24° Festival CinemAmbiente
La corsa del cinema ambientale, quasi frenetica prima della pandemia, è stata rallentata, ma non interrotta, dall’emergenza sanitaria. Oggi anche questo settore sta gradualmente tornando alla normalità. In attesa che l’onda di piena del cinema ambientale scorra di nuovo con la forza di prima, il Festival presenta un’edizione “di ripartenza”. Il numero molto alto dei titoli iscritti, oltre tremila, certifica una consistente ripresa (anche se meno evidente nel caso delle grandi produzioni, come quelle statunitensi), ripresa che visibile in una selezione estremamente varia per temi e provenienza dei film. Il Festival 2021 riparte dal suo luogo naturale, la sala (peraltro fortunatamente non abbandonata nemmeno nella scorsa edizione), e dall’essenziale contatto diretto con il pubblico, ma non rinuncia alla programmazione via web. Modalità di diffusione imposta in una fase emergenziale, lo streaming si è dimostrato molto efficace per un ulteriore allargamento della platea sensibile ai temi della cultura e della cinematografia green, obiettivo fondante che il Festival persegue da quasi un quarto di secolo. Alcune segnalazioni. I concorsi per lungometraggi e cortometraggi includono circa trenta film in anteprima nazionale, tra cui Animal, il nuovo film di Cyril Dion già presente al festival qualche anno fa con Demain, Isole di Karine de Villers e Mario Brenta, unico film italiano in concorso, 70/30, il film della danese Phie Ambo, regista presente per la terza volta al festival. In arrivo direttamente dalla sezione “Cinema for the Climate” del festival di Cannes, Marcher sur l’eau della regista e attrice senegalese Aissa Maiga. Da non perdere il divertente ecoporno Fuck for Forest, l’intenso Our Land, Our Altar sul processo di “gentrificazione” di Lisbona, il sorprendente The Ants & The Grasshopper dal Malawi e lo svizzero Nemesis, sulla trasformazione della stazione ferroviaria Zurigo in un carcere. Da segnare in agenda Serengeti non morirà, premio Oscar nel 1960, un documentario da riscoprire, e il film che chiuderà il festival, Legacy, notre héritage di Yann Arthus-Bertrand, regista cui verrà assegnato il premio alla carriera. Un ampio spazio è dedicato al cinema italiano con la sezione “Made in Italy” che include circa quaranta film, accompagnati dai loro registi che daranno vita a un grande raduno del cinema ambientale italiano. Tra i componenti delle giurie, tutti di prestigio internazionale, segnaliamo la presenza di Juliano Salgado, coregista con Wim Wenders del documentario bestseller Il sale della terra. (Gaetano Capizzi, direttore Festival Cinemambiente).