Scrittura per immagini. I film di Dacia Maraini
Cinema Massimo - 5 aprile 2024, ore 20
Dacia Maraini è una delle più popolari scrittrici italiane contemporanee. Nella sua lunga carriera ha pubblicato decine di romanzi, ma si è dedicata anche alla saggistica, alla poesia e al teatro sia come drammaturga sia come regista.
Centrale in tutta la sua opera è l’universo femminile, la sua storia, le sue lotte, la sua realtà, e l’impegno politico e la scrittura sono sempre state intrecciate in maniera franca e molto personale.
Meno conosciuta è la sua attività in ambito cinematografico che, in verità, ha un andamento particolare, ma dice molto della molteplicità di interessi e della capacità di confrontarsi con mondi e contesti anche diversi. Negli anni Sessanta e Settanta Dacia Maraini collabora alla scrittura di alcune sceneggiature sia originali sia tratte da alcuni suoi romanzi, e nel 1970 è regista e sceneggiatrice del film L’amore coniugale tratto da un racconto di Alberto Moravia. A metà del decennio realizza una serie di documentari e contemporaneamente comincia la sua avventura con il super8. Con la cinepresa a passo ridotto tra il 1976 e il 1982 realizza cinque cortometraggi di cui è, non solo regista e sceneggiatrice, ma anche operatrice e montatrice. Sono film, quindi, prodotti in maniera
completamente indipendente, a bassissimo budget, e su cui Dacia Maraini ha un completo controllo. Seppur in maniera originale, rispecchiano i temi e le preoccupazioni della sua produzione letteraria. Dopo essere rimasti invisibili per molto tempo questi film, sono stati acquisiti e digitalizzati dal CSC-Cineteca Nazionale di Roma e vengono presentati a Torino per la prima volta il 5 aprile 2024 in una serata organizzata dal Museo del Cinema e dal CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con l’Archivio delle donne del Piemonte.
Venerdì 5 aprile, ore 20.00 Introduzione
di Annamaria Licciardello (CSC-Cineteca Nazionale) e Elena Petricola (Archivio delle donne del Piemonte) in conversazione con Dacia Maraini (in collegamento).
La bella addormentata nel bosco
(Italia 1976-78, Super8, 31’, col.)
“Quello che ho cercato di “raccontare” è il rapporto ravvicinato e deformato, comune a molte donne che sono abituate a vivere sole con se stesse, di Rosa con gli oggetti diventati animati e irreali e il rapporto tutto silenzioso, ma non meno chiaro ed esplosivo di Rosa con il suo inconscio femminile” (D. Maraini). Con Michela Caruso, Cosimo Milone, Anne Sibers. Con la collaborazione di Bea Bordone, Giuseppina Domina, Bruno Faidutti, Antonietta Marasco.
Mio padre amore mio
(1976-79, Super8, 23’, col.)
“Questo Mio padre amore mio è la riedizione di un altro film dallo stesso titolo che fu girato nel ‘77 e fu poi perso nel ‘78 da un laboratorio cinematografico a cui era stato affidato per farne un duplicato. Il tema è lo stesso. Gli attori sono gli stessi, salvo la bambina. L’ambiente è pure lo stesso. Ma molte cose, molti particolari sono cambiati, un film rifatto a memoria non può essere l’esatta copia di un altro. Fede, la protagonista del film, è un’attrice di teatro che mentre si trucca da clown per uno spettacolo, ripensa al suo rapporto col padre: un rapporto di tenerezza, di desiderio e di odio. Nello specchio riaffiorano le seduzioni del bell’uomo da lei amato nell’infanzia, il tentativo ripetuto di ucciderlo senza mai riuscirci, gli amori con un ragazzo che risulta essere la copia esatta del padre quando era giovane, le gelosie, le paure, lo sdoppiamento che questo amore ha provocato in lei. (D. Maraini). Con Federica Giulietti, Ian Sutton, Ginestra Bianconi (la bambina).
Giochi di latte
(Italia 1979, Super8, 10’, col.)
Il latte nella sua dimensione simbolica e ancestrale è il fulcro di questo breve film. Fonte primaria di nutrimento femminile, di abbondanza e vita, il latte scorre, viene bevuto, intride e alimenta. La donna-madre ne è la dispensatrice, colei che ne custodisce il potere vitale. Il colore del latte richiama, però, anche il liquido seminale maschile e la dimensione dello scambio sensuale tra uomo e donna. Con Bernadette Sibers, Selvaggia Mora, Cosimo Milone.
Giustina Laurenzi/Dacia Maraini/Paola Raguzzi
Trio
(Italia 1981, Super8, 24’, col.)
Tre donne partono per una vacanza al mare. L’allegria, la spensieratezza delle giornate in spiaggia, dei pranzi in terrazza, dei pomeriggi pigri punteggiano questo “filmino delle vancanze” che piano piano rivela e costruisce la sensuale e giocosa intimità della relazione che lega le protagoniste/registe.
Giustina Laurenzi/Dacia Maraini/Paola Raguzzi
Lo scialle azzurro
(Italia 1981, super8, 42’, col.)
Una donna, regista di filmati pubblicitari, incrocia lo sguardo di una misteriosa giovane vestita di bianco durante una serata danzante nella terrazza di un bar e ne rimane affascinata. Seppur impegnata nel suo lavoro, la donna torna più volte nel bar nella speranza di rivedere la ragazza che è sempre in compagnia di un uomo. La segue mentre è in bicicletta o quando la vede scendere da un treno, ma non riesce mai a raggiungerla. Una sera, però, la segue dietro degli alberi e le due si baciano, la donna le mette sulle spalle il suo scialle azzurro, ma la giovane improvvisamente scappa. La sera dopo, la giovane e l’uomo che la accompagna arrivano nella terrazza vestiti da sposi, lei danza febbrilmente, ma lui improvvisamente le spara. Sogno e realtà si sovrappongono in questo che è il film più “tradizionalmente” narrativo di Dacia Maraini, ma nel quale continua – insieme a Giustina Laurenzi e Paola Raguzzi – a mettere al centro le relazioni tra donne. con Giovannella De Luca, Renata Laurenzi, Alberto Maganzini, Antonella Tomassi, Mauro Giachino, Beppe Lancianesi.