 – ex aequo con La classe operaia va in paradiso di Elio Petri – e menzione speciale per Volonté (protagonista di entrambi i film), Il caso Mattei segna il ritorno allo stile del reportage nella ricostruzione delle vicende di Mattei, fino alla sua morte in circostanze mai chiarite, gettando una luce inquietante sulle connivenze tra potere politico e oscure trame destabilizzanti.

 

Il film fa parte degli appuntamenti della nuova e ricca stagione di MAGNIFICHE VISIONI. Festival Permanente del Film Restaurato che propone, anche per quest’anno, a seguito del grande successo di pubblico e di critica delle scorse edizioni, tre appuntamenti mensili con i capolavori del cinema, dall'età d'oro del cinema classico, spaziando dal muto fino alle nouvelles vagues degli anni '60 e oltre, in copie restaurate provenienti dalle più importanti cineteche del mondo. I film saranno presentati in versione originale con i sottotitoli in italiano, e ogni proiezione sarà introdotta - quando se ne presenterà l’occasione - da cineasti, critici o personalità del mondo della cultura e del cinema.

 

Francesco Rosi

Il caso Mattei

(Italia 1972, 116’, col.)

Dalla morte di Enrico Mattei, precipitato con il suo aereo nella campagna pavese in circostanze mai del tutto chiarite, inizia la rievocazione del periodo trascorso alla guida dell'Agip e dell'Eni. Nominato nel ’45 commissario straordinario dell'Agip, con il difficile compito di liquidarla, Mattei riesce abilmente a mantenere la società in vita e, addirittura, a potenziarla e renderla più efficiente, evitando in questo modo la vendita. Sfruttando la connivenza con i servizi segreti italiani, gli interessi petroliferi stranieri riusciranno a togliere di mezzo Mattei con un attentato dinamitardo camuffato da incidente aereo.

Il film vinse il Gran Prix al venticinquesimo Festival di Cannes, ex aequo con La classe operaia va in Paradiso, entrambi interpretati da Volonté, che ottenne una menzione speciale.

Restauro digitale realizzato da Fondazione Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’immagine Ritrovata, in collaborazione con The Film Foundation, Paramount Pictures e Museo Nazionale del Cinema. Il restauro è stato finanziato da Gucci, Eni e The Film Foundation.

Sc.: Tito Di Stefano, Tonino Guerra, Nerio Minuzzo, F. Rosi; Fot.: Pasqualino De Santis; Int.: Gian Maria Volonté, Luigi Squarzina, Gianfranco Ombuen.

 


- MERCOLEDI’ 14 NOVEMBRE, ORE 20.30 – SALA TRE


Nell’ambito della retrospettiva MITI D’OGGI. L’IMMAGINE DI MARILYN, Giulia Carluccio e Maria Paola Pierini introducono la proiezione del film A qualcuno piace caldo di Billy Wilder.

 

In occasione del convegno organizzato dal C.R.A.D (Centro Ricerche sull’Attore e sul Divismo) e dedicato a Marilyn Monroe a cinquant’anni dalla sua scomparsa, il Museo Nazionale del Cinema rende omaggio all’indimenticabile diva – da martedì 13 a mercoledì 21 novembre 2012 – con una retrospettiva dal titolo Miti d’oggi. L’immagine di Marilyn. Tra gli appuntamenti in programma, Giulia Carluccio e Maria Paola Pierini introducono, mercoledì 14 novembre, alle ore 20.30, nella Sala Tre del Cinema Massimo, la proiezione del film A qualcuno piace caldo di Billy Wilder, pietra miliare della commedia americana e strepitosa interpretazione della diva. 

 

La retrospettiva dedicata a Marilyn Monroe è stata realizzata con la collaborazione di Classic Films, Hollywood Classics, Rosebud Film, Nexo Digital, Canal Plus e Suomen Elokuva Arkisto.

 

Diretto nel 1959 da Billiy Wilder, A qualcuno piace caldo è una riuscitissima commedia di costume il cui copione fu scritto dallo stesso Wilder in collaborazione con I.A.L. Diamond, adattando la storia originale di Robert Thoren e Michael Logan. Il titolo s’ispira a un musical con Bob Hope ed è ripreso nel film da una frase di Tony Curtis: l’aggettivo “caldo” si riferisce al jazz, che poteva essere anche "freddo" (cool) quando era suonato, con minor foga, dai bianchi. A partire da un fatto di cronaca realmente accaduto (la strage di San Valentino), il film – divertente parodia dei gangster movie dell’epoca – mette in scena equivoci, travestimenti e gag memorabili. Ricorrente nel cinema di Wilder, il travestitismo diventa qui l'asse portante dell'azione, contribuendo al suo lavoro di ribaltamento degli stereotipi sessuali e dimostrando che, contro il noto proverbio, l'abito fa il monaco. La tematica dell’ambiguità sessuale, trattata senza malizia e in anticipo sui tempi, suscitò scandalo in diversi paesi, dove la pellicola fu censurata. Nonostante la condanna della Catholic Legion of Decency, il film ottenne un grandissimo successo, ottenendo un Oscar nel 1960 per i costumi e tre Golden Globe (miglior commedia musicale, miglior attore e miglior attrice in film o commedia musicale a Marilyn Monroe e a Jack Lemmon).

 

Billy Wilder             

A qualcuno piace caldo (Some like it hot)

(Usa 1959, 120’, col.)

I musicisti Joe e Jerry sono testimoni involontari del massacro della notte di San Valentino. Costretti a fuggire, non gli rimane che travestirsi da donne, diventando così Dafne e Josephine. Dopo il fortuito incontro con Zucchero, una suonatrice di ukulele, si uniscono a un’orchestra femminile diretta in Florida. Commedia americana per eccellenza per i suoi elementi di raffinata ambiguità e ironia, è una delle migliori interpretazioni della Monroe per la sua dirompente fisicità e femminilità.

Proiezione  digitale 2K.

Sc.: I. A. L. Diamond, B. Wilder; Fot.: Charles Lang; Int.: Marilyn Monroe, Jack Lemmon, Tony Curtis, George Raft .



- MERCOLEDI’ 14 NOVEMBRE, ORE 17.15 – SALA TRE

 

Nuovo appuntamento della rassegna HISTOIRE(S) DU CINÉMA con la proiezione del film La dolce vita di Federico Fellini, introdotto da Silvio Alovisio. 

 

Il Museo Nazionale del Cinema e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino presentano, nella Sala Tre del Cinema Massimo, mercoledì 14 novembre 2012, alle ore 17.15, la proiezione del film La dolce vita di Federico Fellini, introdotto da Silvio Alovisio. Ingresso euro 4 (euro 3 per studenti universitari e over 60). 

 

HISTOIRE(S) DU CINÉMA è una rassegna dei classici più significativi della storia del cinema dagli anni Trenta agli anni Settanta, introdotti e commentati dai docenti in materia dell’Università di Torino.

 

Girato tra la primavera e l’estate del 1959, La dolce vita è considerato uno dei film più noti della storia del cinema. Dopo Le notti di Cabiria (1957), Federico Fellini lavorò all'aggiornamento di una vecchia sceneggiatura - Moraldo in città -  sulle avventure romane del protagonista de I Vitelloni. Moraldo '58 divenne la prima versione di quella che sarebbe stata La dolce vita. Sceneggiato da Fellini insieme a Tullio Pinelli ed Ennio Flaiano, il film ebbe non poche disavventure produttive: spaventato dagli alti costi e dalla natura stessa del film, il produttore Dino De Laurentiis abbandonò il progetto e a lui subentrò Peppino Amato che coinvolse come finanziatore Angelo Rizzoli. La dolce vita si presenta come un'accumulazione apparentemente casuale di episodi, incorniciati da un prologo e da un epilogo. Il personaggio-guida di Marcello attraversa la città in un percorso erratico, tra l'accecante luce solare del mattino e l'artificiale carosello di luci elettriche della notte, in un corto circuito di giorni che si susseguono senza orologio e senza rapporti di causalità. Il risultato è l'immagine di un dormiveglia sonnambolico o di un sogno a occhi aperti che il regista esplorerà in profondità nei film successivi. È un'estetica che taglia definitivamente il cordone ombelicale con il neorealismo, ormai incapace di interpretare una realtà complessa e magmatica. Scambiato per un documento, il film è invece completamente calato in una dimensione s ggettiva, antinaturalistica, quasi fantastica.

 

Federico Fellini

La dolce vita

(Italia/Francia 1960, 180’, b/n, v.o. sott.it.)

Marcello è un giornalista mondano profondamente influenzato nello stile di vita dalla sua attività. Passa con indifferenza da una relazione all'altra e, mentre convive con Emma, non rinuncia ad altre avventure. Per un momento accarezza l'idea di sposarsi e iniziare un'esistenza più regolare, ma subito si lascia travolgere dai fatti. Palma d’oro al Festival di Cannes e Oscar per i costumi. “Il film è troppo importante perché se ne possa parlare come di solito si fa di un film”, scrisse Pasolini.

Restauro digitale 2K realizzato da Mediaset

Sc.: F. Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli; Fot.: Otello Martelli; Int.: Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Anouk Aimée.