IL MEGLIO DI…: Il cavallo di Torino di Béla Tarr.

Cinema Massimo, 8 luglio, ore 20.30, Sala Tre

Per il mese di luglio il Museo Nazionale del Cinema propone IL MEGLIO DI…, una selezione dei film più apprezzati delle grandi retrospettive della stagione, quelli che maggiormente hanno incontrato il favore del pubblico ma che possono ancora trovare spettatori entusiasti. L’appuntamento di domenica 8 luglio, alle ore 20.30, nella Sala Tre del Cinema Massimo, è con il film Il cavallo di Torino di Béla Tarr. In replica martedì 10 luglio, alle ore 18.45 e mercoledì 11 luglio, alle ore 16.00. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.

 

Regista e sceneggiatore ungherese, Béla Tarr (Pécs 1955) è considerato uno dei più importanti cineasti contemporanei. Autore di scelte spesso radicali come nel caso del film Sátántangó – composto da sole 150 inquadrature per una durata di oltre sette ore – Tarr pratica un cinema-tempo che va contro ogni forma di narrazione (e di montaggio) manipolatoria, affidandosi a una messa in scena impeccabile e a una fotografia lirica, poetica e avvolgente. Il crudo, ma a tratti visionario, realismo del bianco e nero e il persistente intreccio di suoni e musica che spesso accompagnano le immagini riescono, ogni volta, a far sì che lo spettatore si interroghi tanto sulla lingua del cinema quanto sulla decadenza di una civiltà inquadrata nei suoi più minimi dettagli. L’autore ungherese ci mostra la sua visione del mondo, luogo cupo e disperato dove la vita è un nulla che si ripete. La sua macchina da presa segue lentamente i personaggi sulla scena fino a impigrirsi smettendo di pedinarli e osservando i loro movimenti sempre più da lontano, sempre più immobile forse trascinata anch'essa nell'inerzia.

 

Béla Tarr

Il cavallo di Torino (A Torinói ló)

(Ungheria/Francia/Germania/Svizzera 2011, 146’, b/n, v.o. sott.it.)

Ispirato a un episodio che ha segnato la fine della carriera del filosofo Friedrich Nietzsche. Il 3 gennaio 1889, in piazza Carlo Alberto a Torino, Nietzsche si gettò, piangendo, al collo di un cavallo brutalizzato dal suo cocchiere e poi perse conoscenza. Dopo questo episodio il filosofo non scrisse più e sprofondò nella follia e nel mutismo. Il film, però, si sofferma sulla storia del cocchiere, di sua figlia e del cavallo, in un'atmosfera di grande povertà che anticipa la fine del mondo.

Sc.: László Krasznahorkai, B. Tarr; Fot.: Fred Kelemen; Int.: Janós Derzsi, Erika Bók, Mihály Kormos.