Agenda settimanale degli eventi al Cinema Massimo

Cinema Massimo – dal 5 al 11 ottobre 2012

- MARTEDI’ 9 OTTOBRE, ORE 15.30/17.50/20.10/22.30 – SALA DUE

 

Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo The Story Of Film: An Odyssey di Mark Cousins.

 

Il Museo Nazionale del Cinema ospita, martedì 9 ottobre 2012, la proiezione del quinto e sesto episodio di The Story Of Film: An Odyssey, il documentario di Mark Cousins - prodotto da Channel 4 e distribuito dalla BIM - dedicato alla storia del cinema e approdato al Moma di New York dopo il successo televisivo. Gli episodi – della durata di 62’ ciascuno – saranno proiettati, nella Sala Due del Cinema Massimo, alle ore 15.30/17.50/20.10/22.30. Ingresso: 5 euro intero. Ridotto: 4 euro per gli Over60 e gli studenti universitari.

 

Tratto dall’omonimo libro di Mark Cousins, The Story Of Film è un’opera monumentale, frutto di cinque anni di lavoro, che abbraccia sei continenti e dodici decenni. Mark Cousins rilegge la storia del cinema dagli albori fino all'avvento del digitale, facendo leva sull'esperienza raccolta come conduttore di un programma sul cinema per la BBC e costruisce un itinerario ragionato in quindici episodi che analizzano in toto la produzione cinematografica globale, grazie alla commistione di interviste inedite ai più grandi registi con spezzoni di film provenienti da ogni parte del pianeta. 

 

Mark Cousins

The Story Of Film

(Regno Unito, 2011, 900’, col.)

Scritto e diretto da Mark Cousins è la storia in 15 episodi del cinema internazionale raccontata attraverso le varie tappe dell’innovazione cinematografica. Il film visita i luoghi chiave della storia del cinema - da Hollywood a Mumbai, dalla Londra di Hitchcock al villaggio indiano in cui fu girato Pather Panchali di Satyajit Ray - e propone interviste con registi e attori leggendari tra cui Stanley Donen, Kyoko Kagawa, Gus van Sant, Lars Von Trier, Claire Denis, Bernardo Bertolucci, Robert Towne, Jane Campion e Claudia Cardinale.

 

Episodio 5

1939-1952 - La devastazione della guerra e un nuovo linguaggio filmico

 

Episodio 6

1953-1957 - Il racconto enfatico. Il cinema mondiale sul punto di esplodere

 

 

- MARTEDI’ 9 OTTOBRE, ORE 20.30/22.30 – SALA TRE

 

Per MAGNIFICHE VISIONI, il Museo Nazionale del Cinema presenta il film Grandi speranze di David Lean.

 

Per MAGNIFICHE VISIONI. Festival Permanente del Film Restaurato, il Museo Nazionale del Cinema presenta, martedì 9 ottobre 2012, alle ore 20.30 e 22.30, nella Sala Tre del Cinema Massimo, il film Grandi speranze di David Lean, nel restauro digitale HD realizzato da BFI. In replica mercoledì 10 ottobre, alle ore 16.00. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.

 

Basato sull’omonimo romanzo di Charles Dickens, Grandi speranze (Great Expectations) di David Lean è un film del 1946. Ricco di atmosfera, sensibilità scenica e finezza espressiva, il film rispetta lo spirito umanitario ma critico del testo originario senza scivolare mai nel patetico. Il regista se ne allontana solamente nel finale, quando Pip – il giovane protagonista – aiuta Estella a liberarsi dal suo triste passato: tipico atteggiamento di riscatto, proprio del periodo post-bellico. La sequenza iniziale, capolavoro d’ombre in senso luministico e psicologico, è l’avvio di un’appassionante iniziazione alla vita e di una ben cadenzata avventura della coscienza. Un bambino, un cimitero di campagna, la torreggiante apparizione di un galeotto; poi anni che passano con quel nero angelo custode alle spalle, la società dei ricchi e le sue insidie, l’amore. Grandi speranze – che ottenne nel 1948 due premi Oscar per la fotografia e per la scenografia – è da sempre considerato la migliore trasposizione cinematografica di un’opera del romanziere britannico.

 

Il film fa parte degli appuntamenti della nuova e ricca stagione di MAGNIFICHE VISIONI. Festival Permanente del Film Restaurato che propone, anche per quest’anno, a seguito del grande successo di pubblico e di critica delle scorse edizioni, cinque appuntamenti mensili con i capolavori del cinema, dall'età d'oro del cinema classico, spaziando dal muto fino alle nouvelles vagues degli anni '60 e oltre, in copie restaurate provenienti dalle più importanti cineteche del mondo. I film saranno presentati in versione originale con i sottotitoli in italiano, e ogni proiezione sarà introdotta - quando se ne presenterà l’occasione - da cineasti, critici o personalità del mondo della cultura e del cinema.

 

David Lean

Grandi speranze

(Gran Bretagna 1946, 118’, b/n, v.o. sott.it.)

L’orfanello Pip riesce a cambiare completamente il suo destino da semplice fabbro a gentiluomo dalle molte opportunità grazie all’intervento di un misterioso benefattore. Trasferitosi a Londra, infatti, studia, si arricchisce, frequenta la buona società ignorando che il suo benefattore è un assassino galeotto. Per giunta ne sposa la figlia Estella, di cui è innamorato fin da bambino. Con Le avventure di Oliver Twist, è uno dei due ammirevoli film dickensiani di Lean che occupa un posto importante nella storia del cinema britannico. Il lieto fine che Lean volle per il film differisce dal romanzo ma si integra perfettamente con l’atmosfera. Oscar per la fotografia e la scenografia.

Restauro digitale HD realizzato da BFI.

Sc.: Anthony Havelock-Allan, D. Lean, Cecil McGivern, Ronald Neame, Kay Walsh, dal romanzo di Charles Dickens; Fot.: Guy Green; Int.: John Mills, Tony Wager, Valerie Hobson.

 

 

- MERCOLEDI’ 10 OTTOBRE, ORE 18.15 – SALA TRE

 

Secondo appuntamento della rassegna HISTOIRE(S) DU CINÉMA con la proiezione del film La regola del gioco di Jean Renoir, introdotto da Giaime Alonge.

 

Il Museo Nazionale del Cinema e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino presentano, nella Sala Tre del Cinema Massimo, mercoledì 10 ottobre 2012, alle ore 18.15, la proiezione del film La regola del gioco (La règle du jeu) di Jean Renoir, introdotto da Giaime Alonge. Ingresso euro 4 (euro 3 per studenti universitari e over 60).

 

HISTOIRE(S) DU CINÉMA è una rassegna dei classici più significativi della storia del cinema dagli anni Trenta agli anni Settanta, introdotti e commentati dai docenti in materia dell’Università di Torino.

 

Realizzato nel 1939 da Jean Renoir, La regola del gioco è considerato dai critici cinematografici non solo come il miglior film del regista francese ma anche come uno dei più grandi mai realizzati. Alla sua prima uscita fu un insuccesso, un vero e proprio disastro commerciale, probabilmente incompreso poiché si allontanava dalle tematiche realistiche. Eppure il film - sguardo disincantato, ma con un filo di nostalgia, di un artista sulla società del proprio tempo - ha influenzato un numero importante di scenografi e registi. Amputato di un quarto d’ora su richiesta degli esercenti, fu poi proibito e ritirato dalla distribuzione nel settembre 1939 dalle autorità, incolpato di demoralizzare i francesi, alla vigilia della dichiarazione di guerra. Lo riscoprì la generazione dei cinefili formata dai Cahiers du cinéma. Fu restaurato nel 1965.

 

La Regola del gioco è il credo dei cinefili, il film dei film, il più odiato alla sua uscita, il più apprezzato in seguito fino a diventare un vero successo commerciale dopo la sua terza ripresa in circuito normale e in versione integrale. All’interno di questo “dramma giocoso”, Renoir agita senza averne l’aria una messe di idee generali, di idee particolari e esprime soprattutto un grande amore per le donne” (Truffaut).

 

Jean Renoir

La regola del gioco (La règle du jeu)

(Francia 1939, 110’, b/n, v.o. sott.it.)

Un gruppo di aristocratici e ricchi borghesi si ritrova nel castello del marchese La Chesnaye per trascorrere il fine settimana. Un omicidio, però, manda all’aria tutti i piani. “La regola del gioco è il credo dei cinefili, il film dei film, il più odiato alla sua uscita, il più apprezzato in seguito fino a diventare un vero successo commerciale dopo la sua terza ripresa in circuito normale e in versione integrale” (François Truffaut).

Proiezione digitale HD

Sc.: J. Renoir, Carl Koch; Fot.: Jean Bachelet; Int.: Nora Grégor, Paulette Dubost, Mila Parély.

 

 

- MERCOLEDI’ 10 OTTOBRE, ORE 20.45 – SALA TRE

 

In occasione della pubblicazione del saggio Swinging City. Londra, centro del mondo di Valentina Agostinis, incontro con l’autrice che introdurrà la proiezione del film Blow-up di Michelangelo Antonioni.

 

Per il nuovo appuntamento con IL CINEMA DI CARTA e in occasione della recente pubblicazione del saggio Swinging City. Londra, centro del mondo di Valentina Agostinis (Feltrinelli, 2012), il Museo Nazionale del Cinema presenta, mercoledì 10 ottobre, alle ore 20.45, presso la Sala Tre del Cinema Massimo, la proiezione del film Blow-up di Michelangelo Antonioni – nella copia conservata da British Film Institute – introdotta dalla giornalista milanese presente in sala. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.

 

Il 1966 è un anno decisivo per Londra. A partire dal 1963, la capitale britannica è una città in fibrillazione, un centro di innovazioni a tutto campo – nella musica, nella moda, nella fotografia, nel cinema, nel costume. In tutto il mondo ci si veste come vogliono le boutique londinesi, si ascolta la musica che nasce nei club e che si trasforma in epidemia globale, le immagini di artisti e fotografi precedono la società che cambia e la Pop Art si fonde con i gesti e i modi della vita dei giovani. Negli anni Sessanta Londra è la swinging city, secondo la fortunata definizione del 1965 di Diana Vreeland, editor di Vogue. Michelangelo Antonioni arriva a Londra per preparare Blow-Up proprio nel gennaio del 1966. Quando cominciano le riprese – a fine aprile – il regista è ben consapevole di star “registrando” una rivoluzione in atto, una rivoluzione che avviene grazie al gioco, alle idee, alla creatività, alla spudoratezza di un manipolo di persone geniali, libere da vincoli di classe, da priorità accademiche e da inibizioni culturali. Da quella Londra, e da quel film, è discesa una “follia” che ha contaminato tutto. E il mondo non è più stato lo stesso.

 

Valentina  Agostinis, giornalista, vive a Milano, dopo aver passato molti anni a Londra. Ha realizzato diversi reportage televisivi per la Rai e ha collaborato con Euronews, nella sede di Lione. Nel 1994 ha curato per Feltrinelli Vita, arte e rivoluzione. Lettere di Tina Modotti a Edward  Weston; nel 2010 ha pubblicato Londra chiama con Il Saggiatore.

 

Michelangelo Antonioni

Blow-Up

(Gran Bretagna/Italia 1966, 110’, col., v.o. sott.it.)

Thomas, un fotografo annoiato dalle modelle che passano nel suo studio e nella sua vita, per reazione si propone di realizzare un fotolibro che sia uno studio della vita di Londra in tutta la sua realtà. “L'idea di Blow-Up mi è venuta leggendo un breve racconto di Julio Cortázar. Non mi interessava tanto la vicenda, quanto il meccanismo delle fotografie. La scartai e ne scrissi una nuova, nella quale il meccanismo assumeva un peso e un significato diversi” (M. Antonioni).

Copia conservata da British Film Institute

Sc.: M. Antonioni, Tonino Guerra; Fot.: Carlo Di Palma; Int.: David Hammings, Vanessa Redgrave, Peter Bowles.