Immagini e utopie. Il cinema ideale

Cinema Massimo, 2 <15 aprile 2024

Il termine utopia evoca al tempo stesso l’idea del non-luogo (u-topos) e quella del buon-luogo (eu-topos). Due concetti capaci di dare vita ad innumerevoli significazioni diverse, a mondi verosimili, passati o futuri, ispirati da ideali positivi o negativi, realizzabili o destinati a restare magnifiche ipotesi, che la fantasia, il pensiero e quindi il cinema (esso stesso espressione di un’utopia), possono a loro volta rielaborare e interpretare. Questa rassegna vuole sfiorare alcune variazioni sul tema utopia con film eterogenei, d’autore e di genere, attraversati tutti da una potente visionarietà e da apparati simbolici riconducibili all’idea del cambiamento necessario e positivo, sulla spinta dalle inevitabili tensioni culturali, sociali e politiche. Perché immaginare di capovolgere il mondo così come lo conosciamo è già il primo passo per realizzare l’utopia di cui l’uomo ha sempre avvertito la necessità.

 

Brad Bird
Tomorrowland (Usa 2015, 130’, HD, col., v.o. sott. it.)

Figlia di un ingegnere aerospaziale, Casey Newton sogna un futuro di speranza e avventura. Dopo l’ennesimo blitz nella fabbrica del padre per impedire che venga dismessa, Casey finisce in prigione: tra gli effetti personali trova una spilla misteriosa che, al solo tocco, la trasporta in un mondo collocato in uno spazio-tempo imprecisato: Tomorrowland.

Mar 2, h. 15.30

 

George Pal - L’uomo che visse nel futuro (The Time Machine) (Gran Bretagna 1960, 102’, HD, col., v.o. sott.it.)

Uno scienziato vittoriano inventa una macchina che gli permette di raggiungere un futuro lontano. Dopo secoli di guerra atomica, l’umanità è divisa in due popoli: uno amante della natura, l’altro cannibale che vive nei sotterranei. Il protagonista lotta contro quest’ultimi e, per salvarsi, deve necessariamente fare ritorno nel suo presente. La sua permanenza, però, sarà breve, perché nel futuro c’è una ragazza che lo aspetta.

Mar 2, h. 18.00 - Lun 8, h. 18.15

 

Hlynur Palmason - Godland – Nella terra di Dio (Danimarca/Francia/Svezia 2022, 143’, DCP,.col., v.o. sott. it.)

Sul finire dell’Ottocento, l’Islanda è sotto il controllo danese. Al prete Lucas viene assegnato l’incarico di recarsi sull’isola, documentare con delle foto la vita degli abitanti locali e costruire una chiesa. Ma tra mari ostili e lunghi pellegrinaggi le condizioni sul suolo islandese si rivelano proibitive, e l’atmosfera inospitale. Ben presto la spedizione, composta tra gli altri dalla guida Ragnar, con cui Lucas entra subito in conflitto, perde pezzi e speranza.

Mar 2, h. 20.00

 

Michael Arias/Takashi Nakamura Harmony (Giappone 2015, 120’, HD, col., v.o. sott. it.)

All’indomani di un cataclisma nucleare, e delle guerre civili che ne sono conseguite e che hanno quasi cancellato l’umanità, la pace è stata finalmente raggiunta. La società è controllata dall’”Amministrazione” e dalla sua nanotecnologia medica WatchMe, dedicata alla protezione e all’estensione della vita umana, ed è governata da una potente etica del benessere sociale. In Giappone, tre giovani donne – Miach Mihie, Reikado e Tuan Kirie – rifiutano questa presunta “utopia”, che nega la libertà, e tentano insieme il suicidio, commettendo così il crimine di rifiutare la vita stessa.

Mer 3, h. 15.30; Lun 15, h. 18.00

 

Manoel de Oliveira Parole e utopia (Palavra e Utopia) (Portogallo, Francia, Brasile, Spagna 2000, 133’)

La parola come veicolo di libertà e l’utopia di una storia impossibile. Manoel de Oliveira, a novantadue anni incontra Padre Antònio Vieira, il prete gesuita brasiliano che nel 1663 venne giudicato e condannato dal Tribunale della Inquisizione. Un film non-biografico, come il regista ha voluto che fosse, in perenne equilibrio tra l’aspirazione a focalizzare la parola come momento di riflessione e comprensione, la stessa cui è stata sottratta forza comunicativa, ed un’impostazione visiva da cui è bandita ogni superficiale ricostruzione d’epoca.

Mer 3, h. 18.00
Lun 15, h. 15.30

 

Raoul Peck Il giovane Karl Marx (Le jeune Karl Marx) (Francia 2017, 112’, DCP, col., v.o. sott. it.)

Alla metà del XIX secolo l’Europa è in fermento. In Inghilterra, Francia e Germania i lavoratori scendono in piazza per protestare contro le durissime condizioni nelle fabbriche, e gli intellettuali partecipano come possono all’opposizione. Uno di loro, il tedesco Karl Marx, a soli 26 anni è costretto a rifugiarsi a Parigi insieme alla moglie Jenny. Qui Karl conosce un suo coetaneo, Friedrich Engels, che, nonostante provenga da una ricca famiglia di industriali, simpatizza con le sue idee rivoluzionarie. Conquisteranno la stima dei capi dei movimenti dei lavoratori, fino a diventarne leader a loro volta.

Mer 3, h. 20.30


 

Cyril Schäublin Unrest (Svizzera 2022, 93’, DCP, col., v.o. sott. it.)

Nel XIX secolo, la routine di una città svizzera specializzata nel produrre orologi è sconvolta dall’emergere delle nuove tecnologie. La giovane operaia Josephine è l’addetta alla costruzione del bilanciere, una ruota che oscilla avanti e indietro in modo calibrato e che rappresenta il cuore meccanico di un orologio. Esposta come tutta la classe operaia ai nuovi modi di organizzare il tempo, il lavoro, e dunque il denaro, da parte dei padroni, Josephine entra nel movimento locale degli orologiai anarchici, dove incontra il cartografo russo Pyotr Kropotkin.

Ven 5, h. 16.00
Sab 13, h. 16.00

 

Werner Herzog Aguirre, furore di Dio (Aguirre, der Zorn Gottes) (Germania 1972, 94’, 35mm, col., v.o. sott. it.)

Nel 1560, un gruppo di uomini dell’esercito spagnolo è inviato nella foresta amazzonica alla scoperta del regno di Eldorado. Lope de Aguirre affianca Pedro de Ursúa al comando di un drappello mandato in esplorazione, in cerca di cibo. Lope de Aguirre esautora il comandante, proclamando imperatore di Eldorado Fernando de Guzman. L’equipaggio, terrorizzato dalla violenza di Aguirre, ma al tempo stesso affascinato dalla sua lucida follia, decide di seguirlo nell’impresa, ma viene sterminato da fame, malattie e dagli Indios, lasciando Aguirre solo con la propria follia.

Dom 7, h. 16.00
Mer 10, h. 18.15

 

Mario Martone Capri Revolution (Italia 2018, 122’, HD, col.)

Nel 1914 un gruppo di giovani artisti nordeuropei si stabilisce sull’isola di Capri e fonda una comune. I giovani, nel tentativo di recuperare una primitiva semplicità, praticano il nudismo, assumono un’alimentazione vegetariana e ricercano nuove forme espressive basate sul rapporto con la natura selvaggia. Lucia, una giovane guardiana di capre analfabeta viene attratta da questo “strano” gruppo, al quale inizia ad avvicinarsi. Nel frattempo, sull’isola arriva il giovane medico Carlo, convinto socialista che, attratto dall’indole ribelle di Lucia, cerca di convincerla a studiare da infermiera, ma invano: la ragazza continua a osservare di nascosto la comune e stabilisce un contatto col pittore Seybu, leader carismatico del gruppo.

Dom 7, h. 18.00
Dom 14, h. 18.15