Il Museo Nazionale del Cinema al festival “Il Cinema Ritrovato”

Il Museo Nazionale del Cinema è presente alla XXV edizione del festival “Il Cinema Ritrovato” (Bologna, 25 giugno- 2 luglio 2011) con una serie di restauri realizzati in collaborazione con le più importanti cineteche italiane.

In particolare, il Museo presenta 4 titoli nella sezione Cento anni: i film del 1911, offrendo una tipologia di film varia e rappresentativa delle forme dello spettacolo cinematografico che nel 1911 si stanno istituzionalizzando.

Con Vita d’Olanda si ha un perfetto esempio di cinema documentario, in cui la perfezione fotografica si unisce alla capacità di rendere la dimensione del pittoresco, grazie alla sapiente scelta delle inquadrature e delle tecniche di colorazione. Festa pirotecnica nel cielo di Londra è la testimonianza di un evento spettacolare, amplificato dalla possibilità proprie del cinema nel definire i tratti propri di un’estetica dell’attrazione che attraversa tutta la storia del cinema, mentre Nozze d’oro è la celebrazione dell’unità d’Italia attraverso la ricostruzione di un episodio della storia risorgimentale. Infine Raffles, gentiluomo ladro mette in mostra il trionfo della giustizia l’abilità del ladro.

Il programma proposto dal Museo Nazionale del Cinema per la sezione Alla ricerca del colore dei film presenta un variegato insieme di titoli realizzati tra il 1906 e il 1922. Otto i titoli: Donna che balla (da identificare), Attraverso il mondo episodio Sui Pirenei, Le spectre rouge, En avant la musique, Magie moderne, La peine du talion, La belle au bois dormant, Moi aussi, j’accuse frammento Un bimbo, un cane e un gallo sapiente.

Si tratta per la maggior parte di film prodotti dalla Pathé Frères, molti dai quali diretti da Segundo de Chomón, pionieristica figura di regista e creatore di effetti speciali legata a doppio filo con il cinema torinese. In questi brevi film, realizzati con la tecnica della colorazione pochoir, si può esperire tutta la magia del cinema inteso come fascinazione dell’immagine in movimento e l’incanto per uno spettacolo capace di condurci in un mondo dominato dalla fantasia e dalla continua sorpresa, in cui le storie e le situazioni si trasformano in un puro pretesto per creare una vertiginosa girandola di effetti, capaci – ieri come oggi – di affascinare lo spettatore.

Infine, il Museo Nazionale del Cinema propone nella sezione Ritrovati & Restaurati il restauro digitale (realizzato in collaborazione con la Cineteca di Bologna e Titanus) de L’assassino di Elio Petri.

Film d’esordio del regista romano, L’assassino è una lucida e disincantata analisi dei meccanismi del potere di polizia, narrati in modo serrato e avvincente attraverso la vicenda di Alfredo Martelli, un uomo mediocre e meschino, perso tra meccanismi che non comprende, perché il potere – per sua natura – tende a dissimularli e a nasconderli, quando non addirittura a farli travisare. Per questa sua forte valenza di analisi politica e sociale, L’assassino subì diverse traversie censorie, soprattutto per aver mostrato la polizia italiana operare utilizzando metodi non ortodossi.

 

SCHEDE FILM SEZIONE “CENTO ANNI: I FILM DEL 1911”

 

VITA D’OLANDA

Italia, [1911]

Fot.: Piero Marelli; [Prod.]/Dis.: Tiziano Film; 35mm. L.: 135 m, D.: 7’ a 18 ft/s, colore (desmetcolor), didascalie italiane. Da: Museo Nazionale del Cinema; Restauro eseguito nel 1997 presso il laboratorio Hagefilm di Amsterdam a partire da un positivo nitrato imbibito e virato conservato dal Museo Nazionale del Cinema.

La panoramica iniziale svela subito i principali protagonisti del film: i canali, l’acqua imbrigliata nei percorsi predisposti dall’uomo per strappare terra al mare. Viaggiamo a pelo d’acqua, insinuandoci tra le chiatte, costeggiando case, campi e strade popolari. Piero Marelli, senza rinunciare al suo gusto spiccato per l’equilibrio compositivo e l’uso pittorico della luce, intende celebrare la vittoria pacifica dell’uomo per irreggimentare le forze naturali. I ponti mobili attraversano i  canali, i treni attraversano i ponti, la macchina da presa cambia angolazione per esaltare la simmetria del riflesso delle case nell’acqua o la silhouette di un ponte in ferro che si ricompone nel tramonto. Nella seconda parte del film l’atmosfera cambia, l’attenzione non è più rivolta al prodotto ma all’artefice, l’uomo. La macchina da presa si avvicina alle donne intente al cucito, ai bambini stuporosi, alla famiglia in posa nell’intimo della sua casa; la scelta di riprendere dal basso e in controluce lavoratori intenti alla loro opera può svelare un blando intento celebrativo, ma il tono dominante rimane la domesticità e l’operosità. In chiusura, però, il volto dell’uomo cede lo schermo nuovamente ai giochi di luce e alle figure imponenti dei mulini a vento. La suggestione delle nuvole che corrono tra le pale in movimento è accentuata dalla classica, ma sempre efficace combinazione di viraggio blu e imbibizione rosa.

Potrebbe trattarsi del documentario L’Olanda pittoresca prodotto nel 1911 dalla Pasquali & C. e successivamente rieditato e distribuito dalla Tiziano Film.

 

FESTA PIROTECNICA NEL CIELO DI LONDRA

Prod.: Film Urban [?]; 35mm, L.: ca 80 m, D.: ca 5’ a 16 ft/s, colore (imbibizione+dipinto a mano), didascalie italiane; Da: Museo Nazionale del Cinema; Restauro eseguito nel 2011 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un positivo nitrato imbibito e dipinto a mano conservato dal Museo Nazionale del Cinema.

Il film rappresenta uno spettacolo pirotecnico tenutosi a Londra. Nel cielo notturno esplosioni di colori e disegni di luce sono resi attraverso raffinati effetti di colorazione a mano mista a imbibizione. Nell’ultima inquadratura i fuochi d’artificio formano l’immagine di Edoardo VII e di sua moglie Alessandra di Danimarca. Gli effetti spettacolari dei fuochi sono forse il soggetto più adatto a valorizzare l’irregolarità artigianale delle colorazioni a mano, che riverbera negli effetti cromatici delle luci nel cielo.

 

NOZZE D’ORO

Italia, 1911 Regia: Luigi Maggi

F.: Angelo Scalenghe; Int.: Alberto A. Capozzi (il nonno / il bersagliere), Mary Cléo Tarlarini (la nonna / la contadina), Luigi Maggi (il padre della contadina), Mario Voller Buzzi (figlio o genero del bersagliere), Norina [Norma] Rasero (la nuora o la figlia del bersagliere),  Giuseppe Gray (l'ufficiale degli ulani), Paolo Azzurri (il capitano dei bersaglieri), Oreste Grandi, Ernesto Vaser; Prod.: S. A. Ambrosio; 35mm, L.: 455m, D.: 23’ a 18 ft/s, colore (desmetcolor), didascalie italiane; Da: Museo Nazionale del Cinema, Cineteca di Bologna; Restauro realizzato da La Cinémathèque de Toulouse, dalla Cineteca del Comune di Bologna e dal Museo Nazionale del Cinema di Torino. Il restauro del film è stato eseguito presso il laboratorio L’immagine Ritrovata di Bologna nel 2011.

Il vecchio tenente dei bersaglieri, festeggiando le nozze d’oro in compagnia dei famigliari, rievoca un episodio della battaglia risorgimentale di Palestro e la vittoria riportata sugli austriaci. Il 30 maggio 1859 i bersaglieri stanno difendendo un casolare accerchiato. Il giovane tenente ha il compito di oltrepassare le linee nemiche per chiedere rinforzi. Inseguito e ferito, l’uomo si rifugia in un casolare dove una ragazza e il padre (“guardiano delle acque”), dopo averlo curato, lo nascondono ai soldati austriaci a rischio della loro vita. La ragazza nasconde la verità a un ufficiale austriaco anche quando questi nota macchie di sangue sul suo vestito. Allontanatisi i nemici, il tenente torna in battaglia. Dopo aver ottenuto una decorazione, il giovane fa ritorno al casolare e chiede la mano della contadina che gli ha salvato la vita. Così il vecchio conclude il suo racconto ai famigliari commossi.

Il film, dopo aver vinto il Concorso Cinematografico bandito nel 1911 e aver ottenuto un buon successo di pubblico e di critica, viene più volte censurato per evitare ogni possibile dissapore con l’Austria.

Il restauro di Nozze d’oro di Luigi Maggi (S.A. Ambrosio, 1911) è stato realizzato da La Cinémathèque de Toulouse, Cineteca del Comune di Bologna e Museo Nazionale del Cinema di Torino a partire da una copia positiva nitrato colorata di 431 m. con didascalie italiane conservata da La Cinémathèque di Toulouse a Bois d’Arcy. Le colorazioni sono state reintegrate dopo un confronto con due copie positive nitrato conservate dal British Film Institute di Londra e dalla Lobster Films di Parigi. Il restauro è stato realizzato fotochimicamente con un intervento in digitale per la stabilizzazione del logo originale della Ambrosio. Si ringraziano inoltre il C.N.C. - Archives Françaises du Film di Bois D’Arcy e la Filmoteca Vaticana per la collaborazione nelle ricerche. Il restauro del film è stato eseguito nel 2011 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna.

L’intervento è parte di un progetto di salvaguardia e valorizzazione promosso dal Museo Nazionale del Cinema di Torino dedicato ai film premiati al Concorso Cinematografico bandito in occasione della Esposizione Internazionale svoltasi a Torino nel 1911. Al film Nozze d’oro venne assegnato il primo premio per la categoria artistica.

 

RAFFLES, GENTILUOMO LADRO

Italia, 1911 Regia: Ubaldo Maria Del Colle

Int.: Ubaldo Maria Del Colle (Raffles); Prod.: Pasquali & C.; 35mm. L. copia: 310 m, D.:15’ a 18 ft/s. Da: Cineteca Nazionale; Restauro realizzato da CSC-Cineteca Nazionale, dalla Cineteca del Comune di Bologna e dal Museo Nazionale del Cinema di Torino. Il restauro del film è stato eseguito presso il laboratorio L’immagine Ritrovata di Bologna nel 2011.

A Parigi, Raffles, il ladro gentiluomo, ha messo gli occhi sulla ricca famiglia del conte di Saint-Lazar: tutte le mattine la contessa va con la figlia a passeggiare nel Bois-de-Boulogne ed egli incarica alcuni della sua banda di andare a insultarla, così che egli possa intervenire in sua difesa. Con questo stratagemma, Raffles riesce a farsi ospitare nella villa del conte, dove corteggia con successo la figlia del conte; poi, una sera, la invita nel giardino della villa, la fa rapire, i complici le sottraggono i gioielli e poi mandano al padre una lettera chiedendo una somma (centomila lire) per il riscatto. Il conte non ha a disposizione una simile somma e Raffles, per stornare da sé ogni sospetto, si offre di contribuire con metà della cifra richiesta. Dopo aver portato a buon fine il colpo e fatta liberare la contessina (rilasciata dopo essere stata condotta in automobile in una località lontana dalla città), Raffles ha il problema di troncare un fidanzamento divenuto ormai imbarazzante; e ci riesce con un’ennesima trovata, facendo arrivare alla villa una propria complice, che lo riconosce come suo marito. Raffles sta per lasciare la villa, dopo aver anche ottenuto dal conte la restituzione del danaro che gli aveva prestato, ma, nel dare la mano alla contessina, costei si accorge che egli porta un anello che aveva fatto parte dei gioielli rubati dai rapitori: così smascherato, Raffles finisce nella mani della giustizia.

(Da «Arte y Cinematografia», Madrid, n. 17, 30 mayo 1911 e da «The Bioscope», London, June 22, 1911, citati in Aldo Bernardini/Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1911, Torino/Roma, Nuova Eri/CSC-Centro Sperimentale di Cinematografia, 1996))

 

SCHEDE FILM SEZIONE “ALLA RICERCA DEL COLORE DEI FILM”

 

La peine du talion

Francia, 1906 Regia: Gaston Velle

Prod.: Pathé Frères; 35mm, L: ca 70 m., D.: 4’ a 16 ft/s, colore (originale pochoir), senza didascalie ; Da : Museo Nazionale del Cinema, Cineteca di Bologna; Preservazione digitale eseguita nel 2011 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un positivo nitrato con colorazione pochoir conservato dal Museo Nazionale del Cinema.

In un bosco un precettore e i suoi allievi vanno a caccia di insetti. La cattura di alcune farfalle rivelerà effetti imprevisti: gli insetti si tramutano in giovani ragazze che vogliono vendicarsi degli entomologi. Il povero precettore viene condannato a subire il trattamento che avrebbe riservato agli insetti catturati, cioè a essere “spillato” su un grosso fungo. L’intercessione degli allievi lo salverà.

 

LE SPECTRE ROUGE

Francia, 1907 Regia: Segundo de Chomón

Scen., fot., trucchi: Segundo de Chomón; Prod.: Pathé Frères; 35mm, L: 170 m., D.: 9’ a 16 ft/s, colore (originale pochoir), senza didascalie; Da: Museo Nazionale del Cinema, Cineteca di Bologna; Preservazione digitale eseguita nel 2011 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un positivo nitrato con colorazione pochoir conservato dal Museo Nazionale del Cinema.

In una caverna incantata uno spettro si dedica a diabolici divertimenti, grazie a un vaso stregato che gli conferisce poteri eccezionali. Per incantesimo fanciulle leggiadre si trasformano in fiammelle, scompaiono volando, appaiono in specchi magici e persino in bottiglie di latte. Finché una donna, simile a un folletto, sottrae allo spettro il vaso e i poteri.

 

LA BELLE AU BOIS DORMANT / LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO

Francia, 1908 [Regia: Albert Cappellani, Lucien Nonguet]

Fot., trucchi: Segundo de Chomón; Scgf.: V. Lorant-Heilbronn; Int.: Julienne Mathieu; Prod.: Pathé Frères ; 35mm, L. : 258 m., D.: 14’ a 16 ft/s, colore (originale pochoir), didascalie italiane; Da: Museo Nazionale del Cinema, Cineteca di Bologna; Preservazione digitale eseguita nel 2010 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un positivo nitrato con colorazione pochoir conservato dal Museo Nazionale del Cinema.

Un’incantevole versione della fiaba di Charles Perrault, caratterizzata dal perfetto equilibrio tra trucchi e narrazione in un’atmosfera magica ed evocativa ottenuta grazie al sapiente utilizzo delle colorazioni pochoir, capace di concorrere alla costruzione di un universo caleidoscopico e stilizzato in cui esterni reali e quadri girati in studio si susseguono armoniosamente. Indimenticabile l’artificio scelto per rappresentare lo scorrere del tempo e l’arrivo del principe Vezzoso nel castello addormentato.

 

ARIÈGE PITTORESQUE – Episodio: LES PYRÉNÉES / ATTRAVERSO IL MONDO - Episodio: SUI PIRENEI

Francia, 1922

Prod.: Pathé Frères ; 35mm, L.: ca 80 m., D.: ca 4’30’’ a 16 ft/s, colore (originale pochoir), didascalie italiane; Da: Museo Nazionale del Cinema; Restauro eseguito nel 2011 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un positivo nitrato con colorazione pochoir conservato dal Museo Nazionale del Cinema.

Il film è un documentario che mostra panorami e usanze dei Pirenei: donne che indossano gli abiti tipici, vedute di paesini montani, scorci che mostrano la chiesa; una donna anziana sosta davanti alla sua casa, finché viene raggiunta da una ragazza più giovane. Le oche razzolano nel prato. Un uomo e una donna in costume tradizionale chiacchierano attraverso il basso cancello che divide i loro due orti. Un gruppo di donne mostra alla macchina da presa la propria abilità nel cucito. Nei giorni di festa si ballano le danze tradizionali. Il film, tipico documentario “antropologico” dell’epoca, ha il suo punto di forza nei bellissimi colori. I paesaggi pittoreschi e gli abiti tipici delle donne sono particolarmente adatti a far risaltare le tinte brillanti e vivaci. 

 

DONNA CHE BALLA (DA IDENTIFICARE)

35mm, L.: ca 20 m, D.: ca 1’ a 16 ft/s, colore (dipinto a mano), senza didascalie; Da: Museo Nazionale del Cinema; Restauro eseguito nel 2011 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un positivo nitrato dipinto a mano conservato dal Museo Nazionale del Cinema.

Una danzatrice vestita di bianco si esibisce in un ballo agitando i lembi del suo abito di voile. Il film è un esempio dei “film di danzatrici” in voga nei primissimi anni del cinema. La leggiadria della ballerina, il fluttuare delle vesti e lo sfondo scuro valorizzano la plasticità dei movimenti rendendo ottimo servizio alle potenzialità del cinema, allora “nuovo” mezzo espressivo. Malgrado la brevità, restituisce la grazia e la semplicità di questo genere di film tesi a generare meraviglia nel pubblico neofita.

 

EN AVANT LA MUSIQUE 

Francia, 1907 Regia: Segundo de Chómon

Scen., fot., trucchi: Segundo de Chomón; Int.: Julienne Mathieu; Prod.: Pathé Frères; 35mm, L.: ca 60 m, D.: ca 3’18’’ a 16 ft/s,  colore (pochoir), senza didascalie; Da: Museo Nazionale del Cinema; Restauro eseguito nel 2011 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un positivo nitrato con colorazione pochoir conservato dal Museo Nazionale del Cinema.

Evocati da una giovane e bella direttrice, i suonatori di un’orchestrina magica si sbizzarriscono per vivacizzare questa scène à trucs, diretta dal mago degli effetti speciali Segundo de Chomón: danzano, marciano minuscoli sulla di lei bacchetta, compongono le note di un pentagramma con le teste, scompaiono e riappaiono dentro una carta da musica gigante. Il ritmo è assicurato, oltre che  dalla maestria con cui sono realizzati i trucchi, dalla verve della protagonista, al contempo elegante e maliziosa. Evidente il riferimento ai film di Georges Méliès dedicati allo stesso tema.

 

MAGIE MODERNE

Francia, 1908 Regia: Segundo de Chomón

Scen., fot., trucchi: Segundo de Chomón; Int.: Julienne Mathieu; Prod.: Pathé Frères; 35mm, L. : ca 30 m, D.: ca 1’40’’ a 16 ft/s, colore (imbibizione/pochoir), senza didascalie; Da: Museo Nazionale del Cinema; Restauro eseguito nel 2011 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un positivo nitrato imbibito  e con colorazione pochoir conservato dal Museo Nazionale del Cinema.

Scène à trucs: in una cornice floreale un’avvenente maga stupisce il pubblico con giochi di prestigio. Teste staccate dal corpo appaiono e scompaiono attraverso lastre trasparenti, fumi colorati escono improvvisamente da bottiglie abbandonate in terra, compaiono un fachiro e una donna farfalla. Quest’ultima, dopo un inchino, si trasforma nella giovane incantatrice che sorride al pubblico e si allontana. La colorazione, nelle parti meglio conservate, è un pochoir elegante a molti colori. Purtroppo il film presenta un grave decadimento dell’emulsione e tutta la parte centrale è andata perduta; in alcuni passaggi, però, i decadimenti hanno creato arcani effetti che aggiungono mistero alle arti magiche della protagonista.

 

MOI AUSSI, J’ACCUSE (frammento UN BIMBO, UN CANE E UN GALLO SAPIENTE)

Francia, 1923; R.: A. Machin, H. Wulschleger; Prod.: Les Films Alfred Machin ; 35mm, L.: ca. 110 m, D.: ca 6 ‘ a 16 f/t, colore (imbibizione), didascalie italiane; Da: Museo Nazionale del Cinema; Restauro eseguito nel 2011 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un positivo nitrato imbibito conservato presso il Museo Nazionale del Cinema.

Nella scuola dei galli e delle galline, un gallo sapiente sta tenendo una conferenza contro i cuochi. Il suo veemente, appassionato stile oratorio, capace di evocare sabba di cuochi malvagi che rapiscono e arrostiscono pennuti inermi, è però interrotto dall’improvvisa irruzione di un bambino e del suo fedele cane, i quali mettono in fuga il professore e il suo uditorio. Il bimbo e il cane, allegri per lo scherzo, ridono in giardino di fronte all’aula ormai vuota. Il film è una deliziosa commedia fantastica, interpretata, oltre che da un piccolo attore dal look alla Jackie Coogan, da animali veri. Il riferimento al J’accuse di Zola rende maliziosa questa satira garbata degli oratori dediti alle cause sociali.

Si tratta probabilmente di un frammento di Moi aussi j’accuse di Alfred Machin, 1923.

 

SCHEDA FILM SEZIONE “RITROVATI E RESTAURATI”

 

L’ASSASSINO

Italia, 1961 Regia: Elio Petri

Sog.: Elio Petri, Tonino Guerra; Scen.: Elio Petri, Tonino Guerra, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa; F.: Carlo Di Palma; Mu.: Piero Piccioni, diretta dall’autore; Mo.: Ruggero Mastroianni; Int.: Marcello Mastroianni (Alfredo Martelli), Micheline Presle (Adalgisa De Matteis), Cristina Gaioni (Nicoletta Nogara), Salvo Randone (commissario Palumbo), Marco Mariani (commissario Margiotta), Franco Ressel (dottor Francesconi), Giovanna Gagliardo (Rosetta, cameriera), Paolo Panelli (Paolo, detenuto), Toni Ucci (Toni, detenuto); Prod.: Franco Cristaldi per Vides, Titanus, S.G.C. (Parigi); 35mm, L.: 2688 m, D.: 98’ a 24 ft/s, Bn, sonoro; Da: Museo Nazionale del Cinema di Torino, Cineteca di Bologna; Restauro eseguito nel 2011 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.

Alfredo Martelli è un giovane antiquario che non si fa scrupoli per raggiungere una solida posizione economica e sociale: vende a caro prezzo oggetti acquistati per poche lire, commercia in quadri falsi, rovina i concorrenti diffondendo voci infamanti sul loro conto, tradisce la fiducia dell’amico Morello divenendo l’amante della moglie Adalgisa. Una mattina viene fermato dalla squadra Mobile e condotto in questura.  Mentre è in attesa di parlare con il commissario Palumbo, crede che sia la sua condotta non sempre ortodossa ad avere causato il fermo. Palumbo gli rivela però che Adalgisa, ormai ex amante di Alfredo, è stata trovata assassinata. Poiché l’uomo l’aveva incontrata la sera prima per chiederle di dilazionare il pagamento di un suo debito, si trova ora sulla lista dei sospettati. Tutti sembrano dare per scontato che Martelli sia l’assassino, tranne la sua ex-domestica Rosetta, la quale giunge addirittura ad autoaccusarsi dell’omicidio. La polizia, interrogando altri testimoni, riesce a far luce sul delitto e Alfredo viene scagionato. Le lunghe ore passate in questura non hanno affatto cambiato l’esistenza dell’uomo, che torna alla vita di sempre come se nulla fosse accaduto.

Il restauro digitale di L'assassino è stato realizzato a partire dal negativo camera originale e, per il primo e l'ultimo rullo, da un lavander d'epoca poiché il negativo originale conservato risulta lacunoso. I due elementi sono stati scansionati alla risoluzione di 2K. Dopo la scansione, le immagini sono state stabilizzate e pulite digitalmente eliminando spuntinature, righe e segni visibili di giunte. Per ritrovare lo splendore originale, il grading digitale è stato eseguito utilizzando come riferimento una copia positiva d’epoca conservata dalla casa di produzione Titanus presso l'archivio della Cineteca di Bologna. Il suono originale è stato restaurato digitalmente a partire dal negativo ottico 35mm da cui è stato stampato un positivo colonna. Una volta acquisito questo elemento si è potuta effettuare la pulizia digitale e la riduzione dei rumori di fondo causati dall’usura del tempo. Il restauro ha prodotto un controtipo di conservazione e un nuovo negativo colonna. È stato inoltre eseguito – su diversi supporti di conservazione digitale – un back-up completo di tutti i file prodotti dal restauro digitale. Le lavorazioni sono state eseguite dal laboratorio L'Immagine Ritrovata nel 2011.