Storie del cinema - Proiezione de "I promessi sposi" di Eleuterio Rodolfi
Cinema Massimo - 20 gennaio 2023, ore 20.30
In occasione della pubblicazione del libro Arrigo Frusta, Ricordi di uno della pellicola a cura di Silvio Alovisio, Claudia Gianetto e Albina Malerba, edito da Centro Studi Piemontesi e dedicato alla professoressa Milena Isabella Boni (docente di discipline economiche alla Scuola di Amministrazione Industriale di Torino ed assistente di ruolo alla cattedra di Tecnica Industriale e Commerciale della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino), il Museo organizza una proiezione del film I promessi sposi di Eleuterio Rodolfi (Italia 1913, 60’) nella versione restaurata con musiche registrate composte da Mauro e Roberto Agagliate.
Una serata che vuole essere un omaggio a una donna di grande cultura e sensibilità, appassionata fruitrice dell’arte e dello spettacolo in ogni sua forma – dal teatro di prosa alla musica classica, dall’opera lirica al cinema – che nel 1989 ha curato la pubblicazione del volume L’economia dietro al sipario in cui ha analizzato il mondo dello spettacolo come realtà produttiva.
Nel corso della sua carriera professionale, Milena Isabella Boni ha ideato e condotto, per prima in Italia, un seminario dedicato al Marketing dello Spettacolo. A seguito della sua morte, avvenuta nel novembre 2020, i suoi ex allievi hanno deciso di ricordare e onorare la sua figura in modo tangibile e duraturo, con una pubblicazione realizzata dal Centro Studi Piemontesi in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema che custodisce nella sua biblioteca innumerevoli volumi e altro materiale raccolti negli anni dalla professoressa), insieme al Centro Sperimentale di Cinematografia, di cui la professoressa era socia e collaboratrice.
La serata sarà introdotto da Silvio Alovisio, Claudia Gianetto, Albina Malerba e Paolo Poncino.
Il film
I promessi sposi di Eleuterio Rodolfi (1913, 60'); produzione: Società Anonima Ambrosio.
La casa torinese Ambrosio ha tra i suoi punti di forza l’affiatata coppia Eleuterio Rodolfi e Gigetta Morano, che incanta con le comiche brevi e i primi passi per l’epoca un po’ spregiudicati nella commedia. Una complicità creativa che trova fertile terreno anche nelle opere che a vario titolo rientrano nella produzione più impegnata e ricercata, quella della nota “Serie d’Oro”.
Il 1913 è l’anno di Quo Vadis?, Ma l’amor mio non muore!e dell’uscita concorrenziale de Gli ultimi di giorni di Pompei e Jonecon i quali la Ambrosio e la Pasquali & C. si confrontano sugli schermi e in sede legale. La sfida tra le due case torinesi si ripropone proprio per l’adattamento un po’ ambizioso deI promessi sposi, considerato uno dei romanzi più importanti della letteratura italiana.
L’opera diretta da Rodolfi è attualmente l’unica degli adattamenti cinematografici realizzati negli anni Dieci (oltre la coeva della Pasquali, le altre sono del 1908 e del 1911) che è possibile rivedere sullo schermo. Ciò che le immagini del film insieme ai materiali realizzati all’epoca per la promozione – le preziose brochures, le fotografie ma anche l’opera manzoniana edita dalla Hoepli nel 1917 “illustrata con 24 tavole cinematografiche della Ambrosio” – ci restituiscono è uno spettacolo insieme ricco ed equilibrato, risultante di una ben riuscita alchimia. Non ultimo il contributo della penna di Arrigo Frusta, direttore dell’Ufficio Soggetti, che ben sa cogliere quest’opportunità di confrontarsi con un grande classico: dosa al meglio le parti corali e le parti incentrate sui principali protagonisti, con una struttura narrativa che propone i passaggi chiave del romanzo in sei parti con risultati – si veda la rievocazione della pestilenza – talora sorprendenti. (C. Gianetto, M.A. Pimpinelli)
Il libro
A settant’anni dalla loro prima pubblicazione a puntate sulla rivista “Bianco e Nero”, ritornano oggi – raccolti per la prima volta in volume – i Ricordi di uno della pellicola di Arrigo Frusta (1875-1965), scrittore tra i più brillanti della scena culturale piemontese del primo Novecento. Frusta è stato anche uno dei primi sceneggiatori cinematografici, e nei ricordi ridà vita agli anni in cui Torino era una delle capitali mondiali del cinema. Con un esemplare rigore storico colorato però da accenti a un tempo nostalgici e ironici, Frusta rievoca un intero mondo purtroppo scomparso: i teatri dell’Ambrosio sulle rive della Dora, i set con i leoni, le spericolate riprese in alta montagna, le prime grandi dive, le tempestose liti in tribunale per questioni di plagio, i rapporti con i letterati (da Gozzano a D’Annunzio), e molto altro.
Ad arricchire questa riedizione dei ricordi, il volume pubblicato dal Centro Studi Piemontesi con la collaborazione del Museo Nazionale del Cinema e il Centro Sperimentale di Cinematografica propone anche alcuni scritti inediti di Frusta: i frammenti dell’ultima puntata, mai pubblicata, e una corposa selezione delle sue lettere indirizzate a protagonisti del cinema (da Arturo Ambrosio a Gigetta Morano, da Roberto Omegna a Mario Verdone). Completano il volume alcuni testi scritti per l’occasione da specialisti e archivisti e la una filmografia completa dei lavori sceneggiati da Frusta.