Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo il restauro de "La Rosa di Bagdad" di Anton Gino Domeneghini

Cinema Massimo - 9 novembre 2009, ore 20.30 e 11 novembre 2009 ore 16.30

Il Museo Nazionale del Cinema dedica il consueto appuntamento mensile Cult! al restauro de La Rosa di Bagdad di Anton Gino Domeneghini, realizzato dallo studio Film Documentari d'Arte di Firenze e Cinecittà-Luce in occasione del sessantesimo anniversario dell'uscita del film.

Nella serata di lunedì 9 novembre 2009 alle ore 20.30 nella sala tre del Cinema Massimo, verrà proiettato il documentario Una rosa di guerra - L‘incredibile storia de "La Rosa di Bagdad" (1949), di Massimo Becattini, che sarà presente in sala e che ricostruisce tutta la vicenda del film attraverso i disegni originali inediti e i rarissimi spezzoni filmati in 35mm bianco e nero, oltre ai materiali provenienti dall'Archivio Luce e da archivi americani e francesi, insieme alle interviste agli ultimi protagonisti della vicenda, nei luoghi in cui questa si svolse.

Al termine del documentario, alle ore 21.40, sarà proiettata la nuova edizione del film La Rosa di Bagdad restaurata e rimasterizzata in alta definizione usando il materiale originale Technicolor. Ingresso euro 3. Si replica mercoledì 11 novembre alle ore 16.30.

Una rosa di guerra (Italia 2009)

Nel documentario si è cercato di restituire l'assoluta eccezionalità della vicenda, che portò un gruppo di giovani disegnatori e animatori ad esorcizzare i bombardamenti e le brutture della guerra, attraverso l'evasione in un mondo esotico e infantile. In questo documentario seguiamo il racconto delle incredibili circostanze che accompagnarono la lavorazione del film di Anton Gino Domeneghini durante la seconda guerra mondiale. Mille le difficoltà che furono affrontate per portare a termine l'impresa: il film, infatti, è stato "costruito" con circa 120.000 disegni e rodovetri che ne sviluppano la trama narrativa, insieme ad un numero impressionante di scenografie, fondali, quinte disegnate. Nel 1947-48, data l'assoluta impossibilità di lavorare il colore in Italia, stremata dai disastri della guerra, tutti i disegni furono trasferiti in Inghilterra e fotografati nei laboratori della Technicolor per non dover rinunciare al colore.

Regia Massimo Becattini

La Rosa di Bagdad (Italia 1949)

La principessa Zeila, figlia del Califfo di Baghdad, avendo compiuto i diciotto anni, deve scegliersi uno sposo tra i principi dei paesi vicini. Per farle conoscere i pretendenti e darle modo di fare la sua scelta, il Califfo prepara grandi feste, alle quali sono invitati tutti i principi. Ma il bieco principe Jafar ordisce una trama volta ad influenzare la scelta della principessa. Al momento opportuno le infilerà nel dito un anello incantato, che avrà il potere di farla innamorare di lui. Amin, il giovane musico della principessa, ruba a Jafar l'anello; ma viene fatto prigioniero dal malvagio stregone, ministro di Jafar, e rinchiuso in un lontano castello. Egli riesce a fuggire e penetrato nel giardino del Califfo, vede che la principessa sta per essere vittima del maleficio di Jafar. Angosciato, ripara nel bosco, dove s'addormenta: mentre dorme sopraggiunge una vecchina da lui beneficata. È una fata benigna, che gli dona la lampada d'Aladino. Il mago, che vi è prigioniero, l'aiuta a liberare la principessa: l'amore e la mano della bella Zeila saranno il suo premio.

Regia: Anton Gino Domeneghini. Sc.: Ernesto D'Angelo, Lucio De Caro, dal libro di racconti Le mille e una notte; Fot.: Cesare Pellizzari.