Porte aperte di Gianni Amelio chiude la breve rassegna dedicata Gian Maria Volonté.

Bibliomediateca – 15 dicembre 2014, ore 15.30

Appuntamento conclusivo della rassegna dedicata a Gian Maria Volonté con la proiezione del film Porte aperte di Gianni Amelio. L’omaggio dedicato al grande attore è stato realizzato dal Museo Nazionale del Cinema in occasione del ventennale della sua scomparsa.

 

Dal romanzo di Leonardo Sciascia, il film è un lucido resoconto sul potere, sulla giustizia e sulla passione. Ha vinto il David di Donatello, la Grolla d'Oro per la regia, l'Oscar europeo e una candidatura a quello hollywoodiano. Superba l'interpretazione di Volonté e ottima quella dell'emergente Fantastichini. (Tiziano Sossi, mymovies.it)

 

Con Cadaveri eccellenti di Rosi, è il migliore dei film tratti dalla narrativa di Sciascia. Con il lontano Processo alla città (1952) di Zampa è il miglior dramma giudiziario italiano sceneggiato da Gianni Amelio con V. Cerami e A. Sermoneta. Quattro Felix 1990 per il miglior attore europeo a Gian Maria Volonté (straordinario per misura e intensità), al film, a Fantastichini e alla fotografia di Nardi; due Nastri d'argento, quattro David di Donatello, tre Globi d'oro e la Grolla d'oro. (da Il Morandini. Dizionario dei film).

 

 

Gianni Amelio

Porte aperte

(Italia 1990, 108’, colore)

Nella Palermo degli anni trenta un giudice, Vito Di Francesco, tenta a suo modo di opporsi, a termini di legge, alla condanna a morte di Tommaso Scalìa, ormai destinato alla pena capitale per aver ucciso, nello stesso giorno, con una baionetta il suo ex datore di lavoro, avvocato Spatafora ed un ex collega, nonché la moglie, con una pistola. Il giudice si scontra con i poteri dello Stato e con lo stesso imputato, che, servo di un'ideologia aberrante, chiede di essere fucilato. Nonostante tutto, Di Francesco riesce ad ottenerne l'ergastolo, poiché non crede nell'efficacia della pena di morte e giudica tale pena più crudele degli stessi omicidi commessi dall'accusato. Per il suo gesto, non gradito alle gerarchie, Di Francesco verrà trasferito per punizione in una pretura di scarso rilievo e la sua carriera sarà rovinata. Il film si conclude con la scritta in cui si riferisce che Scalìa verrà condannato a morte in appello e fucilato.

Regia: Gianni Amelio; Soggetto: Leonardo Sciascia; Sceneggiatura: Gianni Amelio, Vincenzo Cerami, Alessandro Sermoneta; Fotografia: Tonino Nardi; Montaggio: Simona Paggi; Scenografia: Franco Velchi; Musica: Franco Piersanti; Interpreti e personaggi: Gian Maria Volonté (Vito Di Francesco), Ennio Fantastichini (Tommaso Scalia), Renato Carpentieri (Consolo), Tuccio Musumeci (Spatafora); Produzione: Urania Film, Erre Produzioni; Distribuzione: Istituto Luce – Italnoleggio Cinematografico.