Nuovo appuntamento della rassegna BASTA GUARDARLE! con la proiezione del film L’anatra all’arancia di Luciano Salce.

Bibliomediateca –16 dicembre 2013, ore 15.30

Nuovo appuntamento della rassegna BASTA GUARDARLE! con la proiezione, lunedì 16 dicembre 2013, alle ore 15.30, nella sala eventi della Bibliomediateca, del film L’anatra all’arancia di Luciano Salce. Introduce Giulia Muggeo.

 

BASTA GUARDARLE! è un ciclo di appuntamenti dedicato a due delle più importanti interpreti femminili del cinema italiano, Monica Vitti e Mariangela Melato. Le due artiste hanno rappresentato, a partire dagli Anni Sessanta, non solo un nuovo modello di recitazione, caratterizzata dai tratti dell’ironia, ma anche un nuovo modello femminile, capace di incarnarsi in una molteplicità di figure che hanno segnato l’immaginario cinematografico del nostro Paese. La rassegna è realizzata in collaborazione con DAMS - Università di Torino e Gruppo cinematografico universitario Ultracorpi sperduti nel buio.

 

In Romanzo popolare (1974, M. Monicelli) la coppia interpretata da Muti – Tognazzi tenta di superare una temporanea crisi coniugale proponendosi di essere «generosi, comprensivi e degli anni Settanta». Molte coppie che hanno popolato il cinema italiano coevo si sono trovate di fronte al medesimo proposito. È anche il caso de L'anatra all'arancia, film che per certi versi si lega al già citato capolavoro di Monicelli per l'utopica volontà espressa dai personaggi di superare un'idea ormai ritenuta incivile e arretrata, ovvero quella legata all'ossessiva, reciproca gelosia e al delitto d'onore. Interessante è infatti notare la somiglianza degli epiloghi dei due film, entrambi ugualmente incentrati sullo smascheramento di un finto atteggiamento moderno e anticonformista. Se in Romanzo popolare la pacata confessione del tradimento si trasforma in una violenta e tragicomica lotta tra coniugi, il film di Salce, al contrario, gioca se vogliamo su un livello superiore, fatto di inganni e astuzie che certamente non celano l'agiatezza e lo snobismo alto-borghese della coppia. Il regista si è da sempre interessato all'esplorazione della vita coniugale nelle sue componenti più farsesche e ambigue; in L'anatra all'arancia risulta però chiara la predilezione per l'equivoco e il cliché, componenti tipiche del teatro di varietà (citiamo in merito il film dello stesso Salce Basta guardarla, incentrato proprio sull'ambiente dell'avanspettacolo) e successivamente riprese e rimodellate dalla commedia sexy all'italiana. In questo senso è esemplare l'utilizzo del corpo di Barbara Bouchet, spesso nudo ma impersonale, in netto contrasto con la consapevolezza e presenza scenica di Monica Vitti, la cui sensualità, pur costantemente avvolta dall'involucro della goffaggine, rimane al centro dell'attenzione. Non a caso l'attrice, pur vicina ad uno dei mostri della commedia all'italiana, Ugo Tognazzi, risulta ugualmente protagonista indiscussa della scena. Ed è sua l'ultima ideale soggettiva del film, uno sguardo tutto al femminile che riscatta e al contempo ingabbia la donna all'interno di una vita coniugale a tutti gli effetti «degli anni Settanta».

 

Luciano Salce

L’anatra all’arancia

(Italia 1975, 105’, col.)

Lisa e Livio sono in crisi, ma dopo dieci anni di reciprochi tradimenti lei è decisa a lasciare il marito per fuggire con Jean-Claude, un ricco e affascinante francese. Nonostante la gelosia, Livio decide di trascorrere un'ultima giornata con la «futura ex-moglie» Lisa e il suo amante. A raggiungere i tre arriverà poi la segretaria e amante di Livio, la giovane e procace Patty.

Soggetto: William Douglas-Home e Marc-Gilbert Sauvajon; sceneggiatura: Bernardino Zapponi; fotografia: Franco Di Giacomo; musiche: Armando Trovajoli; scenografia: Lorenzo Baraldi; montaggio: Antonio Siciliano; anno: 1975; interpreti: Monica Vitti, Ugo Tognazzi, Barbara Bouchet, John Richardson. 

 

Ingresso libero fino esaurimento posti, previo tesseramento gratuito alla Bibliomediateca e presentazione di un documento d’identità.