Morte di un matematico napoletano
È il 1 maggio del 1959 e ha inizio, nella sala d'attesa di stazione Termini, l'ultima settimana di vita del matematico napoletano Renato Caccioppoli, fermato dalla polizia in stato di ubriachezza. Di ritorno a Napoli, i suoi giorni sono scanditi dagli incontri e dai confronti con il fratello, l'ex moglie, gli studenti e gli ex compagni del PCI e lasciano gradualmente trasparire il malessere e l'inquietudine che lo condurranno al gesto estremo del suicidio.
Figura ombrosa e sfuggente, ex studente prodigio divenuto docente a soli 24 anni, geniale ed eccentrico professore universitario, con un passato di militante comunista, antifascista convinto e reduce da una travagliata permanenza in un ospedale psichiatrico che gli evitò il carcere, Caccioppoli viene ritratto nei suoi ultimi giorni di vita come un genio in via d'esaurimento e autodistruttivo, in un'amara odissea napoletana senza ritorno.
Con C. Cecchi, A. Bonaiuto, R. Carpentieri, T. Servillo, L. Miglietta.