CULT: Happy People: A Year In The Taiga di Werner Herzog e Dmitrij Vasyukov.

Cinema Massimo, 12 luglio, ore 20.30, Sala Tre

Per l’appuntamento con CULT! il Museo Nazionale del Cinema presenta, giovedì 12 luglio 2012, alle ore 20.30, presso la Sala Tre del Cinema Massimo la proiezione di Happy People: A Year In The Taiga di Werner Herzog e Dmitrij Vasyukov, documentario sulla vita degli abitanti della Taiga siberiana. In replica domenica 15 luglio, alle ore 17.30 e lunedì 16 luglio, alle ore 16.30. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.

 

Una meditazione sul mondo selvaggio, sul paesaggio invernale, sulla solitudine e sulla relazione dell’uomo con la natura. Questo è Happy People. A Year In The Taiga, nato come serie di quattro episodi da un’ora diretti da Dmitrij Vasyukov, successivamente rimontati e ridotti agli attuali 94 minuti da Werner Herzog, coinvolto nel progetto in qualità di produttore esecutivo. Incentrato sulla vita della popolazione indigena del villaggio di Bakhtia sulle rive del fiume Yenisei nella Taiga siberiana, il documentario segue i protagonisti nella loro vita quotidiana, regolata da usi e costumi immutati al trascorrere dei secoli. A rendere ancora più “herzogiano” il film è il commento, scritto dal cineasta tedesco con la collaborazione del figlio Rudolph – voce narrante nell’opera – e la colonna sonora, appositamente creata dal regista di Grizzly Man, maestro nel saper mettere in relazione musica e immagini.

 

Werner Herzog, Dmitrij Vasyukov

Happy People: A Year In The Taiga

(Germania 2011, 80’, col., v.o. sott.it.)

Il film segue la vita quotidiana di un cacciatore del villaggio di Bakhtia, sul fiume Yenisei, in Siberia, durante tutta la stagione di caccia. Lo possiamo ammirare mentre utilizza i suoi strumenti, una combinazione di antiche e moderne tecniche per creare trappole, costruirsi di volta in volta un riparo e cacciare, con l’aiuto del fidato cane. “Le persone che compaiono in questo film sono davvero felici come recita il titolo e, nonostante tutti gli sforzi che la loro vita comporta, non vogliono in alcun modo suscitare compassione. Sono felici e profondamente fieri del modo in cui vivono” (W. Herzog).