Il Museo Nazionale del cinema presenta al Cinema Massimo la rassegna Bellezza e tristezza. 12 restauri di Mizoguchi Kenji

Dal 7 al 30 maggio 2014 - Cinema Massimo

Il Museo Nazionale del Cinema propone, dal 7 al 30 maggio 2014 al Cinema Massimo, una retrospettiva dal titolo Bellezza e tristezza. 12 restauri di Mizoguchi Kenji. L’omaggio dedicato al grande regista nipponico, scomparso a soli 58 anni di leucemia, prevede dodici dei suoi film più famosi recentemente restaurati in digitale ed è un progetto del Museo Nazionale del Cinema.

 

Considerato insieme a Ozu e Kurosawa uno dei maggiori registi giapponesi, Mizoguchi Kenji ha accompagnato il cinema fino alle soglie della modernità. Abile nel ricavare emozioni profonde da gesti minimali, fu per questo molto amato in Occidente dai giovani critici dei Cahiers du Cinéma. Ricevette il Leone d'argento alla Mostra del Cinema di Venezia per tre volte: con Vita di O-Haru, donna galante (Saikaku Ichidai Onna) nel 1952, I racconti della luna pallida d'agosto (Ugetsu Monogatari) nel 1953 (anno del suo primo viaggio in Europa) e L'intendente Sansho (Sansho Dayu) nel 1954.

 

Meglio di ogni altro Mizoguchi ha saputo raccontare il passaggio alla modernità attraverso lo sguardo delle donne che la società maschilista ha brutalizzato ed emarginato. Grazie a questi dodici meravigliosi restauri si potrà assistere a una carrellata, su grande schermo, dei suoi più toccanti ritratti femminili.

 

La retrospettiva sarà inaugurata mercoledì 7 maggio alle ore 20.30, presso la Sala Tre del Cinema Massimo con la proiezione del film Le sorelle di Gion (Gion no shimai) introdotto al pubblico da Dario Tomasi.

 

Le sorelle di Gion (Gion no shimai)

(Giappone 1936, 69’, Hd, b/n, v.o. sott. it.)

Due sorelle, Umekichi e Omocha, sono geishe del quartiere Gion, alla periferia di Kyoto. Umekichi accetta di ospitare e mantenere il suo anziano protettore in difficoltà finanziaria ma la cinica Omocha se ne sbarazza con l'inganno. Invettiva contro l'egoismo ipocrita del sesso maschile. Realizzato pochi mesi dopo Elegia di Osaka con lo stesso cast e la stessa troupe, appare come la sua continuazione.

 

CALENDARIO DELLE PROIEZIONI

 

Mer 7, h. 16.30/Lun 26, h. 18.30

 

Elegia di Osaka (Naniwa hika/Naniwa erejii)

(Giappone 1936, 71’, Hd, b/n, v.o. sott. it.)

Dal romanzo a puntate Mieko di Saburo Okada, sceneggiato da Yoshikata Yoda. Patetiche vicissitudini di Ayako, telefonista in una ditta farmaceutica di Osaka, che si sacrifica, vendendo il proprio corpo, per il padre e il fratello e ne ottiene in cambio prima il carcere, poi il ripudio della famiglia che si ritiene da lei disonorata.

 

 

Mer 7, h. 20.30/Mar 27, h. 16.30 – La proiezione di mercoledì 7 è introdotta da Dario Tomasi

 

Le sorelle di Gion (Gion no shimai)

(Giappone 1936, 69’, Hd, b/n, v.o. sott. it.)

Due sorelle, Umekichi e Omocha, sono geishe del quartiere Gion, alla periferia di Kyoto. Umekichi accetta di ospitare e mantenere il suo anziano protettore in difficoltà finanziaria ma la cinica Omocha se ne sbarazza con l'inganno. Invettiva contro l'egoismo ipocrita del sesso maschile. Realizzato pochi mesi dopo Elegia di Osaka con lo stesso cast e la stessa troupe, appare come la sua continuazione.

 

 

Ven 9, h. 16.00/Dom 11, h. 20.00/Dom 25, h. 18.00

 

La storia dell'ultimo crisantemo (Zangiku monogatari)

(Giappone 1939, 142’, Hd, b/n, v.o. sott. it.)

Tokyo 1885, nell'epoca Meiji. Kikunosuke Onoe, adottato da una nota famiglia di attori kabuki, s'innamora della governante Otoko. Quando il suo celebre padre costringe la donna ad andarsene, Kikunosuke lascia Tokyo e s'adatta a recitare in compagnie ambulanti di provincia. Con l’aiuto della donna, impara il mestiere. Sei anni dopo la famiglia scopre il suo talento e lo invita a tornare a Tokyo.

 

 

Ven 9, h. 18.30/Sab 10, h. 16.00/Dom 25, h. 20.30

 

Utamaro e le sue cinque mogli (Utamaro o meguru gonin no onna)

(Giappone 1946, 106’, Hd, b/n, v.o. sott. it.)

Epoca Tokugawa, verso la fine del XVIII secolo. Utamaro, il maestro dell'arte xilografica, è circondato da intrighi, adulazioni, invidie e rivalse, dall'esito anche drammatico. Tutto questo lo tocca però solo marginalmente, anzi, diviene terreno fertile per la sua ispirazione. L'arte come evasione dal regime oppressivo. Liberamente ispirato alla vita di Utamaro (1753-1806), noto per le sue straordinarie incisioni di belle donne.

 

 

Dom 11, h. 16.15/Ven 16, h. 18.45

 

La signora Oyu (Oyū-sama)

(Giappone 1951, 95’, Hd, b/n, v.o. sott. it.)

La storia di un amore impossibile tra la vedova Oyū  e il marito della sorella. Sensibile al valore della tradizione ma anche spinta dalle passioni, Oyū  vive una situazione di lacerazione e di incolmabile solitudine per un’esistenza non desiderata ma accettata. Con Il ritratto della signora Yuki e La signora Musashino è la terza parte di una trilogia sul tema della sconfitta sentimentale di tre donne idealizzate.

 

 

Dom 11, h. 18.00/Lun 12, h. 20.30/Dom 25, h. 16.15

 

I racconti della luna pallida d’agosto (Ugetsu monogatari)

(Giappone 1953, 94’, Hd, b/n, v.o. sott. it.)

Tratto dai racconti L'albergo di Asaji e La lubricità del serpente di Akinari, un capolavoro della storia del cinema. Nel Giappone del XVI secolo, un contadino e un vasaio abbandonano il loro lavoro e le rispettive famiglie per andare incontro alla gloria. Mentre gli eserciti imperiali si scontrano, uno viene sedotto da una malefica e bellissima principessa, l'altro ambisce alla statura eroica del samurai. Ma tutte le loro illusioni saranno evanescenti.

 

 

Lun 12, h. 16.30/Ven 30, h. 21.00

 

La musica di Gion (Gion bayashi)

(Giappone 1953, 85’, Hd, b/n, v.o. sott. it.)

Eiko è orfana di madre, il padre si disinteressa a lei e per sopravvivere non le resta che intraprendere il mestiere di geisha, già esercitato in passato dalla madre. Miyoharu l’aiuterà in un’iniziazione che metterà crudamente a nudo una condizione umana dolorosa: quella della donna in una società di uomini tesi solo al guadagno e allo sfruttamento del suo corpo. 

 

 

Lun 12, h. 18.15/Ven 16, h. 16.30/Ven 30, h. 17.15

 

L'intendente Sansho (Sanshō dayū)

(Giappone 1954, 124’, Hd, b/n, v.o. sott.it.)

Nel Giappone feudale dell'XI secolo, la dolorosa odissea della famiglia del governatore di una provincia, spodestato perché troppo umano. Rapiti da briganti, sono ridotti in schiavitù: la moglie costretta a prostituirsi, i due figli adolescenti sottoposti a fatiche massacranti. Prodotto dalla Daiei di Kyoto, tratto da un romanzo di Mori Ogai, adattato da Yoshikata Yoda e Fuji Yahiro.

 

 

Mar 13, h. 16.30/Mer 21, h. 18.15/Lun 26, h. 16.30

 

Gli amanti crocifissi (Chikamatsu monogatari)

(Giappone 1954, 102’, Hd, b/n, v.o. sott.it.)

Tratto dal testo di uno dei più grandi drammaturghi della letteratura giapponese, Chikamatsu Monzaemon, vissuto tra il XVII e il XVIII secolo, il film narra l'infelice sentimento fra Mohei e Osan, che si innamorano e vengono terribilmente puniti dallo spietato Ishun, marito di Osan e padrone della tipografia nella quale lavora Mohei.

 

 

Mar 13, h. 18.30/Mar 20, h. 18.30/Mar 27, h. 18.00

 

La strada della vergogna (Akasen chitai)

(Giappone 1956, 87’, Hd, b/n, v.o. sott. it.)

Ritratti di donne in una casa di tolleranza di Tokyo, nel quartiere di Yoshiwara, da trecento anni dedicato al piacere maschile, mentre alla radio si ascoltano le cronache sul dibattito in Parlamento per la legge sull'abolizione delle case chiuse, che infine non sarà approvata. Ultimo film di Mizoguchi, che morì a 58 anni di leucemia, e uno dei più duri e pessimisti sulla condizione della donna nella società patriarcale giapponese.

 

 

Ven 23, h. 16.30/Sab 24, h. 18.15/Mer 28, h. 18.15

 

L'imperatrice Yang Kwei-fei (Yokihi)

(Giappone 1955, 98’, Hd, col., v.o. sott. it.)

VII secolo dopo Cristo, quando la dinastia Tang regnava su un immenso territorio. Nonostante la sua origine plebea, Yang-Kwei-Fei diventa la favorita dell'imperatore e da lui viene anche nominata principessa. Terz’ultimo film di Mizoguchi, primo e unico a colori. Girato quasi completamente in interni, ha l'austera solennità di un rito e la grazia di una fiaba, appoggiato a una finissima tessitura cromatica e tonale.

 

 

Ven 23, h. 18.30/Sab 24, h. 16.30

 

Una donna di cui si parla (Uwasa no onna)

(Giappone 1954, 83’, Hd, b/n, v.o. sott. it.)

Umabuchi Hatsuko è una vedova che gestisce una casa di geishe. Un giorno fa ritorno, da Tokyo, sua figlia Yukiko, sopravvissuta all’aggressione  del suo fidanzato, che non riusciva ad accettare la professione della madre. Hatsuko, nel frattempo, ha appena intrapreso una relazione con il Dr. Matoba, il medico che si occupa della salute delle geishe che, però, è attratto dalla giovane Yukiko.