Per la rassegna Dieci film da vedere a vent’anni "Cous Cous" di Abdellatif Kechiche

Cinema Massimo – 5 febbraio 2019, ore 18.00 – Sala Tre

Qualche anno fa Gianni Volpi, non solo critico di rara intelligenza ma grande “passeur” di cultura cinematografica alle giovani generazioni, pubblicò il libro dal titolo significativo I film da vedere a vent’anni. Il libro partiva dall’idea che il cinema abbia ancora un suo valore e una sua funzione non esclusivamente spettacolare, soprattutto per quel pubblico di adolescenti o poco più che ormai fruisce il cinema in spazi diversi dalla sala cinematografica. Una generazione per la quale il cinema sembra aver perso quella funzione di veicolo di scoperta del mondo come era stato per quelle precedenti. Ma il cinema ci può ancora aiutare a vivere meglio e accompagnare nel capire ciò che ci sta intorno. Per questo tra le centinaia di film che Gianni Volpi suggeriva di vedere a vent’anni, ne abbiamo scelti dieci che vorremmo aiutassero i più giovani, e non solo, a (ri)scoprire nel cinema la più bella delle finestre aperte sul mondo. 

A cura di Aiace Torino e Sotto18 Film Festival & Campus, in collaborazione con DAMS e Scienze della Comunicazione (Università degli Studi di Torino).

Ingresso gratuito riservato ai soci AIACE.

 

Abdellatif Kechiche

Cous Cous (La graine et le mulet)

(Francia 2007, 151’, HD, col., v.o. sott.it.)

La graine è la semola, il mulet è il cefalo: sono gli ingredienti poveri con cui si fa il cous cous di pesce, il piatto della famiglia, tradizionalmente affidato alle madri, e Cous Cous è la storia corale di una famiglia-clan mediterranea, di immigrati algerini a Sète. Un grande film sulla Francia di oggi. Su questa scena proletaria gli interpreti recitano un testo, non improvvisano, ma il loro è il linguaggio vivo dei franco-magrebini. Con i suoi attori la cinepresa di Kechiche ha un vero corpo a corpo. Narra e scava in rapporti e riti e situazioni, si concede acute digressioni e sfoghi disperati. E tutto nel cinema di Kechiche resta aperto, non finisce, come mostra la geniale, ultima scena, che ha i tempi interminabili e la vera suspense dell'esistenza.