37° Torino Film Festival
Una signora dai lunghi capelli neri e gli occhi ipnotici guida gli spettatori attraverso le immagini, le suggestioni, le invenzioni del 37° Torino Film Festival, che si svolgerà dal 22 al 30 novembre nelle sale del Cinema Massimo e del Cinema Reposi e, con alcuni eventi, all’interno del Museo Nazionale del Cinema. La signora in questione si chiama Barbara Steele (Gran Premio Torino 2019) ed è stata una delle più intense icone femminili dell’horror classico, soprattutto ma non solo in Italia. All’horror classico, dal bianco e nero Universal al rosso sangue Hammer, è dedicata infatti la retrospettiva di quest’anno (che si collega anche idealmente con FacceEmozioni, la mostra sulla fisiognomica allestita dal Museo all’interno della Mole): 35 film che, tra il 1920 e il 1970, hanno portato sullo schermo le creature gotiche, gli scienziati megalomani, i sussulti di scienza e coscienza che avevano turbato la letteratura fin dalla fine del ‘700 e che il New Horror post-romeriano (post-La notte dei morti viventi) avrebbe riscritto in chiave contemporanea.
Ma c’è anche un’altra fisionomia che ci guida attraverso le pieghe cangianti del festival: quella di Carlo Verdone, che ha accettato di essere Guest Director 2019 e ha scelto di presentare cinque film fondamentali per la sua passione e la sua cultura cinematografiche: dal rigore austero di Ordet di Carl Th. Dreyer alla provocazione svagata di Chance Gardiner in Oltre il giardino di Hal Ashby, dalla ferocia satirica di Divorzio all’italiana di Pietro Germi, alla malinconia amara dei giovani Johnny Depp e Leonardo DiCaprio in Buon compleanno Mr. Grape di Lasse Hallström, alla geniale fusione dark di Viale del tramonto di Billy Wilder, tutto s’intreccia negli amori cinematografici di Verdone. Come in quelli del Festival, che si apre con il balletto surreale sugli orrori nazisti di JoJo Rabbit di Taika Waititi (premio alla sceneggiatura al TFF 2014 per What We Do in the Shadows), attraversa folgoranti vite d’artista (come in Frida Viva la vida di Giovanni Troilo, dove la Kahlo viene raccontata da Asia Argento), intrecci spionistici e polizieschi (come in Spider in the Web di Eran Riklis e La Gomera di Corneliu Porumboiu), giovinezze in fuga (come in The True History of Kelly Gang di Justin Kurzel, Queen & Slim di Melina Matsoukas, Beats di Brian Welsh), si sofferma su nodi problematici del nostro presente (come nel dolente Nour di Maurizio Zaccaro, nell’esilarante The Barefoot Emperor di Peter Bosens e Jessica Woodworth, nell’affascinante Star Stuff di Milad Tangshir), o sulla vita di tutti noi, su come riusciamo a viverla, con più o meno leggerezza (come in Magari di Ginevra Elkann, Cittadini del mondo di Gianni Di Gregorio, Simple Women di Chiara Malta). Tra i film del concorso internazionale lungometraggi (quindici autori esordienti, o quasi), i concorsi documentari italiani e internazionali e cortometraggi italiani, la ricerca e le invenzioni della sperimentale Onde (con annessa ArtRoom, dove il cinema s’intreccia con l’arte, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), le eccentricità e le tensioni di After Hours (con annessa la Notte Horror, sabato 23, da mezzanotte all’alba al Cinema Massimo), gli omaggi storici (tra i quali, in collaborazione con il Dams di Torino, la “Giornata Soldati”, nella quale esperti, amici e famigliari ripercorreranno l’eclettica carriera di Mario Soldati, tra cinema, letteratura e televisione) e quelli contemporanei (la personale completa di Teona Strugar Mitevska, l’autrice macedone che, con God Exists, Her Name Is Petrunija, ha emozionato l’ultima Berlinale), il Torino Film Festival non mette limiti e barriere alla passione, alla varietà e alla curiosità. A fianco del festival, oltre alle numerose, nuove produzioni promosse dal Torino Film Lab, anche quest’anno alcune importanti realtà cinematografiche torinesi: la Film Commission Torino Piemonte, della quale presentiamo alcuni nuovi film e che ripropone gli Industry Days, ricchi di eventi, seminari e dibattiti; il Torino Short Film Market, che si svolge nei primi giorni del festival; la Torino Factory, della quale il festival presenterà i risultati.
Emanuela Martini