Presentazione del libro ‘‘Quo vadis?’’, ‘‘Cabiria’’ and the ‘Archaeologists’. Early Italian Cinema’s Appropriation of Art and Archaeology

Martedi 17 ottobre 2023, ore 17 | Università di Studi di Torino, Palazzo del Rettorato, via Po 17 - Sala Blu

In occasione dell’uscita del nuovo libro di Ivo Blom, Quo vadis, Cabiria and the ‘Archaeologists’: Early Italian Cinema’s Appropriation of Art and Archaeology (Torino, Kaplan 2023), nell’ambito del progetto di ricerca Living Cabiria  ed in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, l’Università di Torino propone una presentazione per riflettere sul ruolo della pittura e dell’archeologia nel cinema muto.

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All’inizio degli anni Dieci, l’Italia era leader mondiale della produzione cinematografica con i suoi film spettacolari sull’antichità romana e cartaginese. Nonostante le innovazioni nella narrazione e nella messa in scena, registi come Guazzoni e Pastrone guardavano anche all’Ottocento, appropriandosi non solo della letteratura e del teatro, ma anche della pittura, un tema finora poco studiato. Pittori “archeologisti” come Gérôme, Alma-Tadema e Rochegrosse, che combinavano un’accurata ricerca storica con la propria immaginazione dell’antichità, hanno così conosciuto una seconda vita nell’arte cinematografica nel Novecento. Grazie all’uso della riproduzione tecnica, le loro opere sono entrate a far parte della memoria pubblica e sono state riutilizzate dai cineasti, in modo più evidente in due film chiave dei primi anni del cinema italiano: Quo vadis? (1913) e Cabiria (1914). Considerati “fuori moda” negli ambienti artistici dall’inizio Novecento, questi pittori sono stati invece riscoperti e rivalutati in tempi recenti grazie a pubblicazioni e mostre a Roma, Parigi, Marsiglia e Londra.

Il libro di Blom dimostra in particolare che l’antica Cartagine ricreata nel film Cabiria non era solo frutto della fantasia quanto la sintesi del sapere archeologico dell’epoca, la letteratura ottocentesca, la musica e la pittura – il tutto soprattutto di origine franco-italiana. Quanto l’archeologia dell’epoca e le collezioni di musei come il Musée du Louvre di Parigi e il Museo Egizio di Torino possono aiutarci a precisare la storicità ma anche l’immaginario dei “peplum” muti italiani? Comprendere questa cornice transmediale e transnazionale è infatti indispensabile per interpretare le prime epopee cinematografiche italiane, e la storia del cinema in generale.

 

Programma:

Chair: Claudia Gianetto (Museo Nazionale del Cinema)

Saluti di apertura: Giulia Carluccio (Università di Torino), Gianluca Cuniberti (Università di Torino), Antonio Pizzo (Università di Torino), Domenico De Gaetano (Museo Nazionale del Cinema)

Introduce: Silvio Alovisio (Università di Torino). Intervengono: Ivo Blom (Vrije Universiteit, Amsterdam), Alessia Fassone (Museo Egizio), Giovanna Ginex (storica d’arte e curatrice indipendente)