Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo la retrospettiva Il cinema è un campo di battaglia - Omaggio a Samuel Fuller.  

Cinema Massimo – Dal 7 al 28 febbraio 2014

Il Museo Nazionale del Cinema propone, dal 7 al 28 febbraio 2014 al Cinema Massimo, un’ampia retrospettiva dal titolo Il cinema è un campo di battaglia. Omaggio a Samuel Fuller.

 

La retrospettiva dedicata al regista americano, singolare figura di cineasta-soldato passato dal campo di battaglia al set senza cambiare una virgola del proprio atteggiamento nei confronti del mondo, è un progetto del Museo Nazionale del Cinema.

 

Violento, visionario, indipendente e radicalmente innovativo, il suo cinema – dai primi film western e bellici fino a Il corridoio della paura e Il grande uno rosso (presentato nella versione ricostruita di 162 minuti) – è stato un faro per i giovani della Nouvelle Vague e, più in generale, per i cinefili che cercavano nelle immagini una risposta politica alle domande del presente. Definito il più europeo dei registi americani, dentro e fuori dagli Studios (con cui ha sempre avuto turbolenti rapporti), Fuller ha affrontato i generi più classici, ma trasfigurandoli e inserendo i temi esistenziali che rendono ancora oggi i suoi film universali e modernissimi.

 

La retrospettiva sarà inaugurata venerdì 7 febbraio alle ore 20.30, presso la Sala Tre del Cinema Massimo con la proiezione del film Ho ucciso Jess il bandito introdotto al pubblico da Giampiero Frasca, autore del volume “Storia e storie del cinema americano” (Utet 2013). Ingresso 6,00/4,00/3,00 euro.

 

Indipendente per vocazione, esuberante, versatile e anticonformista, Fuller divenne uno specialista del cinema di genere a basso costo e firmò, sempre a partire dalle sue sceneggiature, molti b-movies destinati a trasformarsi in classici moderni. Fuller inizia la sua carriera come giornalista e reporter di guerra, un’esperienza, questa, che lo segnerà indelebilmente.

I suoi temi, profondamente tesi a recuperare il carattere e l'identità dell'America, sono la metafora delle alienazioni che sconvolgono l'animo umano: l'odio e l'intolleranza, la paura e il caos come vincoli del codice societario, la barbarie innescata da ogni manicheismo ideologico e morale.

Il suo è uno stile geniale nelle soluzioni tecniche, trasgressivo e incisivo nelle commistioni fra verità e romanzesco, che mette ancora più in luce la sua vocazione da filmmaker non omologato, estraneo all'establishment hollywoodiano.

 

Ho ucciso Jess il bandito (I Shot Jesse James)

(Usa 1948, 81’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

Come il famoso fuorilegge fu ucciso per amore di una donna dall'amico e complice Bob Ford che, in realtà, lo ammirava. Film d'esordio di Fuller, girato in dieci giorni e primo dei suoi quattro western anomali. Fuller ribalta la leggenda, ma senza preoccupazioni di verità storica.  Bob Ford, però, non ha messo in conto le conseguenze del suo gesto nella sua già fragile mente.

 

 

Il cinema è un campo di battaglia.

Omaggio a Samuel Fuller

 

CALENDARIO DELLE PROIEZIONI

 

Ven 7, h. 18.30/Sab 8, h. 16.30/Dom 9, h. 20.30

Park Row

(Usa 1952, 83’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

Si respira la vita vera in questo film scritto da Fuller forte di un’esperienza diretta di lavoro come giornalista in un giornale. La storia racconta di un uomo che cerca di creare un giornale di opposizione. Il suo vecchio datore di lavoro escogita ogni mezzuccio per metterlo in difficoltà e farlo uscire dal mercato.

 

Ven 7, h. 20.30/Lun 10, h.18.15

Ho ucciso Jess il bandito (I Shot Jesse James)

(Usa 1948, 81’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

Come il famoso fuorilegge fu ucciso per amore di una donna dall'amico e complice Bob Ford che, in realtà, lo ammirava. Film d'esordio di Fuller, girato in dieci giorni e primo dei suoi quattro western anomali. Fuller ribalta la leggenda, ma senza preoccupazioni di verità storica.  Bob Ford, però, non ha messo in conto le conseguenze del suo gesto nella sua già fragile mente.

La proiezione di venerdì 7 è introdotta da Giampiero Frasca, autore del volume “Storia e storie del cinema americano” (Utet 2013).

 

Sab 8, h. 20.30/Dom 9, h. 16.30

Corea in fiamme (The Steel Helmet)

(Usa 1951, 85’, video, b/n, v.o. sott. it.)

In seguito allo sterminio della sua pattuglia da parte dei nordcoreani, il sergente Zack si unirà a quella del  tenente Driscoll per fronteggiare insieme il comune nemico. Il tenente morirà da eroe e Zack finirà per rendergli un commovente omaggio. Fu il primo film hollywoodiano sulla guerra di Corea, che suscitò non poche polemiche.

 

Sab 8, h. 22.15/Dom 9, h. 18.15/Lun 10, h. 16.30

I figli della gloria (Fixed Bayonets)

(Usa 1951, 92’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

Durante la guerra in Corea un plotone di soldati americani è costretto alla ritirata di fronte all'avanzare delle truppe nemiche. Una retroguardia di pochi uomini viene lasciata a coprire la fuga del reggimento. Senza ufficiali, con poche munizioni e con il morale a terra, i soldati scelti per la missione suicida sono guidati da un caporale che deve superare il pericolo più grande: la paura.  

 

Lun 10, h. 20.30/Mar 11, h. 18.15/Ven 14, h. 18.15

Quaranta pistole (Forty Guns)

(Usa 1957, 79’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

Una potente proprietaria terriera (Barbara Stanwyck) spadroneggia su Tombstone grazie ai suoi quaranta aiutanti. Un agente federale (Barry Sullivan) si reca sul posto per ristabilire la legge e l'ordine. Fuller si sbarazza di molti stereotipi western. Il lieto fine, come altre volte, fu imposto dalla produzione. 

 

Lun 10, h. 22.00/Mar 11, h. 16.30/Ven 14, h. 16.30

La tortura della freccia (Run of the Arrow)

(Usa 1957, 85’, 35mm, col., v.o. sott. it.)

Incapace di accettare la sconfitta subita nella guerra civile americana, il soldato confederato di origine irlandese O'Meara (Rod Steiger) se ne va a Ovest deciso a iniziare una nuova vita tra gli indiani Sioux. Verrà accettato dopo essersi sottoposto a un rituale chiamato "la tortura della freccia".

 

Mer 12, h. 18.30/Ven 14, h. 22.15

La casa di bambù (House of Bamboo)

(Usa 1955, 102’, 35mm, col., v.o. sott. it)

Per sgominare una banda nippo-americana in Giappone, organizzata con metodi militari, s'infiltra un agente governativo USA che ha l'appoggio delle autorità locali. Ma la sua vita è messa in grave pericolo. Aperto con una formidabile sequenza, la rapina al treno e l'omicidio all'ombra del Fujiyama, il racconto prosegue in discesa con un ritmo incalzante. Fuller appare nella particina di un poliziotto giapponese ucciso da Ryan.

 

Sab 15, h. 16.30/Dom 16, h. 20.30

La vendetta del gangster (Underworld U.S.A.)

(Usa 1961, 99’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

Testimone a dodici anni dell'omicidio del padre, giura vendetta agli assassini. Per compierla si infiltra nella malavita e li uccide uno a uno. Cupo gangster dalla forza visiva straordinaria, considerato uno dei capolavori di Fuller, giustamente considerato il regista più elisabettiano di Hollywood.

 

Sab 15, h. 20.30/Dom 16, h. 16.30/Mer 19, h. 17.45

Il kimono scarlatto (Crimson Kimono)

(Usa 1959, 82’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

Un ispettore di polizia nippo-americano e un suo collega americano, indagano sull'assassinio di una spogliarellista nella Little Tokyo di Los Angeles e s'innamorano della stessa donna, una testimone. Magistrale il prologo e finale mozzafiato con l'inseguimento tra le maschere del Carnevale giapponese.

 

Sab 15, h. 22.15/Dom 16, h. 18.15

L’urlo della battaglia (Merril's Marauders)

(Usa 1962, 98’, 35mm, col., v.o. sott. it.)

All'inizio del 1944 gli Alleati angloamericani si accingono a riprendere la Birmania ai giapponesi e a impedir loro l'accesso all'India. Al comando del generale Frank Merrill, una brigata di tremila guastatori americani percorre ottocento chilometri attraverso giungla, paludi, montagne per distruggere una stazione ferroviaria cruciale per i rifornimenti giapponesi. Capolavoro bellico nonostante gli Studios abbiano dettato legge su montaggio e colonna sonora.

 

Lun 17, h. 16.30/Mar 18, h. 18.15/Dom 23, h. 18.30

Il corridoio della paura (Shock Corridor)

(Usa 1963, 101’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

John Barrett è un giornalista che vuole compiere un'inchiesta facendosi internare come "malato" in un manicomio dove è stato compiuto un omicidio. Durante il periodo che Barrett trascorre nell'ospedale riesce a scoprire la verità e il suo articolo lo candida al premio Pulitzer. Ma a un altissimo prezzo: la sua stessa salute mentale. Suggestivo bianconero di Stanley Cortez che ha inserito una sequenza onirica a colori.

 

Lun 17, h. 18.30/Mar 18, h. 16.30

Bacio perverso (The Naked Kiss)

(Usa 1964, 90’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

Una prostituta vuole “redimersi” facendo l'infermiera per bambini handicappati. Impara a sue spese che la gente "normale" è spesso ottusa, ipocrita e aggressiva. Il più eccentrico dei film fulleriani, l'unico che abbia posto al centro una donna in tutte le su sfaccettature.

 

Ven 21, h. 16.30/Ven 28, h. 18.30

Quattro bastardi per un posto all’inferno (Shark!)

(Usa/Messico 1967, 94’, Hd, col., v.o. sott. it.)

Caine, un avventuriero americano in Africa, si imbarca come macchinista sul battello di un sedicente scienziato in cerca di un carico d'oro. Attorno a tutta questa sete di ricchezza si muovo abilmente anche una donna bella e pericolosa, e un poliziotto brutale e corrotto. Fu tolto di mano a Fuller, che ne rinnegò la paternità.

 

Ven 21, h. 18.15/Ven 28, h. 16.30

Operazione mistero (Hell and High Water)

(Usa 1954, 103’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

Temendo un'aggressione nucleare dai nemici comunisti russi e cinesi, alcuni cittadini statunitensi organizzano e finanziano la missione di un sommergibile destinato a presidiare un'isola nel mar Artico. Ne fanno parte un agente americano, l'ex ufficiale di marina Adam Jones, e il professor Montel e sua figlia Denise. Effetti speciali d’avanguardia e sorprendenti scene subacquee.

 

Dom 23, h. 15.30/Mar 25, h. 15.30/Mer 26, h. 20.30

Il grande uno rosso: la ricostruzione (The Big Red One: the Reconstruction)

(Usa 1980, 162’, 35mm, col., v.o. sott.it.)

Dalla Tunisia alla Sicilia, dalla Normandia al Belgio fino all'orrore dei campi di concentramento in Cecoslovacchia, le vicende di quattro soldati americani e del loro comandante, appartenenti al reparto “Il Grande Uno Rosso”. Versione “definitiva” del capolavoro di Fuller, completamente ricostruito nel 2004, con l'aggiunta di 40 minuti e 8 sequenze assenti nella prima versione, recuperate a partire dallo script e dagli appunti originali del regista, dai tagli di pellicola e dalle piste sonore di proprietà della Warner Bros.Con Lee Marvin e Rober t Carradine.

La proiezione di domenica 23 è introdotta da Giaime Alonge

Lun 24, h. 20.30/Mar 25, h. 18.30

Mano pericolosa (Pickup on South Street)

(Usa 1953, 80’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

A Candy, impiegata nello studio di Joy, sedicente avvocato, che in realtà è una spia, viene affidato il compito di recapitare un microfilm, contenente formule atomiche segrete. Per sua sfortuna la borsetta con il prezioso microfilm le viene sottratta da uno scippatore. Splendido film poliziesco da guerra fredda (ma nella versione italiana i comunisti erano narcotrafficanti), contestatissimo alla Mostra di Venezia.

 

Lun 24, h. 22.00/Mer 26, h. 18.00

Cane bianco (White Dog)

(Usa 1982, 90’, 35mm, col., v.o. sott. it.)

L'attrice Julie Sawyer trova uno splendido cane dal pelo candido, e lo tiene con sé. Ciò che la ragazza non sa è che l'animale è stato addestrato per essere un inesorabile killer di neri. Duro e originale apologo sul razzismo, scritto da Fuller e Curtis Hanson dal romanzo di Romain Gary. Non fu distribuito negli Usa perché considerato politicamente scorretto.