Agenda settimanale degli eventi al Cinema Massimo

Cinema Massimo - dal 3 febbraio al 9 febbraio 2012

- VENERDI’ 3 FEBBRAIO, ORE 20.30/21.45 – SABATO 4 FEBBRAIO, ORE 15.45/17.00 – SALA TRE

 

Per CROSSROADS, proiezione di La Cicatrice intérieure e J’entends plus la guitare di Philippe Garrel.

 

Per l’appuntamento CROSSROADS di febbraio, il Museo Nazionale del Cinema rende omaggio alla cantante tedesca Nico con la proiezione di due film di Philippe Garrel, con il quale ebbe, negli anni Settanta, un’intensa relazione professionale e amorosa.

Si comincia venerdì 3 febbraio 2012, alle ore 20.30, nella Sala Tre del Cinema Massimo, con il film La Cicatrice intérieure, sceneggiato dalla coppia Garrel-Nico. A seguire, alle ore 21.45, lo struggente J’entends plus la guitare, pellicola che il regista le dedicò all’indomani della sua morte.

Entrambi i film saranno replicati sabato 4 febbraio 2012, alle ore 15.45 e alle ore 17.00. Ingresso euro 6.00/4.00/3.00.

 

La relazione tra Nico e il cinema è sempre stata centrale fin dagli inizi della sua carriera. Spinta dalla fortunata esperienza sul set di La dolce vita di Fellini, la cantante - nata a Colonia nel 1938 - cercò inizialmente di intraprendere la carriera di attrice, frequentando la scuola di Lee Strasberg a New York. L’incontro con Brian Jones dei Rolling Stones e, successivamente, con il chitarrista Jimmy Page, la portarono invece a scegliere la musica come suo principale mezzo espressivo. Fu Andy Warhol, intorno alla metà degli anni Sessanta, a coinvolgerla nei suoi film e a inserirla nei Velvet Underground, gruppo di fresca formazione. Ma la vera svolta cinematografica avvenne grazie al suo fortunato incontro con Philippe Garrel. Da quel momento la donna divenne la musa ispiratrice dei film del regista francese, contribuendo alla nascita di lavori indimenticabili.

 

Philippe Garrel

La Cicatrice intérieure

(Francia 1972, 60’, col., v.o. sott.it.)

Viaggio onirico e poetico nelle tormentate profondità dell'animo umano, La Cicatrice intérieure è un film dal terribile fascino disperato, trasposizione in immagini delle atmosfere contenute nell'album Desertshore, che ne è la colonna sonora. Una coppia alla deriva in un deserto abbacinante, dove il tempo è circolare e la sofferenza appare eterna. “Non dovete guardare questo film e porvi delle domande, dovete guardarlo nello stesso modo in cui camminereste nel deserto” (P. Garrel).

Proiezione video

Sc.: P. Garrel, Nico; Fot.: Michel Fournier; Int.: Nico, P. Garrel, Pierre Clémenti.

 

Philippe Garrel

J’entends plus la guitare

(Francia 1991, 98’, col., v.o. sott.it.)

A Positano, con Martin e Lolla, Gérard vive il perfetto amore con Marianne. Un giorno, a Parigi, Marianne lascia Gérard per un altro. L'uomo cerca in tutti i modi di dimenticarla con l'aiuto di altre donne, ma il pensiero di lei è sempre presente. Quando giunge la notizia della morte improvvisa di Marianne la sua vita crolla di nuovo in mille pezzi.  Un film doloroso che segna la fine di un’epoca.

Proiezione digitale HD

Sc.: P. Garrel, Marc Cholodenko; Fot.: Caroline Champetier; Int.: Johanna Ter Steege, Benoit Regent, Yann Collette.

 

 

- LUNEDI’ 6 FEBBRAIO, ORE 20.45 – SALA TRE

 

Nell’ambito della promozione del Bando di Concorso “Lavori in corto”, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema e l’Associazione Riccardo Braghin presentano il film Magdalena di Alejandro de la Fuente.

 

L’Associazione Museo Nazionale del Cinema presenta, lunedì 6 febbraio 2012, alle ore 20.45, presso la Sala Tre del Cinema Massimo, il film Magdalena di Alejandro de la Fuente, una storia vera sull’interculturalità a Torino e in Piemonte. La proiezione avviene nell’ambito della promozione del primo Bando di Concorso “Lavori in corto”, organizzato insieme all'Associazione Riccardo Braghin. Ingresso euro 3.00.

 

In una Torino multietnica, Magdalena Lupu narra le vicende dei suoi connazionali attraverso le pagine di Obiectiv, il giornale degli immigrati romeni. Nel corso di una proiezione organizzata presso il Gruppo Abele da Diego Novelli, co-autore della storia, la giovane giornalista ha l’occasione di vedere il film Trevico - Torino di Ettore Scola. L’amaro ritratto dei meridionali, reclutati dalla Fiat per lavorare alla catena di montaggio, scuote la sua coscienza, portandola a descrivere i drammi dei più sfortunati che dalla Romania sono giunti in Italia a morire di lavoro. Per maggiori informazioni: www.amnc.it

 

Alejandro de la Fuente

Magdalena

(Italia 2010, 76', col.)

“Cercavo gli strumenti migliori per presentare un'altra faccia di noi, i romeni, la più importante comunità straniera a Torino, nel Piemonte e in Italia. Attraverso il film, ho voluto provare ad attirare l’attenzione sul fatto che in Italia hanno nazionalità non solo i delinquenti, ma anche i morti sul posto del lavoro, specie se sono clandestini. Grazie alla nazionalità i primi si guadagnano un posto nei titoli dei giornali, per colpa della nazionalità gli ultimi acquisiscono con difficoltà diritti oppure, se muoiono, pur lavorando, perdono tutti i diritti” (Magdalena Lupu).

Sc.: A. de la Fuente, Marco Casa; Fot: Paolo Campana, Gabriele Gallareto; Int.: Magdalena Lupu, Diego Novelli, Ettore Scola, Don Luigi Ciotti.

 

 

- MARTEDI’ 7 FEBBRAIO, ORE 20.45 – MERCOLEDI’ 8 FEBBRAIO, ORE 16.00 – SALA TRE

 

Per MAGNIFICHE VISIONI. Festival Permanente del Film Restaurato, il Museo Nazionale del Cinema presenta I giorni contati di Elio Petri.

 

Il Museo Nazionale del Cinema presenta martedì 7 febbraio 2012 alle ore 20.45 nella Sala Tre del Cinema Massimo il film I giorni contati di Elio Petri, nel restauro realizzato dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con Fondazione Cineteca di Bologna presso il Laboratorio L’Immagine Ritrovata. In replica mercoledì 8 febbraio 2012 alle ore 16.00. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.

 

Riuscitissimo connubio di neorealismo ed esistenzialismo, che ricorda lo stile di Rossellini, Antonioni e del primo Godard, I giorni contati è sicuramente uno dei migliori film diretti da Elio Petri. Nastro d’argento nel 1963 per il miglior soggetto originale, la pellicola riflette sulla futilità della vita in vista dell'improvvisa incombenza della morte. In una Roma descritta attraverso l’ottica deformante del protagonista, si snoda la storia semplice di Cesare “lo stagnaro” che diviene pretesto per meditare sulla condizione sociale dell’essere umano, costretto a trascorrere una vita frenetica e lontana dagli affetti, per poi improvvisamente vedersela sfuggire senza aver avuto il tempo di viverla realmente. Spicca nel film la magistrale interpretazione di Salvo Randone, che domina la scena in un monologo quasi costante.

 

Il film fa parte degli appuntamenti della nuova e ricca stagione di MAGNIFICHE VISIONI. Festival Permanente del Film Restaurato che propone, anche per quest’anno, a seguito del grande successo di pubblico e di critica delle scorse edizioni, quattro appuntamenti mensili con i capolavori del cinema, dall'età d'oro del cinema classico, spaziando dal muto fino alle nouvelles vagues degli anni '60 e oltre, in copie restaurate provenienti dalle più importanti cineteche del mondo. I film saranno presentati in versione originale con i sottotitoli in italiano, e ogni proiezione sarà introdotta - quando se ne presenterà l’occasione - da cineasti, critici o personalità del mondo della cultura e del cinema.

 

Elio Petri

I giorni contati

(Italia 1962, 98’, b/n)

Cesare, idraulico romano, dopo la morte della moglie si trova a provare la vera solitudine. Quando assiste per caso alla morte per infarto di un uomo, decide di lasciare la sua occupazione e riprendersi in mano l'esistenza. Comincia così un cammino in luoghi mai frequentati come mostre d'arte, aeroporti, stabilimenti balneari, o alla ricerca degli affetti e dei luoghi perduti. Secondo film di Elio Petri, Nastro d’argento nel 1963 per il miglior soggetto originale.

Restauro realizzato dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con Fondazione Cineteca di Bologna presso il Laboratorio L’Immagine Ritrovata.

Sc.: E. Petri, Tonino Guerra; Fot.: Ennio Guarnieri; Int.: Salvo Randone, Franco Sportelli, Regina Bianchi.

 

Il prossimo appuntamento con MAGNIFICHE VISIONI. Festival Permanente del Film Restaurato è per martedì 14 febbraio 2012, alle ore 20.45, presso la Sala Tre del Cinema Massimo, con la proiezione del film My Fair Lady di George Cukor, nel restauro digitale HD realizzato da Paramount.

 

 

- MERCOLEDI’ 8 FEBBRAIO, ORE 18.00 – SALA TRE

 

In occasione di Dappertutto è l’uomo! BRECHT_CAMP 2, il Museo Nazionale del Cinema e il Goethe-Institut presentano il film Kuhle Wampe. Introduce Sergio Ariotti.

 

In occasione della manifestazione Dappertutto è l’uomo! BRECHT_CAMP 2, che si svolge a Torino dal 6 al 12 febbraio 2012 (e parallelamente a Berlino), il Museo Nazionale del Cinema e il Goethe-Institut presentano Kuhle Wampe di Slátan Dudow. La proiezione del film si terrà mercoledì 8 febbraio 2012, alle ore 18.00, presso la Sala Tre del Cinema Massimo. Introduce Sergio Ariotti.

Ingresso: 4 euro/ridotto 3 euro per i possessori di Goethe-Card o del biglietto di uno degli spettacoli teatrali di Dappertutto è l'uomo! BRECHT_CAMP 2

 

La rovina dell'egoista Johann Fatzer di Bertol Brecht è un dramma incentrato sulla necessità di opporsi all'ingiustizia e allo sfruttamento senza essere risucchiati nel circolo vizioso della violenza: un tema fondamentale nel dibattito politico della sinistra all'epoca della Repubblica di Weimar. La pièce di Brecht, inconclusa e mai messa in scena in Italia, è il filo rosso che collega le opere in programma per Dappertutto è l’uomo! BRECHT CAMP_2. Tra queste, Kuhle Wampe - costruito sulla mescolanza di fatti documentati, finzione e collage - è il momento culminante del cinema proletario tedesco oltre che il solo film che vide una partecipazione concreta, a livello artigianale, di Bertolt Brecht.

 

Dappertutto è l’uomo! BRECHT_CAMP 2 costituisce la fase finale della partnership tra Teatro Stabile Torino e Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz, una collaborazione che, all’insegna del motto “Fatzer geht über die Alpen/Fatzer attraversa le Alpi”, ha fatto incontrare e lavorare insieme, nel corso di più di due anni, registi, drammaturghi, attori affermati e giovani studenti, studiosi e appassionati di teatro italiani e tedeschi. La partnership è stata sostenuta e promossa dal "Fonds Wanderlust" della Kulturstiftung des Bundes, in collaborazione con il Goethe-Institut Turin.

Per accedere al programma completo della manifestazione: www.goethe.de/torino

 

Slátan Dudow

Kuhle Wampe ovvero A chi appartiene il mondo? (Kuhle Wampe oder Wem gehört die Welt?)

(Germania 1932, 74’, b/n, v.o. sott.it.)

Berlino, primi anni Trenta. Una famiglia rischia di crollare sotto il peso della crisi economica. Il padre è disoccupato, il figlio - rimasto senza sussidio - si suicida. Il fidanzato della figlia convince la famiglia a trasferirsi presso la tendopoli operaia Kuhle Wampe. Film dichiaratamente comunista, realizzato da una società indipendente formata dagli autori, tra cui Bertolt Brecht e il compositore Hanns Eisler, che scrissero per il film alcune canzoni divenute celebri inni del movimento operaio.

Sc.: Bertolt Brecht, Ernst Ottwald; Fot.: Günther Krampf; Int.: Hertha Thiele, Ernst Busch, Martha Wolter.

 

 

- MERCOLEDI’ 8 FEBBRAIO, ORE 20.30 – SALA TRE

 

Per il CINEMA DEGLI ALTRI, proiezione del film La città dolente di Mario Bonnard nell’ambito delle iniziative legate al Giorno del Ricordo. A seguire tavola rotonda sul tema della profuganza.

 

In occasione delle celebrazioni per il Giorno del Ricordo, il Museo Nazionale del Cinema presenta, mercoledì 8 febbraio 2012, alle ore 20.30, presso la Sala Tre del Cinema Massimo la proiezione del film La città dolente di Mario Bonnard, unica pellicola italiana sulla tragedia dei profughi istriani.

A seguire è prevista una tavola rotonda con interventi di Fulvio Aquilante (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), Marcella Filippa (Fondazione Vera Nocentini), Enrico Miletto (Fondazione Vera Nocentini/Istoreto) e Sergio Toffetti (Archivio Nazionale Cinema d’Impresa). Ingresso libero

 

L’iniziativa è frutto della collaborazione fra la Fondazione Vera Nocentini, l’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa, il Centro Sperimentale di Cinematografia, l’Istituto piemontese per la storia della res stenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto) e il Museo Nazionale del Cinema.

 

Il 10 febbraio in tutta Italia si celebra il Giorno del Ricordo. “L’obiettivo è quello di conservare e rinnovare la memoria della tragedia di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale” (legge 30 marzo 2004 n. 92.).

Colpevoli di essersi opposte all’espansionismo comunista slavo del maresciallo Tito, decine di migliaia di persone, negli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale, furono uccise e gettate nelle voragini naturali disseminate sull'altipiano del Carso (le “foibe”) o costrette a un esodo di proporzioni bibliche per sfuggire alla sistematica pulizia etnica praticata per eliminare la maggioranza italiana in Istria, Quarnaro e Dalmazia. Il lavoro di Bonnard affronta numerose questioni che restano ancora da approfondire, come il fallimento delle minoranze italiane rimaste in Istria, l’oppressione titina, i campi di concentramento e la violenta propaganda anticomunista che in quel periodo attraversava l’Italia.

 

Mario Bonnard

La città dolente

(Italia 1949, 106’, b/n.)

Il film, alla cui sceneggiatura collabora Federico Fellini, incrociando riprese esterne con immagini di repertorio, ripercorre le vicende di Pola, assegnata alla Jugoslavia dal Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947. Tra il dicembre del 1946 e il marzo del 1947, circa 28.000 abitanti, su un totale di 32.000, abbandonano la città verso l’Italia. Un viaggio intrapreso sul piroscafo Toscana, la cui chiglia nera costituisce una delle immagini più emblematiche del film. La pellicola rappresenta un’interessante chiave di lettura per ripercorrere le tormentate vicende che tra il 1947 e il 1954 coinvolsero gran parte della popolazione italiana della Venezia- Giulia e della Dalmazia, protagonista di un esodo che vide circa 280.000 persone, disperse in una profuganza diretta verso l’Italia e, in misura minore, il continente americano e l’Australia.

Copia restaurata da Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale

Sc.: Anton Giulio Majano, Aldo De Benedetti, Federico Fellini, M. Bonnard; Fot.: Tonino Delli Colli; Int.: Luigi Tosi, Barbara Costanova, Gianni Rizzo.