Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo “Samurai, eros e pallottole.I primi cento anni della Nikkatsu”

Cinema Massimo – dal 22 al 29 febbraio 2012

Il Museo Nazionale del Cinema celebra il primo centenario della nascita della Nikkatsu – una delle più antiche e prestigiose case di produzione cinematografica giapponesi – con un’ampia retrospettiva dal titolo Samurai, eros e pallottole. I Primi cento anni della Nikkatsu, curata da Dario Tomasi. La seconda parte della rassegna si svolgerà dal 17 al 24 marzo 2012.

 

L’omaggio è un progetto di Nikkatsu realizzato dal Museo Nazionale del Cinema con il sostegno dell’Istituto Giapponese di Cultura di Roma e la collaborazione della Cinémathèque française.

 

Fondata nel 1912, la Nikkatsu è la casa di produzione cinematografica più antica del Giappone. La sua lunga storia è specchio delle profonde trasformazioni avvenute nel cinema e nella società nipponici. Dai film storici di Shōzō Makino e Kenji Mizouchi - spesso costruiti sulla figura del samurai - ai thriller di Imamura Shōhei - uno dei più validi esponenti della Nouvelle Vague giapponese del secondo dopoguerra - la celebre compagnia giapponese ha saputo spaziare nei generi più diversi fino ad arrivare a una svolta rivoluzionaria con la geniale invenzione del Roman Porno, indovinata soluzione alle ricorrenti crisi dell’industria cinematografica nipponica dei primi anni ‘70. Genere sontuoso ed elegante dove l’erotismo si accompagna a tocchi di surrealismo inconsueto, il Roman Porno ha visto l’affermarsi di una generazione di talentuosi cineasti, come Tatsumi Kumashiro, Chūsei Sone, Noboru Tanaka e Masaru Konuma.

Percorrere con una retrospettiva i cento anni della Nikkatsu non è solo un’irrinunciabile occasione per rivedere i classici della storia cinematografica giapponese, ma anche un felice tentativo di esaminare una strategia industriale che ha saputo rinnovarsi continuamente, adattandosi egregiamente ai cambiamenti del contesto socio-culturale di riferimento.

 

La prima parte della rassegna sarà inaugurata mercoledì 22 febbraio 2012, alle ore 20.30, presso la Sala Tre del Cinema Massimo, con la proiezione di Porci, geishe e marinai, il film più antiamericano di Imamura Shōhei, aspra condanna all’occidentalizzazione del Giappone. La pellicola sarà introdotta da Dario Tomasi. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.

 

Imamura Shohei

Porci, geishe e marinai (Buta to Gunkan)

(Giappone 1961, 108’, b/n, v.o. sott.it.)

Nel porto giapponese di Yokosuka, dove sono di stanza militari americani, una banda di yakuza traffica con i rifiuti della base navale, usandoli come cibo per i maiali. Kinta pensa di aver trovato l'affare della vita, ma quelli della sua gang hanno altri progetti. Alla fine solo Haruko, che la madre vorrebbe facesse la mantenuta, troverà la forza di andarsene. Primo film di Imamura ad aver avuto distribuzione internazionale.

Sc.: Hisashi Yamanouchi, Imamura Shohei; Fot.: Himeda Shinsaku; Int.: Nagato Yuji, Tamba Tetsuro, Ozawa Shoichi.

 

 

Samurai, eros e pallottole

I primi cento anni della Nikkatsu

di Dario Tomasi

 

Se quella giapponese è stata la più importante cinematografia asiatica, in grado di competere sul piano della qualità col cinema dei maggiori paesi occidentali, lo si deve anche alla solidità della sua struttura industriale, a un sistema di studi modellato su quello hollywoodiano e fondato su una struttura verticale, in base alla quale ogni singola compagnia esercitava la propria attività nell’ambito della produzione, della distribuzione e dell’esercizio. Sino alla fine degli anni Cinquanta, la quasi totalità dei film giapponesi era prodotta da un gruppo piuttosto ristretto di grandi compagnie, come la Shōchiku, la Daiei, la Tōhei, la Tōhō, e, appunto, la Nikkatsu, che nel loro ruolo egemone lasciavano ben poco spazio alle altre più piccole società e alla produzione indipendente. Fatto che se ha comportato degli ovvi limiti – frenare il cinema indipendente, è sempre un attentato alla creatività – ha posto, nel contempo, quelle premesse che hanno consentito a registi come Ozu, Mizoguchi, Naruse e Kurosawa, per non citare che i più noti, di realizzare i propri capolavori con quella continuità che solo un consolidato sistema produttivo permette.

La Nikkatsu nasce nel 1912 e si impone rapidamente come una delle protagoniste del cinema jidaigeki, ovvero di quei film in costume spesso costruiti intorno alla figura del samurai, che hanno rappresentato, sino alla fine della seconda guerra mondiale, all’incirca una metà dell’intera produzione cinematografica nipponica. Per la compagnia lavorano Makino Shōzō, considerato in patria il padre del cinema giapponese, e poi il figlio, Makino Masahiro, che realizzerà più di 260 film nel corso di una carriera che lo vedrà assoluto protagonista del cinema popolare, in particolare nell’ambito dei jidaigeki, prima, e dei ninkyō eiga (i film sulla yakuza), poi. Ancora per la Nikkatsu, presteranno, negli anni Venti e Trenta, i loro servizi due delle figure fondamentali del cinema di samurai: Itō Daisuke e Yamanaka Sadao. Il primo è noto sia per la dimensione nichilista dei suoi nobili eroi destinati alla sconfitta, secondo un codice culturale squisitamente giapponese che tende ad ammirare più chi perde che chi vince, sia per il carattere quasi acrobatico dei suoi movimenti di macchina; il secondo è considerato l’Ozu del jidaigeki, per la forte componente umanista delle sue opere, più attenta alla dimensione del quotidiano che all’epica della spada.

Costretta dalla politica di guerra a fondersi con la Daiei nel 1942, la Nikkatsu riapre i battenti nel 1954, quando, dovendo ripartire da zero, si avvale di giovani maestranze, che infondono nella compagnia uno spirito nuovo, che accompagnerà il cinema giapponese in un’importante fase di transizione verso la modernità. Nascono così i film del cosiddetto taiyōzoku eiga (il film della tribù del sole), che ispirati ai romanzi di Ishihara Shintarō, apriranno, come disse Ōshima, una vera e propria breccia nella storia del cinema giapponese, rappresentando, per la prima volta, i bisogni e i desideri, anche quelli più dissoluti, delle nuove generazioni formatesi negli anni del dopoguerra. Nel periodo immediatamente successivo si affermano anche i cosiddetti Nikkatsu Action, thriller e film noir che per il carattere stilizzato delle loro immagini, sia nella composizione delle inquadrature sia nell’uso dei colori e della luce, segneranno un momento importante nell’evoluzione stilistica del cinema giapponese, ribadendone nel contempo la sua dimensione fortemente straniante. In questa fase di transizione verso la modernità, e poi della sua affermazione, giocano un ruolo chiave anche alcuni autori come Kawashima Yuzō, forse la ‘scoperta’ più importante della rassegna, e il più noto Imamura Shōhei, uno degli indiscussi protagonisti della Nouvelle Vague giapponese. Per non dire del lavoro di Suzuki Seijun che nel corso degli anni Sessanta radicalizzerà, in un’estetica esplicitamente autoriale, il lavoro già intrapreso dai precedenti Nikkatsu Action. Tuttavia, bisogna aggiungere, il licenziamento del regista avvenuto nel 1968, a causa dell’“incomprensibilità” dei suoi film (fatto che lo costrinse a un lungo silenzio proprio al culmine della sua carriera) rimane una colpa che difficilmente si potrà perdonare alla sua casa madre. 

All’inizio degli anni Settanta, in un periodo di grave crisi per tutta l’industria cinematografica giapponese, la Nikkatsu riuscirà a salvarsi dal fallimento grazie al lancio dei cosiddetti Roman Porno (dove ‘roman’ è da leggersi come una contrazione della parola inglese ‘romantic’), che nella loro rappresentazione di una sessualità cruda, a volte brutale e spesso conturbante, disegneranno una nuova pagina della storia del cinema erotico e lanceranno registi di rilievo come Kumashiro Tatsumi, Tanaka Noboru, Sone Chūsei e Konuma Masaru.

Rivedere oggi i film della Nikkatsu è, di fatto, un modo per ripercorrere l’intera storia del cinema giapponese da una prospettiva fra le più utili alla sua vera conoscenza.

 

 

Samurai, eros e pallottole. I primi cento anni della Nikkatsu

Prima Parte

 

CALENDARIO DELLE PROIEZIONI

 

MER 22, h. 18.30

Yamanaka Sadao

Tange Sazen and the Pot Worth a Million Rio (Tange Sazen Yowa: Hyakuman Ryo no Tsubo)

(Giappone 1935, 92’, b/n, v.o. sott.it.)

Una commedia divertente, tutta costruita attorno agli stereotipi del genere samurai. Dopo essersi liberato di un vecchio vaso ereditato, un uomo scopre di aver fatto un grande errore perché in esso era nascosta una mappa del tesoro. Inizia così una corsa disperata per recuperare l’oggetto. Il regista Yamanaka Sadao è noto soprattutto per essere stato il leader del gruppo di cineasti denominato Narutaki, che realizzavano i loro film sotto pseudonimo collettivo.

Copia proveniente da National Film Center - The National Museum of Modern Art

Sc.: Mimura Shintarô; Fot.: Yasumoto Jun; Int.: Ôkôchi Denjirô, Sawamura Kunitaro, Yamamoto Reisaburô.

 

MER 22, h. 20.30, VEN 24, h. 16.30

Imamura Shohei

Porci, geishe e marinai (Buta to Gunkan)

(Giappone 1961, 108’, b/n, v.o. sott.it.)

Nel porto giapponese di Yokosuka, dove sono di stanza militari americani, una banda di yakuza traffica con i rifiuti della base navale, usandoli come cibo per i maiali. Kinta pensa di aver trovato l'affare della vita, ma quelli della sua gang hanno altri progetti. Alla fine solo Haruko, che la madre vorrebbe facesse la mantenuta, troverà la forza di andarsene. Primo film di Imamura ad aver avuto distribuzione internazionale.

Sc.: Hisashi Yamanouchi, Imamura Shohei; Fot.: Himeda Shinsaku; Int.: Nagato Yuji, Tamba Tetsuro, Ozawa Shoichi.

 

MER 22, h. 22.30, VEN 24, h. 18.30

Mizoguchi Kenji

Home Village (Fujiwara Yoshie no Furusato)

(Giappone 1930, 86’, b/n, v.o. sott.it.)

Ascesa e caduta del tenore Yoshio Fujimura. L’uomo intrattiene i passeggeri di seconda classe sulla nave in cui viaggia di ritorno dall’Europa. Con lui la bella Ayako, una cameriera innamorata di lui. Poco prima del loro arrivo in Giappone, la ricca Natsue Omura incontra il cantante e ne rimane profondamente affascinata. Lo presenta ad un importante agente che lo lancia nel mondo della musica, dimenticando, però, tutti i valori e gli amici di un tempo. Primo film sonoro di Mizoguchi.

Copia proveniente da National Film Center - The National Museum of Modern Art

Sc.: Hatamoto Shuichi, Kisaragi Satoshi, Kobayashi Masashi, Mori Iwao; Fot.: Mineo Yoshio, Yokota Tatsuyuki; Int.: Yoshie Fujiwara, Shizue Natsukawa, Fujiko Hamaguchi.

 

SAB 25, h. 16.30, LUN 27, h. 20.30

Masuda Toshio

Rusty Knife (Sabita Naifu)

(Giappone 1958, 90’, b/n, v.o. sott.it.)

Un losco passato torna a perseguitare due ex malviventi. Dopo alcuni anni da quando Tachibana e Makoto hanno assistito per caso a un assassinio da parte di un teppista locale, un terzo testimone minaccia di spifferare tutto alla polizia, ma incolpando proprio i due protagonisti. Il primo lungometraggio diretto da Masuda Toshio che ha consolidato il suo ruolo nell’olimpo dell’action-movie prodotto dalla Nikkatsu.

Sc.: Masuda Toshio, Shintarô Ishihara; Fot.: Kurataro Takamura; Int.: Ishihara Yûjirô, Kitahara Mie, Yasui Shôji.


SAB 25, h. 20.30

Kurahara Koreyoshi

Black Sun (Kuroi Taiyo)

(Giappone 1964, 95’, b/n, v.o. sott.it.)

Akira conduce una vita senza scopo abitando in un edificio in rovina destinato alla demolizione. Un giorno incontra Jill, un afroamericano che ama giocare con le armi. La colonna sonora del film è stata composta da Max Roach, leggendario batterista jazz scomparso nel 2007.

Copia proveniente da National Film Center - The National Museum of Modern Art

Sc.: Yamada Nobuo, dal romanzo di Kono Tensei; Fot.: Kanau Mitsuji; Int.: Kawaji Tamio, Roland Chico, Fuji Tatsuya.

 

SAB 25, h. 22.15, DOM 26, h. 22.00

Kumashiro Tatsumi

Woods Are Wet: Woman Hell (Onna jigoku: mori wa nureta)

(Giappone 1973, 65’, col., v.o. sott.it.)

Dopo aver commesso un crimine, la giovane Sachiko riesce a fuggire. La soccorrono due giovani fidanzati che la portano con loro per il fine settimana in un hotel fuori mano. Uno dei primi film di Kumashiro, considerato il maggior esponente del roman porno nei primi anni di attività della Nikkatsu. I suoi film, oltre ad aver conseguito un vasto successo di pubblico, sono stati accolti favorevolmente dalle più importanti riviste di cinema giapponesi.

Sc.: Kumashiro Tatsumi; Fot.: Maeda Yonezô; Int.: Isayama Hiroko, Nakagawa Rie, Yamaya Hatsuo.

 

DOM 26, h. 16.30, LUN 27, 22.15

Nomura Takashi

A Colt is My Passport (Koruto wa Ore no Pasupoto)

(Giappone 1967, 85’, col., v.o. sott.it.)

Uno dei più famosi film di yakuza prodotti dalla Nikkatsu vede impegnato l’attore Joe Shishido in uno dei suoi ruoli più significativi. Un assassino viene incastrato tra bande rivali dopo aver messo a segno un grosso colpo. Un film che unisce perfettamente elementi hollywoodiani con uno sguardo da Nouvelle Vague, il bianco e nero fortemente contrastato e  la colonna sonora ispirata allo spaghetti-western.

Sc.: Nagahara Shuichi, Yamada Nobuo, dal romanzo di Fujiwara Shinji Fot.: Mine Shigeyoshi; Int.: Jô Shishido, Kobayashi Chitose, Fujio Jerry.

 

DOM 26, h. 20.30

Kurahara Koreyoshi

The Warped Ones (Kyonetsu no kisetsu)

(Giappone 1960, 75’, col., v.o. sott.it.)

Akira, teppista appassionato di jazz, e la sua prostituta e fidanzata Fumiko vengono arrestati dopo essere stati sorpresi da un giornalista a derubare gli stranieri in un jazz club. In prigione, Akira incontra Masaru e, quando vengono rilasciati, riprendono insieme le loro attività. Ritrovano il giornalista che li ha denunciati, lo picchiamo e rapiscono la sua fidanzata per sottoporla a ogni tipo di violenza. Lo stile completamente diverso (a partire dalla colonna sonora jazz) ne fece un grande successo che spinse la Nikkatsu a produrre il successivo film di Kurahara Koreyoshi Black Sun.

Copia proveniente da National Film Center - The National Museum of Modern Art

Sc.: Yamada Nobuo; Fot.: Mamiya Yoshio; Int.: Tamio Kawachi, Eiji Go, Yuko Chishiro.

 

LUN 27, h. 16.30, MER 29, h. 20.30

Kawashima Yuzo

Suzaki Paradise: Red Light (Suzaki Paradaisu: Aka Shingo)

(Giappone 1956, 81’, b/n, v.o. sott.it.)

Una coppia di amanti trova rifugio in un quartiere a luci rosse.  Yoshigi vende spaghetti mentre la sua compagna serve il sake agli avventori. Fino a quando la donna mette gli occhi su un altro uomo. Il film più amato da Kawashima, tra quelli da lui realizzati, che ha notevolmente influenzato il suo assistente  Imamura Shohei, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi.

Copia proveniente da National Film Center - The National Museum of Modern Art

Sc.: Ide Toshirō, Terada Nobuyoshi; Fot.: Takamura Kurataro; Int.: Mihashi Tatsuya, Aratama Michiyo, Kawazu Seizaburō.

 

MAR 28, h. 16.30, MER 29, h. 22.00

Kawashima Yuzo

Shinagawa Path (Bakumatsu Taiyoden)

(Giappone 1957, 110’, b/n, v.o. sott.it.)

Saheji non ha più soldi per pagare i conti accumulati nel bordello che frequenta, così è costretto a restarci lavorando per estinguere il debito. Ma Saheji, da uomo di mondo, approfitta della confusione che regna per trarne vantaggio e sedurre buona parte delle donne che vi lavorano. Commedia irresistibile scritta da Kawashima Yuzo, Imamura Shohei e Keiichi Tanakata. Questo lavoro è considerato uno dei più bei film giapponesi di tutti i tempi. 

Copia proveniente da National Film Center - The National Museum of Modern Art

Sc.: Kawashima Yuzo, Imamura Shohei e Keiichi Tanaka; Fot.: Takamura Sotaro Int.: Sakai Frankie, Minamida Yōko, Ishihara Yujiro.